Il condominio sul mare – Resede Ferioli

Il condominio sul mare – Resede Ferioli

Titolo: Il condominio sul mare

Autore: Resede Ferioli

Editore: Le Lucerne

Genere: romanzo

Pagine: 153

Prezzo: 13,00

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Trama

Stanca della vita cittadina e attratta per tutta la vita dalla bellezza e dal fascino della natura, la protagonista, notaio a pochi passi dalla pensione, decide di acquistare a scatola chiusa un attico in un condominio sul mare. Quella che sembrava un’occasione unica si dimostra però fin da subito una fonte di problemi: non solo l’appartamento è da ristrutturare, ma la donna si trova davanti una situazione di fatto assurda a intollerabile. Essendo tutti gli appartamenti usati solo d’estate, il loro controllo è stato affidato da sempre all’unica famiglia che vi abita stabilmente, quella del Bondi.

Col passare dei giorni il notaio scopre una serie di soprusi che negli anni si sono consolidati e che ora sono considerati normali, e che hanno fatto del Bondi un piccolo dittatore. L’uomo detiene una copia di tutte le porte, riuscendo così a entrare durante l’inverno per usare gli appartamenti a suo piacimento. Ogni opera di ristrutturazione deve ottenere la sua approvazione, e ogni decisione in assemblea segue il suo volere grazie alle deleghe che strappa ogni volta con la forza ai condomini incapaci di reagire. Quando si oppone con forza alle prime ingiustizie, il notaio scopre con dispiacere di essere l’unica a tenere testa al dittatore, ottenendone spesso solo dispetti e rallentamenti burocratici che sembrano essere una specialità del Bondi. Cosa fare? Mettersi in linea con gli altri condomini oppure combattere una guerra spietata contro una situazione di fatto?


Autore

Resede Ferioli è un’autrice italiana nata negli anni ’30. Ha studiato giurisprudenza e lavorato per tanti anni come notaio. Dopo “Abbassate il volume. Indagine su libertà e soprusi della movida“, torna con “Il condominio sul mare (ovvero di come nasce una dittatura)“.


Recensione

Il condominio sul mare (ovvero di come nasce una dittatura)” è un libricino curioso che a volte fa sorridere ma molto più spesso pensare. Resede Ferioli ci racconta una serie di piccole e comuni beghe di condominio, diatribe che possono esserci più che familiari e nelle quali a volte siamo rimasti incastrati tutti. Ma a voler guardare con più attenzione, lo scopo di questo racconto è quello di farci ragionare su situazioni troppo spesso accettate dalla comunità per l’incapacità di ribellarsi. L’autrice ha uno stile elegante ma fluido, e nonostante si prodighi spesso nella descrizione della legge non risulta mai pesante, riuscendo sempre a descriverla in modo chiaro e conciso, merito sicuramente del suo precedente lavoro come notaio. La sua è un’indagine impietosa e tagliente su alcuni mali della società (sia moderna che passata), che possono portare alla creazione di stati di dittatura veri e propri. Alla base di tanta ingiustizia c’è l’errore di confondere il diritto con la pretesa: mentre il primo, infatti, è garantito dalla legge, la seconda si ha quando un individuo si convince di essere superiore alla legge stessa e ritiene o un bene di sua proprietà, oppure un comportamento lecito, senza nessuna ragione.

Libertà significa fare ciò che è permesso a tutti, non ciò che vogliamo fare, finendo per ledere gli altri, soltanto perché così ci passa per la testa.

Quando andiamo contro il diritto, ossia quell’insieme di leggi che regolano la nostra società, inevitabilmente andiamo a intaccare la libertà degli altri. Il problema sorge nel momento in cui la comunità attorno a questo individuo, per svariate ragioni, lascia correre (troppo spesso per quieto vivere) e quella che era solo un’abitudine si fa legge rispettata da tutti perché ormai ritenuta vera. Ribellarsi alle ingiustizie è spesso troppo faticoso, e abbiamo la spiacevole sensazione di combattere contro i mulini a vento, per cui preferiamo accettare alcuni errati dati di fatto.

La maggior parte delle persone preferisce ignorare tutto quanto non ha il potere e la forza di cambiare.

Quando operano, queste persone sono solite contornarsi di collaboratori, in modo da non apparire mai i colpevoli principali. Questi aiutanti troppo spesso si convincono di fare il giusto, così che quando quello che a tutti gli effetti poteva definirsi un dittatore sparisce dalla scena, ormai l’ingranaggio è capace di girare da solo e la società risulta compromessa.

Se all’inizio le piccole battaglie condominiali mi hanno fatto sorridere, sopruso dopo sopruso ho sviluppato un sentimento di frustrazione e rabbia, quando ho capito il vero significato della situazione: una limitazione estrema della libertà individuale, un uso ingiusto e assurdo del diritto personale. Una situazione che ben presto si presenta insopportabile e difficile da gestire, soprattutto quando la protagonista si rende conto di essere sola contro consuetudini accettate silenziosamente da tutti gli altri condomini. Ed è a quel punto che inizi a pensare che quando accade davvero, nella vita, è altrettanto frustrante, sia che si tratti di un piccolo gruppo di persone o, allargando la scena, alla società stessa in cui viviamo. Ma tra le pieghe del racconto si insinua la volontà ferrea della protagonista di non accondiscendere mai a tali ingiustizie, anche quando è consapevole che non otterrà niente. Una storia quindi che lancia un messaggio di speranza ma soprattutto di incitazione a far valere i propri diritti e a rispettare la libertà altrui, in modo che gli altri rispettino la nostra. E’ stata una lettura veloce e interessante di cui riporto con piacere gli ultimi pensieri dell’autrice, come spinta a non lasciarsi sopraffare dalle ingiustizie.

Sono convinta che per rendere questo mondo più giusto e onesto, sia necessario non arrenderci mai, combattere le prepotenze senza riserve, difendere con ogni mezzo i principi morali che ci sono stati insegnati e sui quali si basa tutto il vivere civile.


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