Il tempo dell’odio – Antonio Lanzetta

Il tempo dell’odio – Antonio Lanzetta

Titolo: Il tempo dell’odio

Autore: Antonio Lanzetta

Editore: La Corte

Genere: thriller

Pagine: 218

Prezzo: 19,90

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Trama

Cilento, estate del 1943. Michele ha quattordici anni e vive con la madre e le sorelle in un casolare isolato. È tardo pomeriggio quando, di ritorno da una giornata di lavoro nei campi, vede una camionetta di fascisti sulla strada che lo porta a casa. Capisce subito che sta accadendo qualcosa di terribile e, sentendosi impotente, si nasconde in mezzo ai cespugli. Mentre le donne urlano disperate, Michele viene scoperto e per non essere ucciso è costretto a scappare nel bosco. Per Michele questo evento segna la fine dell’adolescenza, l’incontro con la brutalità e la violenza. Comincia un viaggio iniziatico all’insegna della vendetta, dell’odio e del desiderio di trovare le sorelle che sono state rapite. Ferito e sconvolto viene accolto da una vecchia vicina che lo cura offrendogli un nascondiglio. Nel frattempo scopre che anche altre ragazze del paese stanno sparendo. Giovani donne strappate alle loro famiglie. Chi si cela dietro tutto questo e che fine fanno le vittime? Sono i giorni che precedono lo sbarco degli alleati a Salerno e i nazisti sono fuori controllo. Sono loro i responsabili? Michele si unisce a un gruppo di briganti, guidati da un uomo misterioso che si fa chiamare Teschio, che gli mostrerà il loro particolare codice criminale e gli insegnerà il valore dell’onore. Insieme a loro scoprirà una terribile verità.


Autore

Antonio Lanzetta è uno scrittore italiano che ha iniziato la sua carriera con i romanzi fantasy “Warrior” e “Revolution“, per poi passare al thriller con “Il buio dentro“, tradotto anche fuori dall’Italia. Sono seguiti “I figli del male”, “Le colpe della notte” e “L’uomo senza sonno“.


Recensione

La morte venne a cercarmi nell’estate del 1943.

Avevo quattordici anni quando sparai per la prima volta in faccia a un uomo.

Se non conoscete l’autore noterete fin dalle prime pagine, come è accaduto a me, che lo stile di scrittura è davvero particolare. Io amo le narrazioni che iniziano anticipando un fatto saliente del racconto, soprattutto quando si tratta di un thriller; per qualche strana ragione tendono ad aumentare il senso di inquietudine che mi infonde il libro, perché resto in attesa di sapere come è accaduto l’evento che mi è stato rivelato. È un espediente che ho imparato ad apprezzare dal mio maestro preferito (seppure nel genere horror), Stephen King, del quale ho ritrovato in Antonio Lanzetta alcune caratteristiche. E’ una scrittura veloce e affilata, decisa, dalle frasi spesso concitate, che sfrutta questo stile frammentato per aumentare la sensazione di ansia. La narrazione in prima persona crea fin da subito con il lettore un rapporto stretto e sensibile, grazie al quale chi legge riesce quasi a provare la paura e poi l’odio di Michele, il senso opprimente della morte. Tutto questo grazie anche a descrizioni vivide e spesso oscure, fatte di suoni, odori, colori piuttosto lugubri e carichi di cattivi presagi. Aleggia su tutto il romanzo un velo di oscurità che cresce fino a diventare terrore.

Urlai, e gli uccelli appollaiati sui rami schizzarono in volo. Ali Nere e piume morte. Corvi dalle orbite vuote che gracchiavano e la loro voce era la mia, il loro grido era il mio. Sbattei le palpebre e i palmi erano puliti. Solo dita callose e terriccio sotto le unghie.

La scelta dell’ambientazione durante la Seconda Guerra Mondiale, con la povertà che grava sulla gente comune, i tedeschi nelle campagne che minacciano la vita dei familiari di chi è andato al fronte a combattere, in un momento di grande dolore dell’Italia, è stata secondo me intelligente e perfetta per fare da sfondo a questa disgrazia che cambierà la vita del giovane Michele. Un ragazzino cresciuto nella tranquillità della sua famiglia, con un rapporto intenso e delicato con le sorelle, e di grande rispetto per il padre. Ma si può imparare a odiare? Pur non avendolo creduto possibile, Michele scoprirà, dopo aver assistito alle violenze subite dalle donne della sua famiglia, che l’odio è un sentimento che si può sviluppare e coltivare, al quale a volte non ti puoi opporre, ma che lo aiuterà a riportare giustizia.

Lo fissai mentre saliva a bordo, sorridente e sporco. Un maiale che sguazza nel fango. Lo guardai bene e gli promisi la peggiore delle morti. Lo giurai, con le tenebre che mi scorrevano davanti agli occhi.

Polvere da sparo e fuoco, e il gelido abbraccio della terra.

In questo percorso di crescita forzata, in cui Michele perde la spensieratezza e l’innocenza dell’adolescenza, si uniscono alcune figure, a volte delicate come la vedova Lucia, a volte sinistre come quell’uomo che si fa chiamare Teschio, che vive sulle montagne e che lo aiuterà a risolvere il mistero delle ragazze scomparse. Figure che gli insegneranno il valore dell’onore e del rispetto per gli altri, e che lo aiuteranno a sconfiggere la paura quando si tratta di difendere il prossimo. Una storia affascinante che si vena di tradizioni e superstizioni del nostro paese in tempo di guerra, e che ripercorre le sofferenze degli italiani in attesa della liberazione da parte degli americani. Che sia la storia con il suo intreccio mozzafiato, oppure la scrittura conturbante, sta di fatto che “Il tempo dell’odio” è un romanzo ipnotico, che non puoi chiudere finché non lo hai terminato. Una storia che ti trascina in un abisso nel quale resti impantanato, ma non vuoi uscirne perché sei del tutto conquistato dal suo protagonista e dalla sua ricerca di giustizia. Un thriller quindi dalle tinte cupe, ammaliante, scritto con maestria da un autore che si è rivelato un incantatore, un creatore di storie avvincenti in modo quasi sinistro. Posso affermare che sia tra i libri migliori che sono usciti in questo 2022 e seguirò di sicuro l’autore in attesa dei prossimi romanzi.


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