La giada di Chang’an – Chiara Saccuta

La giada di Chang’an – Chiara Saccuta

Titolo: La giada di Chang’an

Autore: Chiara Saccuta

Editore: PubMe

Collana: Iomeloleggo

Genere: romanzo storico

Pagine: 265

Prezzo ebook: 2,99

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Trama

Nella Cina della dinastia Tang, la giovane Daiyu è l’ultima figlia del nobile Rong Qi, che cerca disperatamente di trovarle marito. Purtroppo la particolarità dei suoi occhi è fonte di maldicenze popolari che ritengono una fonte di grande sventura avere una delle due iridi screziata di azzurro. Ma Daiyu non è affatto dispiaciuta: vivace, ribelle, insofferente alle regole, è troppo occupata a divertirsi per preoccuparsi del futuro. La sua ultima fonte di interesse è un giovane principe sconosciuto incontrato per caso nel giardino delle Nubi Brumose. Il giovane Daeshim è in realtà uno degli eredi al Regno di Goguryeo, in visita alla capitale. Troppo simili tra loro ed entrambe testardi e orgogliosi, Daiyu e Daeshim si scontrano su qualunque cosa, eppure continuano a cercare l’uno la compagnia dell’altra. Quando scoprono che le loro famiglie hanno organizzato due vantaggiosi matrimoni, i ragazzi si rendono finalmente conto del vero sentimento che provano. Ma il destino non è dalla loro parte: il principe persiano al quale è stata promessa Daiyu vuole portarla via da Chang’an, che a lei piaccia o no; mentre Daeshim scopre di essere un ostaggio di pace tra il suo Regno e l’Impero e di essere stato ceduto dalla sua famiglia come sposo per l’insopportabile principessa Cai.

Nel frattempo, sempre nella capitale, un altro matrimonio rischia di saltare a causa di un complotto politico. Il fratello maggiore di Daeshim, Ji Soo, è stato infatti inviato a corte per irretire la principessa Na Ra, erede del Regno di Silla e promessa sposa del principe ereditario imperiale. Ji Soo deve riuscire a entrare nelle grazie della principessa rovinando così l’alleanza, mentre quest’ultima si affida a lui pur riconoscendolo come un nemico, solo per respirare un po’ di libertà. Nell’inganno, quello che soffrirà maggiormente sarà proprio Ji Soo, quando si accorgerà del sentimento onesto che prova per Na Ra. Le due coppie di innamorati desiderano così ardentemente stare insieme da ricorrere a ogni espediente per sfuggire al destino che altri hanno scritto per loro. Sfortunatamente, le donne dell’Impero sono solo oggetti, appartenenti a genitori pronti a diseredarle e togliere loro ogni onore quando si rifiutano di eseguire gli ordini imposti da necessità politiche ed economiche. E i quattro ragazzi lo capiranno ben presto a loro spese.


Recensione

La giada di Chang’an” è un romanzo d’amore ad ambientazione storica che mi ha fatto vivere qualche ora di piacevole evasione, in un mondo e un’epoca tanto lontani quanto affascinanti. La scrittrice è stata brava nel ricostruire il periodo storico della dinastia imperiale Tang (600/900 d.C.), seppure non specifichi mai una data particolare: le ambientazioni sono descritte con cura e risultano verosimili, e non sono mai eccessive. Rendono perfettamente il carattere esotico e intrigante dei luoghi, i profumi, i colori, i paesaggi, senza mai risultare noiose. Le tradizioni della cultura cinese sono rispettate e ben delineate, con particolare cura non solo degli abiti e dei cibi, ma anche della mentalità e delle abitudini del tempo. Anche i personaggi sono ben costruiti e hanno un carattere forte e ben definito. Impossibile non innamorarsi di Daiyu e Daeshim, con la loro ironia e la loro ingenuità, oppure non affezionarsi a Na Ra e Ji Soo, più maturi e quindi più seri e consapevoli dei loro obblighi verso il paese.

La storia si svolge sullo sfondo dell’antica Cina, dove le donne venivano cresciute per essere mogli e madri e per portare onore alla propria famiglia. I matrimoni erano combinati e i sentimenti non potevano di certo influire sulla scelta del consorte. In quest’ottica, ho accettato e apprezzato le scelte narrative dell’autrice, che non potevano distaccarsi troppo dalla realtà senza rischiare di apparire non credibili. Nonostante le sue figure femminili siano forti e pronte a difendere i loro sentimenti, non possono esimersi dal rispettare le norme di una società che le voleva sottomesse all’uomo oppure a giochi di potere. La scrittura è scorrevole e fluida, il linguaggio semplice ma preciso nell’uso della terminologia cinese e araba. Mi ha colpito piacevolmente quell’alone di ironia che ruota attorno ai protagonisti e che rende la lettura più scorrevole. La trama è abbastanza semplice, eppure lo stile di Chiara Saccuta riesce a trascinarti nella vita di questi quattro ragazzi creando subito un forte legame con loro. Io l’ho terminato in poco tempo, tanta era la curiosità di seguire le varie peripezie che devono affrontare i giovani. Ho sofferto con loro quando si sono persi e gioito ogni qual volta si sono ritrovati.

Mi è piaciuto il modo in cui l’autrice ha trattato i due diversi amori: mentre quello tra Daeshim e Daiyu è più adolescenziale, tenero e impacciato, il legame tra Ji Soo e Na Ra è più passionale e adulto. Per quanto riguarda il finale (evitando di svelare qualunque cosa) devo ammettere che rispetto al resto del libro l’ho trovato troppo affrettato e forse meno plausibile da un punto di vista storico (per quanto apprezzato!). Mi è sembrato che mancasse qualche ulteriore spiegazione che potesse rendere gli avvenimenti più verosimili. Ciò non toglie che sia stata una lettura piacevole e leggera che ho gradito molto e che consiglio agli amanti della cultura orientale e a tutti gli inguaribili romantici.


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