La reincarnazione delle sorelle Klun – Manlio Castagna

La reincarnazione delle sorelle Klun – Manlio Castagna

Titolo: La reincarnazione delle sorelle Klun

Autore: Manlio Castagna

Editore: Mondadori

Genere: horror

Pagine: 564

Prezzo: 20,00

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Trama

Nelle oscure profondità del gigantesco Cratere che domina lo sperduto paese di Anerbe, si combatte la battaglia senza fine per il predominio della luce che salva il mondo sull’oscurità che tutto inghiotte. A intrecciare i fili di questa trama antichissima, personaggi distanti nel tempo e nello spazio. Ai giorni nostri, il commissario Verne tenta di riscattare la sua ingloriosa carriera indagando sull’affascinante Rina Monforte e sull’amante di lei, leader di una setta esoterica che vuole combattere i “figli del buio”. E proprio nel buio di un monastero isolato da tutto e tutti, quarant’anni prima, cresce un orfano che, grazie agli insegnamenti alchemici del suo maestro gesuita, impara a trasformarsi in angelo vendicatore. Alla fine degli anni Cinquanta due bambine, le sorelle Klun, muoiono in un tragico incidente e sembra che si siano reincarnate in due gemelle dalle inquietanti capacità soprannaturali


Autore

Manlio Castagna è uno sceneggiatore, regista e critico cinematografico, autore di romanzi fantasy, thriller e horror. Quando ha iniziato a dedicarsi alla scrittura per ragazzi, ha esordito con la trilogia di “Petrademone“, che ha riscosso un enorme successo. Sono seguiti “Le belve” con Guido Sgardoli, “I venti del male“, “La notte delle malombre” “Draconis Chronicon” e “Goodwill“, prequel della saga a fumetti di Mirka Andolfo “Mercy“.


Recensione

La prima volta che le due sorelle Klun muoiono, lo fanno insieme. Succede di domenica, il giorno in cui Dio riposa. E forse si distrae più facilmente.

Ma non è così che comincia questa storia.

Tra le cose che ho amato di questo libro, sicuramente devo includere l’incipit: è di quelli che, anticipando gli eventi che stanno per succedere, creano immediatamente ansia nel lettore. Avevo già letto qualcosa di Manlio Castagna, horror per ragazzi più che altro, e mi aveva colpita la sua capacità di catturare l’attenzione con una scrittura che, nonostante sia pacata e si prenda il suo tempo per raccontare la storia, è capace di creare un alone di ansia e inquietudine. Una scrittura incisiva e sferzante, in grado di materializzare le emozioni dei personaggi.

Livio è il suo bambino. Per lei è tutti i suoi organi interni. E’ la pelle che ricopre la carne. Il respiro che trasporta ossigeno alle vene. Livio è il nome di ogni sua parte.

Il linguaggio di questo romanzo è ricercato ed elegante, con un grande lavoro di ricerca storica: è un horror che unisce esoterismo, cabala, religione, nel quale ogni capitolo si apre con un versetto della Bibbia e mescola i personaggi inventati con figure storiche realmente esistite. “La reincarnazione delle sorelle Klun” è un horror molto particolare, più psicologico che non costituito da una paura fisica e tangibile, quindi non vi aspettate mostri, creature soprannaturali demoniache, spettri o altre figure simili di questo genere narrativo. La storia si dipana lentamente, seguendo tre linee narrative ben distinte che convergeranno alla fine del libro. Quella più interessante, quella che tiene incollati alle pagine e crea maggiore tensione, è la vicenda delle sorelline Klun, nate negli anni Cinquanta in un piccolo paesino del Nord, Anerbe, e che muoiono a inizio libro. Seguiamo la storia della loro famiglia per tutto il romanzo, assaporando prima il dolore e lo strazio dei genitori per la perdita delle bambine, e poi piano piano un sentimento di speranza misto a una paura indefinibile, quando capiscono che Gorizia e Fiorenza sono tornate. Il bisogno disperato del papà Augusto di credere che le due figlie non siano perse per sempre e che possano reincarnarsi e tornare da lui è qualcosa di agghiacciante, che arriva a togliere il fiato quando ti rendi conto di quello che sta accadendo.

Bisogna mentire, talvolta, per fare del bene. Ma Augusto sa che le sue preghiere sono state esaudite. Quello che non sa è chi sia stato ad ascoltarlo.

Se Dio o il Demonio.

La seconda linea narrativa, negli anni Ottanta, segue un ragazzino di nome Irin, abbandonato alla nascita e cresciuto da un monaco gesuita che, attraverso l’uso di libri segreti e alchimia, gli insegna l’arte di rendersi invisibile, trasformandolo, suo malgrado, in un angelo vendicatore. La terza linea, quella contemporanea, vede una setta religiosa operare per purificare tutti coloro che “vivono nel buio”. La loro attesa sarà premiata nel giorno del giudizio finale, che avverrà al centro di un Cratere che vibra proprio sotto la cava di amianto del piccolo paesino di Anerbe, che negli anni si è fatto sempre più oscura e soffocante a causa delle esalazioni della miniera.

Non venire ad Anerbe se vuoi continuare a respirare.

Quando i paesani ripetono questa frase non sanno quanto sono vicini a una verità che li farebbe fuggire tutti. Le varie vicende si alternano e si intrecciano in uno schema più vasto che si capirà solo verso il finale. Nonostante non abbia gli elementi classici dell’horror è comunque una storia che genera tensione e che ti trascina nella vita dei suoi protagonisti; c’è un senso di malessere e di inquietudine che nasce da qualcosa di più oscuro, da qualcosa di più umano, giocando con la religione, la fede e la magia. La storia, che inizia con le migliori premesse e termina in un crescendo di azione, subisce un rallentamento purtroppo nella parte centrale del romanzo, che per me è risultata più lenta, quando le vicende di Irin e del Sodalizio si dilungano nella preparazione del finale. A parte questo momento di stasi, mi sento di consigliarne la lettura (soprattutto a chi è in cerca di un horror non troppo forte) per gli spunti interessanti e di sicuro per il fascino della scrittura.


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