La scatola dei bottoni di Gwendy – Stephen King, Richard Chizmar

La scatola dei bottoni di Gwendy – Stephen King, Richard Chizmar

Titolo: La scatola dei bottoni di Gwendy

Autore: Stephen King, Richard Chizmar

Genere: horror

Editore: Sperling & Kupfer

Pagine: 240

Prezzo: 9,40


Trama

Castle Rock, Maine, 2 agosto 1974. Gwendy Peterson è una ragazzina di 12 anni, cicciottella e bullizzata dai compagni di classe. Preoccupata per l’inizio della scuola media e decisa a togliersi di dosso il nomignolo di Goodyear, che Frankie Stone le ha affibbiato, Gwendy corre tutti i giorni di quell’estate lungo la scala del suicidio, una scalinata in ferro che dal paese porta a Castle View su per 405 gradini. In una mattinata calda e afosa, uno sconosciuto vestito di nero la avvicina, presentandosi come Richard Farris. L’uomo è insieme attraente e inquietante, mentre le racconta che la osserva da tempo e che ha deciso di farle un regalo: una scatola di mogano con una serie di bottoni colorati e due piccole feritoie laterali dalle quali escono quelli che Gwendy definisce i cioccolatini più straordinari e gustosi che abbia mai mangiato, e dollari d’argento del 1981 dal notevole valore economico.

Nonostante sia spaventata, Gwendy non può evitare di accettare la scatola. Perché è sua. Perché deve averla, come se l’avesse aspettata da sempre. Brevemente, Farris le spiega che ogni bottone rappresenta uno dei sette continenti del mondo; più un bottone rosso che è “quello che ti pare” e un bottone nero che è “tutto quanto, l’intera baracca”. Dopo averla esortata a usarla con moderazione, l’uomo in nero se ne va. Ma Gwendy ha capito. Non ha bisogno che qualcuno le dica quale grave responsabilità le è stata affidata. Così nasconde la scatola in casa e prosegue indisturbata la sua vita da adolescente. I benefici del suo tesoro si fanno notare immediatamente: nella nuova scuola Gwendy ottiene ottimi voti, il suo corpo si trasforma lentamente in quello di una splendida ragazza, eccelle nello sport e all’improvviso non ha nemmeno più bisogno degli occhiali. I genitori smettono di bere e tornano ad amarsi come forse non hanno mai fatto; i ragazzi se la contendono e le amiche iniziano a essere invidiose dei suoi continui successi. I primi due anni passano serenamente. Ma la scatola la chiama. Continuamente. E alla fine, rosa dalla curiosità, Gwendy cede e utilizza più volte il bottone rosso.

E’ l’inizio del disastro. Dopo aver scatenato un suicidio di massa all’interno di una setta religiosa, provoca involontariamente il crollo della collina di Castle View, stordita dal suicidio della sua vecchia amica Olive proprio da quella scala. È il 1979 e Gwendy ha ormai capito che la scatola pretende la sua completa attenzione e che i vantaggi ottenuti hanno un prezzo troppo alto da pagare: così smette di mangiare i cioccolatini, prende qualche chilo e qualche brutto voto, ma trova l’amore. Harry Streeter la rende felice, lei ha grandi progetti per l’Università e un’estate da sogno che la aspetta insieme al suo ragazzo. Come una qualunque ragazza della sua età. Ma crede davvero che sia sufficiente nascondere la scatola in fondo all’armadio e fingere che non esista? Cosa potrebbe succedere se questa scelta non fosse compresa nell’accordo? Gwendy lo scoprirà presto.


Autore

Stephen King. Cosa dire del “Re del brivido”? Che nel suo nome era già previsto un futuro abbagliante all’interno di un genere che prima di lui ha avuto nomi autorevoli come Lovecraft e Poe. Ma il Re è il Re. Una vita complicata e non sempre serena, la sua, cosa che non tutti sanno. Tentativi disperati di pubblicare un romanzo mentre lavora come insegnante; droga, alcool, una famiglia da mantenere; un incidente stradale che lo ha costretto a letto per quasi due anni all’apice della sua carriera. Eppure King prosegue per la sua strada, con le tasche ancora piene, dopo tanti anni, di racconti preziosi che risvegliano le nostre più nascoste paure e ci inchiodano alle pagine. Oggi viene considerato tra i più grandi scrittori di letteratura fantastica, in particolare horror, del nostro secolo e di quello scorso. Ha pubblicato più di 70 opere (alcune con lo pseudonimo di Richard Bachman) e ha collaborato con registi famosi per le trasposizioni dei suoi romanzi, da Brian De Palma a Stanley Kubrich, John Carpenter, J.J. Abrams, Rob Reiner e Lawrence Kasdan. Tra i suoi libri più famosi si possono citare “It”, “Cujo”, “Christine”, “Pet Sematary“, “Carrie”, “L’incendiaria” e “Misery“, fino ai più recenti “Il miglio verde”, “L’acchiappasogni”, “The Dome”, “Sleeping Beauties”, “La scatola dei bottoni di Gwendy”, “Elevation” e “The outsider”. Tra le raccolte di racconti ricordiamo “Stagioni diverse“, “Quattro dopo mezzanotte e “Il bazar dei brutti sogni“.

Richard Chizmar è nato negli Stati Uniti nel 1965. Oggi è uno dei più famosi produttori di horror fiction, oltre che direttore della Casa Editrice Cemetery Dance e redattore della omonima rivista. Ha scritto numerosi racconti di fantasia e varie sceneggiature, insegna scrittura creativa e ha collaborato spesso con Stephen King per alcune edizioni speciali dei suoi romanzi. Dopo “La scatola dei bottoni di Gwendy“, scritto con il grande maestro, ha pubblicato “La piuma magica di Gwendy” e infine “L’ultima missione di Gwendy“, dinuovo in collaborazione con King. Nel 2022 esce il suo true crime “Inseguendo l’uomo nero“, che ha riscosso un notevole successo.


Recensione

Castle Rock. Tornare qui è sempre un piacere, o un incubo, dipende dai punti di vista. Così come inquietante ed elettrizzante al tempo stesso è ritrovare uno dei caratteri più cattivi e meglio riusciti di King. Che si chiami Randall Flagg, Richard Farris, Martin O’Dim o più semplicemente l’uomo in nero, lo riconosciamo subito: il pastrano nero su una camicia bianca (anche d’estate quando ci sono 40 gradi), il suo cappello nero elegante e fuori moda, lo sguardo azzurro e freddo, ma sempre sorridente. È quasi bello Farris, mentre manipola, come sempre, la mente di chi incontra, anche quella di una ragazzina di 12 anni.

Ma d’altronde Gwendy è facile da convincere: come tutti gli adolescenti ha paura del giudizio dei suoi coetanei, ha il timore di non riuscire a combinare nulla di buono nella vita ed è stanca delle angherie dei compagni. E’ dolce lasciarsi condurre da queste paure, approfittando della scatola, se questa la rende migliore senza nessuno sforzo. E’ la sua bacchetta magica. Tutti noi ne vorremmo una. Soprattutto quando questa bacchetta potrebbe cambiare le cose. Contenere i mali del mondo. Impedire disgrazie e catastrofi.

E se lei avesse un bottone, uno speciale bottone magico, e schiacciandolo potesse ammazzare qualcuno o farlo scomparire, oppure far saltare in aria un posto che ha in mente?

Ma davvero, se avessimo un simile potere, saremmo in grado di gestirlo? E’ un grande peso per l’umanità, soprattutto quando questa continua a fare errori.

Ho letto questo romanzo con un certo pregiudizio, prima di tutto perché non amo le collaborazioni tra autori, poi perché le critiche negative erano state molte. Onestamente credo che abbia ragione il Publishers Weekly quando dice che l’unico difetto di questo libro è di essere troppo breve. La scrittura dei due autori si fonde benissimo: è semplice, veloce, quasi scarna. L’arco temporale di pochi anni, in cui si svolgono le vicende, è scandito dai momenti più salienti della vita di Gwendy. “La scatola dei bottoni di Gwendy” si può definire forse un racconto lungo, ma rispetta tutti i tempi della scrittura e non si ha mai la sensazione che resti qualcosa di non detto.

In queste poche pagine King e Chizmar ci riportano in quella che è forse la cittadina più macabra d’America, nell’abisso di una ragazzina che impareremo subito ad amare, e con la quale condivideremo incubi e paure. Come sempre le caratterizzazioni di Stephen King, aiutato in questo romanzo da un altro grande autore horror, sono vivide e trascinanti; è una storia fluida e scorrevole che lascia il lettore con la sensazione di aver aggiunto un altro tassello al grande puzzle che King ha iniziato a disegnare tante storie fa.

Sfido chiunque abbia letto il libro a sedersi su una panchina, in un parco giochi pieno di bambini, senza guardarsi intorno in cerca di un pastrano nero su due occhi azzurri.


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