L’amore prima di noi – Paola Mastrocola
Titolo: L’amore prima di noi
Autore: Paola Mastrocola
Editore: Einaudi
Genere: saggi, miti e leggende
Pagine: 318
Prezzo: 12,00
Trama libro
Tutti più o meno conosciamo le storie dei miti greci, alcune meglio di altre. Ci hanno accompagnato negli studi, le ritroviamo nella filmografia e nel teatro, da sempre. Ma ce ne sono alcune meno note, o almeno quello che crediamo di sapere su di loro non è proprio tutta la verità. In questa raccolta, Paola Mastrocola ci accompagna nella vita degli dei dell’Olimpo e dei loro amori, mortali e immortali, raccontandoci quello che forse possono aver pensato veramente, quello che li ha spinti a determinate scelte. Tutte storie accomunate da un unico sentimento: l’amore.
Persefone, costretta a vivere per sei mesi l’anno sulla Terra, tra i vivi, e per sei mesi con Ade, tra i morti, era davvero inconsapevole quando ha mangiato i chicchi di melograno che l’hanno condannata? Orfeo si volta a guardare Euridice, poco prima dell’uscita dall’Oltretomba, condannandola a restarvi per sempre. Ma lo fa davvero per assicurarsi che lei lo stia seguendo? Mentre Dafne sente il suo corpo trasformarsi in albero, dopo aver supplicato gli dei di liberarla da Apollo, che la rincorre senza tregua, è forse pentimento quello che prova con i suoi ultimi respiri? E Arianna, che tradisce il padre, re di Creta, e quel fratello rinchiuso nel labirinto, il Minotauro, dando a Teseo la possibilità di uccidere il mostro e uscire vivo dalla costruzione perfetta di Dedalo, avrà mai quell’amore che Teseo le aveva promesso? Oppure si è solo illusa che l’uomo le abbia offerto qualcosa?
Autore
Paola Mastrocola, classe 1956, è una scrittrice, ricercatrice e insegnante italiana. Dopo le prime pubblicazioni di poesie e libri scolastici, entra nella cinquina finale del Premio Strega nel 2001 con “Palline di pane“. Seguono poi “Una barca nel bosco”, “La scuola raccontata al mio cane”, “Che animale sei?”, “Non so niente di te”, “L’amore prima di noi” e “Leone“.
Recensione
Io amo i miti greci da sempre, da quando li ho scoperti a scuola per la prima volta, e ancora dopo tanti anni mi piace perdermi nelle loro storie complesse e intricate di amore, di passione, di vendetta o di rabbia. In questo romanzo Paola Mastrocola raccoglie alcune tra le storie più conosciute e altre meno famose, riscrivendole forse per l’ennesima volta, ma dando loro una veste nuova. Tutte le storie sono infatti accomunate da un unico grande sentimento: l’amore. Quello potente, improvviso, ineluttabile, doloroso o etereo. Quello a cui non si può sfuggire e che si manifesta in forme diverse. In ogni storia c’è un dio o un semidio che si innamora di un mortale, a dimostrazione dell’attrazione che gli dèi hanno sempre avuto nei nostri confronti. Cos’è che amano in noi? Forse la fugacità della vita; proprio quella mortalità che loro non possono avere e che rende le nostre esistenze brevi ma concrete, vive, uniche. E cos’è davvero l’amore? Un sentimento che possiamo gestire, che possiamo trattenere o sul quale abbiamo un qualunque potere? Da queste storie si direbbe proprio di no. L’amore ci arriva addosso senza chiederlo e noi non siamo in grado di opporci.
Crediamo di essere noi a innamorarci. Crediamo di scegliere, decidere. Invece siamo portati. Come il vento fa con le vele.
“L’amore è rapimento“. Al tempo degli dei l’amore era senza corteggiamento. Un dio ruba, porta via un uomo o una donna senza chiedere il permesso. Così come accade a Europa, trascinata via da Zeus, oppure a Anfitrite, rapita da Poseidone, o a Persefone portata nell’Oltretomba da Ade. “L’amore è sguardo“. A volte l’amore si ciba esclusivamente di sguardi e la felicità sta anche solo nel poter osservare la persona che amiamo; a volte invece ha bisogno di certezze, di apparenza, vuole un segnale concreto che ci possa rassicurare che il sentimento è vero e non solo una nostra sensazione. Così Psiche, disobbedendo all’imposizione di Eros, ha bisogno di guardare il suo volto almeno per una volta, per essere sicura che esista davvero. Il sentimento non è più sufficiente, vuole le prove. “L’amore è eccesso“. Ci porta a fare cose fuori dalle regole, prendere decisioni sbagliate e contro ogni principio, ci porta il disonore. Come l’amore di Fedra per il giovane Ippolito, figlio di suo marito Teseo. Quando capisce di essere stata rifiutata dal ragazzo, per vendicarsi dell’oltraggio si finge sedotta da lui e si uccide, in un atto eccessivo di amore e vendetta che condannerà a morte l’amato.
L’amore è un vento che ci travolge, ma anche sospinge il nostro andare, muove le vele. E’ il vento che ci dice quando è tempo di cambiare. E di colpo ci sposta la vita.
“L’amore è viaggio“. E’ un sentimento che ci fa muovere di continuo, rompe i nostri legami con la terra e con le persone; sposta i nostri confini e li trascina là dove risiede l’amato. Così Arianna abbandona suo padre, la sua terra, e sale su una nave verso una meta sconosciuta, solo per seguire Teseo. E allora, alla fine, cos’è l’amore? Questo sentimento insopprimibile, testardo, che ci lacera e ci consuma, ma al tempo stesso dilata la nostra vita fino a farla diventare l’universo intero. L’amore è Eros. L’amore è necessità.
Eros è il dio sopra gli dèi. Il suo potere è oltre, immenso. Ma inconsapevole, fuori controllo. Eros è ciò che deve essere: Necessità. Per riuscire ad accettarla, gli dei l’hanno chiamata Amore.
Due cose ho apprezzato molto in questa raccolta: prima di tutto la consapevolezza che nell’antichità tutto avesse una ragione e derivasse dagli dei: dalla nascita del girasole, del giacinto, del lauro, alla divisione dell’anno in quattro stagioni, fino alla formazione delle costellazioni. Per ogni cosa che vive sulla terra o che accade, la mitologia greca ha una sua spiegazione affascinante e unica. In secondo luogo ho amato la struttura narrativa della raccolta, dove ogni storia alla fine si collega all’altra formando una rete intricata ma perfetta di relazioni tra umani e dei. Tutto torna, tutti sono legati in un insieme inesauribile di storie che possono essere raccontate mille volte in mille modi differenti, ma sempre mantenendo lo stesso fascino.
Il mito è fatto di varianti. Si potrebbe dire che è un’unica, colossale e perpetua variante di se stesso.
Nonostante il fascino indiscusso del contenuto, non sono riuscita purtroppo ad apprezzare fino in fondo il libro. La scrittura della Mastrocola è scorrevole, veloce, frammentata in frasi brevi e concise, quasi frettolose. Uno stile che di solito amo molto, ma che questa volta, in alcuni passaggi, è risultato ridondante ed eccessivo. Ci sono momenti in cui l’introspezione dei personaggi va oltre la storia, distogliendo l’attenzione e incuneandosi in discorsi circolari all’interno dei quali ho dovuto spesso ritrovare il filo del discorso. Mi è piaciuta invece la scelta di unire la narrazione ai pensieri dei protagonisti; la versione di Paola Mastrocola ci affascina con quello che, secondo lei, dei e mortali hanno detto e pensato mentre si svolgevano le loro vicende, unendo dialoghi e narrazione in un flusso continuo senza punteggiatura. Un espediente funzionale che rende la lettura più attraente, ma che non evita alla scrittura di toccare momenti poetici che mi hanno distratto. Resta comunque un buon ripasso per chi vuole rinfrescare la conoscenza della mitologia; una versione nuova che mette in primo piano i pensieri più nascosti di eroi e comuni mortali, e soprattutto una raccolta di miti meno conosciuti, che è sempre un piacere scoprire.
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