Danza macabra. Un ballo nel fantastico sui passi di Stephen King – Giovanni Arduino, Loredana Lipperini

Danza macabra. Un ballo nel fantastico sui passi di Stephen King – Giovanni Arduino, Loredana Lipperini

libro arduino lipperini

Titolo: Danza macabra. Un ballo nel fantastico sui passi di Stephen King

Autore: G. Arduino, L. Lipperini

Editore: Bompiani

Genere: saggio

Pagine: 173

Prezzo: 15,00


Trama libro

Giovanni Arduino è stato per anni traduttore di Stephen King. Loredana Lipperini, invece, una sua grande lettrice. Due scrittori perfetti, quindi, per riprendere il discorso iniziato dal maestro nel suo saggio “Danse Macabre”, quarant’anni fa. Attraverso l’osservazione della nuova letteratura, del cinema, delle serie tv, dei fumetti, i due autori ci accompagnano nello studio di cosa è l’horror e soprattutto di come sia cambiato in questi decenni. Di come si sia adeguato alle nostre nuove paure, generate dalla società contemporanea, e le abbia sfruttate per creare nuove spaventose figure.


Autore

Giovanni Arduino è uno scrittore e traduttore italiano, che ha curato la traduzione delle ultime opere di Stephen King. Tra i suoi libri ci sono “Morti di fama” e “Schiavi di un dio minore“, scritti entrambi con la Lipperini, e “Il diavolo è nei dettagli“.

Loredana Lipperini è una scrittrice, saggista e conduttrice radiofonica italiana. Tra i suoi romanzi “L’arrivo di Saturno”, “La notte si avvicina”, “Magia nera” e il saggio “Non è un paese per vecchie


Recensione

Con un titolo simile, questo libro non poteva non attirare la mia attenzione, come non sfuggirà ai veri amanti del Re del Brivido che, oltre a conoscere bene le sue opere, tengono sullo scaffale una copia (integrale o meno) del suo saggio “Danse Macabre” pubblicato in Italia nel 1985 (solo due capitoli delle 500 prolifiche pagine) e rieditato nel 1992 nella sua interezza. Di cosa parla allora questo libro? Io ho avuto la sensazione, come già mi era capitato con “Danse Macabre” che sia una chiacchierata tra gli autori e il lettore, sulla letteratura horror. Anche King ne discute nel suo libro con il suo famoso Lettore, spaziando quasi senza una vera e propria traccia dagli archetipi del genere a episodi personali, trascinandolo deliziosamente in una sfilata di opere letterarie, fumetti, libri, racconti e film che trasmettono (più o meno bene) il tema dell’orrore. Ed è proprio in quell’opera che definisce i tre grandi archetipi: il Vampiro, il Licantropo e la Cosa senza nome. Ma si tratta di un saggio degli anni ’80; cosa è successo a queste figure negli ultimi quarant’anni? Come si sono evolute per stare al passo con la nuova società?

L’idea è quella di capire cosa ne è di quegli archetipi che Stephen King rintracciò in Danse Macabre. Storie sussurrate di bocca in bocca, o di tastiera in tastiera. Storie antiche quanto le nostre paure, che mutano aspetto e non cambiano mai.

Ma cos’è prima di tutto l’orrore? E’ quello che ti fa guardare cose che normalmente non vedi, che ti fa vedere il buio oltre la luce, che ti mostra l’impossibile che diventa reale. E anche se consciamente sai che è solo finzione, ti spaventa lo stesso, perché mette da parte il tuo punto di vista per proporti quello di un’altra persona, che instilla dubbi, pone domande, ma soprattutto ti sbatte in faccia la morte, che è la paura primordiale dell’uomo.

In quattro parole, cosa ci fa paura? Sempre in quattro parole: quello che non conosciamo.

E qual è l’aspetto fondamentale dell’horror? Quello di oltrepassare il limite di ciò che è reale. Eppure, a ben guardare, la vita stessa ha tentato spesso di superare i suoi limiti, come ci mostrano i due autori lungo la strada: quanti esperimenti scientifici o strani casi della vita ci appaiono oggi normali, ma ripresi da scrittori e registi appaiono invece come storie mostruose e spaventosissime. Di esempi ce ne sono stati a decine: da Frankenstein di Mary Shelley, al film The Prestige, dalla serie TV Altered Carbon a Pet sematary. Forse a dimostrazione che le paure peggiori che siano state create negli anni sono derivate spesso da una somiglianza con la realtà.

E’ horror? E’ fantastico? È vero. Cosa può esserci di più spaventoso, infine, di un essere umano?

Arduino e la Lipperini ci accompagnano nell’osservazione di come siano cambiate le figure dell’horror dopo la classificazione di King. E la sensazione è che in verità sia cambiata la provenienza della paura, non più generata da “fuori” (il diavolo, i fantasmi, le streghe, la Cosa) ma una paura che venga da “dentro” di noi, dall’interno del nostro corpo e dalla nostra mente. E così le figure che tanto ci spaventavano sono state addomesticate dalla letteratura, dal cinema, dai fumetti, e oggi ci somigliano addirittura nelle loro ansie e nella loro volontà di essere simili a noi, di essere accettati, di risolvere i loro conflitti. Una scia di mostri che invece di farci chiudere gli occhi, a volte ci fanno sorridere o battere il cuore (Lucifer, Streghe, Sabrina, The Good Place, Twilight, The Walking Dead). Il fantastico allora ha trovato nuovi spunti provenienti dalla moderna società e dalle sue mancanze, ed è nata la distopia, che oggi è pervasa dalla stessa sensazione di paura di un vero e proprio horror, perché è tanto simile alla nostra storia, a quello che è già accaduto o potrebbe accadere. Eppure, come dichiarano i due autori, alla letteratura di oggi viene chiesto di essere reale, di prendere spunto dalla vita.

Il realismo è solo una deviazione, una necessità di tutti coloro che intendono essere rassicurati su come sono, su cosa fanno.

Ma la fantasia continua a muoversi verso forme sempre diverse eppure sempre uguali, perché alla fine le paure dell’essere umano sono sempre le stesse da millenni: vivere, morire, scomparire, non lasciare nulla oltre il nostro corpo. E finché queste paure esisteranno anche la letteratura horror continuerà a vivere, nutrendosi di nuovi timori a seconda dei vari cambiamenti della società. Perché consiglio questo piccolo saggio? Perché è ben scritto, scorrevole, mai noioso; perché mi ha fatto spesso sorridere mostrandomi i vari cambiamenti a cui abbiamo assistito senza rendercene conto; perché ha proseguito in maniera egregia lo studio iniziato da King, definendo nuove figure e nuove paure. E, non ultimo, perché Loredana Lipperini ci delizia con quattro racconti horror molto brevi ma vi assicuro intensi! Un gioiellino per tutti gli amanti del maestro e anche per chi ama semplicemente parlare di letteratura e scoprirne i suoi segreti.


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