
Estranea – Yael Van der Wouden

Titolo: Estranea
Autore: Yael Van der Wouden
Editore: Garzanti
Genere: romanzo
Pagine: 258
Prezzo: 18,00
Trama libro
Solo in casa Isabel si sente protetta. Lì, da bimba, ha potuto giocare felice, al riparo dai bombardamenti. Ancora oggi, vent’anni dopo, quei muri la difendono. Saldi e immobili, come lei. Per questo tutto deve essere in ordine: le posate allineate, le stoviglie lucidate, il giardino senza erbacce. Un mattino, però, Isabel trova la scheggia di un piatto di porcellana. La prima incrinatura in un mondo perfetto, a cui ne segue presto una seconda, ben più grave. Quel giorno, si presenta sulla soglia di casa Eva, la nuova fidanzata del fratello, che Isabel è costretta a ospitare per qualche tempo. Eva è l’estranea. Ha i capelli ossigenati tagliati troppo alla moda, un rossetto rosso troppo audace. Soprattutto, è troppo piena di vita e di entusiasmo, che riversa nelle stanze in cui echeggiano passi di danza e risate. Nulla è più immobile come prima. Eva ruba il silenzio – o, forse, lo sta dissipando. Mentre fuori la primavera tarda a mostrarsi, Isabel sente sciogliersi un nodo nel petto. Non solo. Sente anche una pulsione, una gravità ineluttabile, che la spinge, suo malgrado, verso Eva. Eppure, qualcosa le dice di rimanere vigile. Perché Eva fa molte domande. Forse la sua non è solo curiosità. Forse c’è un segreto in quelle mura, un segreto che non appartiene a Isabel. Appartiene alla casa stessa, a pareti che non sono permeate di silenzio bensì di grida disperate e mai sopite.
Autore libro
Yael van der Wouden, classe 1987, è una scrittrice olandese. “Estranea“, il suo romanzo d’esordio, è stato comprato da ben 25 paesi prima ancora che venisse pubblicato, sulla base del manoscritto che la sua agenzia letteraria aveva inviato alle principali case editrici di tutto il mondo. Uscito in America e in Inghilterra, ottiene un successo immediato, arrivando tra i finalisti del Booker Prize e vincendo, l’anno successivo, il Women’s Prize for Fiction.
Recensione
Quando un romanzo è così tanto atteso, ancora prima della sua uscita, ho sempre timore a leggerlo per paura che le aspettative possano essere deluse. Ho terminato ora “Estranea” e posso dire che non è quello che mi aspettavo. E’ molto di più. La prima cosa che mi ha colpita è stato lo stile, che fin dai primi capitoli sembra rispecchiare la vicenda e il carattere dei protagonisti. È una scrittura che può apparire fredda e distaccata, veloce e quasi sospesa. Spesso nei dialoghi le frasi vengono iniziate e mai finite; è un continuo interrompere il flusso del discorso, è sempre un non detto, che ti dà la sensazione che ci siano tante cose nel passato dei tre fratelli che l’autrice voglia tenere nascoste. L’atipicità che attraversa questo romanzo si riflette anche nella narrazione stessa: i fatti vengono esposti in modo frammentato, e persino la voce narrante continua a interrompersi, lasciando il racconto sospeso, in bilico. Il narratore esterno filtra tutto attraverso lo sguardo di Isabel e questa prospettiva genera un senso crescente di oppressione, hai quasi la sensazione che ti manchi l’aria. Ti senti intrappolato tra le mura della sua casa, dentro una vita scandita da ossessioni compulsive, da una solitudine che è iniziata come sicurezza e lentamente si è trasformata in insofferenza verso il mondo esterno.
Quando vengono rievocati gli anni successivi alla guerra, la paura di Isabel di essere cacciata di casa e di perdere quel poco che le resta, il peso che grava sulle sue spalle diventa tuo ed è soffocante.
E poi Louis se n’era andato e la vita era diventata più silenziosa, poi Hendrick era scappato e la vita era diventata ancora più silenziosa. Le stanze erano diventate cavernose. La madre si era ammalata. La madre era morta. Isabel non aveva mai conosciuto una solitudine simile, che arrivava senza la promessa di andarsene.
Eva arriva a destabilizzare l’equilibrio triste della sua vita, fatto di silenzi e di assenze. Eva che fa domande, che tocca gli oggetti che nessuno ha mai potuto utilizzare, Eva che dorme nella stanza della madre, bloccata nel tempo da anni. Persino nella parte centrale del romanzo, quando Isabel scopre cosa significa provare amore e desiderio per un’altra persona, anche in quel momento vivi la sua passione con uno struggimento che si accosta alle scene d’amore in modo inconsueto. Riesci a sentire tutte le incertezze di Isabel, le sue paure, il suo bisogno disperato di avere una persona che le appartenga. Un bacio non è più solo un bacio, ma una necessità fisica di appartenere a qualcuno e di possederne l’anima, di respirare la sua aria, e infilarsi sotto la sua pelle. E quando arriva, la perdita è mancanza di ossigeno, è spegnere una luce che non era mai stata accesa.
Che cos’era la gioia, comunque. Che valore aveva una felicità che lasciava dietro di sé un cratere grande il triplo del suo impatto.
Ogni emozione che questa autrice decide di descrivere diventa un viaggio sensoriale, acuto e malinconico. E quando pensi che il tuo cuore abbia sopportato abbastanza pena, arriva una verità così ben nascosta nelle pagine di queste vite, tra le pieghe della Storia, che tutto si trasforma in un dolore ammantato di impotenza. Quel disagio che avevi provato davanti alla vita di Isabel si frantuma, e si ricostruisce in un’angoscia così grande che ti sembra incontenibile. E quella frase, che era passata inosservata, ti torna in mente e vai a cercarla per rileggerla, ancora e ancora, finché non senti tutta l’amarezza e la disperazione con cui è stata pronunciata; una disperazione che ha segnato per sempre la Storia. Un romanzo straordinario, potente, che dimostra come tutti abbiamo bisogno di essere desiderati e amati, anche quando ci impegniamo a evitare l’amore. Due donne forti, Isabel e Eva: una vuole essere amata e l’altra vuole essere vista, riconosciuta, chiede giustizia. E, alla fine, un messaggio positivo: con la giusta dose di onestà e moralità alcuni torti possono essere, se non cancellati, quantomeno riconosciuti, che è sempre il primo passo da compiere per evitare che vengano ripetuti. Un libro eccezionale. Una lettura imperdibile.