Foxglove – Adalyn Grace
Titolo: Foxglove
Autore: Adalyn Grace
Editore: Rizzoli
Genere: fantasy, mistery
Pagine: 458
Prezzo: 18,00
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Trama libro
“Signa Farrow non riusciva a non pensare a quel fiore così affascinante e così tossico, e alla residenza della sua famiglia che ne condivideva il nome comune, Foxglove, digitalis purpurea, mentre fissava il cadavere dell’ex duca di Berness.” Un uomo è stato assassinato. Il signore di Thorn Grove è stato incastrato. E Fato, l’inafferrabile fratello di Morte, ha preso residenza in un sontuoso palazzo lì vicino. Fato è determinato a vendicarsi, dopo che Morte ha preso la vita della donna che amava molti anni fa: vuole Signa per sé, a qualunque costo. Signa e sua cugina Blythe sono certe che Fato possa aiutarle a salvare Elijah Hawthorne dall’ingiusta prigionia, ma più tempo trascorrono con lui, più spaventosa diventa la loro realtà. Signa inizia a mostrare nuovi poteri che la collegano al passato di Fato. Misteri e pericoli si annidano dietro ogni angolo e le due cugine devono imparare a capire di chi fidarsi, mentre i loro destini rimangono in bilico tra gli omicidi mai svelati che perseguitano la loro famiglia e gli inaspettati giochi di Fato…
Autore
Adalyn Grace è una autrice americana di fantasy best seller del New York Times, già apprezzata per una dilogia non ancora arrivata in Italia. La nuova trilogia è stata invece tradotta per noi da Rizzoli che ha pubblicato il primo volume “Belladonna” e il secondo “Foxglove“.
Recensione libro
Arrivata alla fine del secondo capitolo della saga di Adalyn Grace mi sono resa conto che avevo mal giudicato questi libri. “Belladonna” sembrava avere infatti un finale piuttosto autoconclusivo, almeno per quanto riguardava il rapporto tra Signa e Morte ed ero convinta che nei successivi capitoli la protagonista si sarebbe ritrovata a dover investigare su nuovi casi. Invece, a sorpresa, il libro si apre con un plot twist che nessuno poteva immaginare, perché la Grace ci aveva tenuto abilmente all’oscuro del passato di Morte. “Foxglove” è per buona metà del racconto incentrato sul triangolo di amore odio tra Signa-Morte-Fato. La rivelazione di Fato arriva inaspettata ma credibile, e per tutto il libro, per quanto si possa detestare il nuovo arrivato, devo dire che ho provato una certa tristezza nei suoi confronti. I personaggi sono sempre più caratterizzati, prendono una forma più concreta rispetto al primo volume, soprattutto Morte.
L’intreccio è irresistibile sia dal punto di vista della parte romance, che qui è molto più sviluppata, sia per quanto riguarda la parte mystery e l’omicidio che Signa deve assolutamente risolvere per salvare il padre di Blythe. Signa aveva appena accettato i suoi poteri di mietitrice, quando arriva la confessione di Fato a far vacillare le sue convinzioni. Eppure, proprio perché tutto potrebbe avere un senso, la ragazza, che ha finalmente trovato una famiglia e un amore incondizionato, ha paura che tutto possa cambiare e che lei possa perdere quello che ha pazientemente atteso per anni. L’incertezza la preoccupa perché ora che finalmente ha qualcuno che la accetta per quello che è, non vuole assolutamente perderlo.
«Mi hai chiesto cosa voglio e ciò che voglio è sapere che non mi lascerai anche tu. Non importa cosa sono o non sono. Non importa cosa tenta di fare tuo fratello; dimmi che resterai al mio fianco»
E’ stata una lettura scorrevole e piacevole tanto quanto la prima; l’autrice infatti è stata brava nel creare due linee di avvenimenti che ti tengono incollato alle pagine fino alla fine. Anche in questo caso ha disseminato lungo la strada piccoli indizi, ma ero talmente presa a risolvere l’enigma di Fato che ho rimesso insieme i pezzi troppo tardi, anche se alcuni personaggi mi avevano dato l’impressione di avere qualcosa di sbagliato. La Grace ha fatto un buon lavoro, di nuovo, e sono certa che anche questo secondo volume piacerà. Il finale spiazzante lascia con tanta curiosità di finire la storia e soprattutto con la voglia di ritrovare ancora questi due protagonisti che, con il loro strano e non comune sentimento mi stanno facendo sognare.
La risata di Morte era il più inebriante dei veleni e, malgrado fosse sempre più infastidita, Signa scoprì che non c’era molto altro che preferisse se non affogarci dentro.
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