
La primogenita – Sonia Milan

Titolo: La primogenita
Autore: Sonia Milan
Editore: Garzanti
Genere: romanzo
Pagine: 466
Prezzo: 18,00
Trama libro
Roma, 1849. Floreat in adversis: fiorisca nelle avversità. Queste parole sono incise all’interno dell’antico medaglione che Ortensia stringe al petto per trovare coraggio. Tutt’intorno, Roma fa sentire la propria voglia di indipendenza, e lei vuole seguire quel fiume ribelle per cambiare vita. Cresciuta orfana, sa che quel ciondolo è l’ultimo dono di una madre che le ha dato il nome di un fiore perché, anche nella terra più brulla, un seme riesce sempre a germogliare. Con il passare degli anni, il medaglione e la sua eredità si tramandano di generazione in generazione. Ogni primogenita lo porterà al collo per credere nei propri sogni anche quando sembra impossibile realizzarli. Così è per la figlia di Ortensia che, in una Parigi infiammata dalla rivolta della Comune, segue i cronisti dell’epoca armata di taccuino, anche se una donna non può fare la giornalista. È invece la nascita di una bambina illegittima a vanificare il sogno di Violette di fare la ballerina, ma proprio l’amore per la sua primogenita la spronerà a non arrendersi mai. Quella primogenita francese che a Roma vuole aprire un atelier di moda tutto suo, a dispetto del nazionalismo esasperato del fascismo. Dopo di lei, Erica lotta per diventare medico in un ambiente fatto solo di uomini e sua figlia, macchina fotografica al collo, non si fa spaventare dai tumulti degli anni di piombo. Tocca a Iris, infine, scoprire da dove viene quel medaglione e dove tutto è cominciato.
Recensione libro
Ci sono romanzi che ci chiamano per nome fin dallo scaffale della libreria. Un’occhiata alla copertina, uno sguardo alla trama, e ne siamo subito affascinati. Ma rispondono davvero tutti alle nostre aspettative? Purtroppo no. Esisterà sempre quel libro che non ci soddisfa completamente, e ogni volta è un vero dispiacere, almeno per me. Mi è accaduto proprio con “La primogenita”, questa saga familiare tutta al femminile, che aveva in sé tutti i presupposti per essere un’ottima storia. Due sono gli elementi che mi hanno attratta e che potevano risultare la forza del libro. Primo fra tutti, l’intreccio: quasi tre secoli di storia Europea (italiana in particolare), ripercorsi attraverso le vite di donne straordinarie, tutte discendenti da Ortensia, una ragazza orfana, povera, ma decisa a cambiare il suo futuro. Dai moti del 1848 a Roma, Ortensia da inizio a una discendenza di figure femminili a cui verrà dato il nome di un fiore, e che otterranno in eredità un medaglione di valore, sul quale è stato inciso il motto che le accompagnerà tutte: “FLOREAT IN ADVERSIS”, fiorisca nelle avversità.
Ognuna di queste figure femminili incarna i valori di un particolare momento storico: giustizia, democrazia, femminismo, libertà, modernità. Tutte le donne protagoniste di questa storia devono trovare la forza di rialzarsi da una vita che ha cercato di abbatterle. Il secondo elemento affascinante è proprio lo sfondo storico: sono secoli di lotte e cambiamenti sociali, mode che si susseguono una all’altra, e le vite delle protagoniste si intrecciano a quelle di figure storiche, artistiche, letterarie, realmente esistite che mescolano la realtà alla fantasia. Il lavoro di ricostruzione storica da parte dell’autrice è stato eccezionale, ed è affascinante seguire le vicende di queste donne mentre incontrano Garibaldi, Picasso, Renoir, scienziate e filosofi, giornalisti famosi e donne che, a modo loro, hanno fatto la Storia. Ma allora, chiederete, qual è il problema? Se all’inizio ho trovato questo elemento davvero affascinante, devo ammettere che da metà libro ho avuto la sensazione che lo sfondo prendesse il sopravvento sulle vicende familiari, e che questa scelta narrativa, invece di aggiungere qualcosa al libro, stesso togliendo importanza alle vite di queste donne. Purtroppo man mano che la storia prosegue la caratterizzazione delle protagoniste si fa sempre più superficiale e ti sembra di non conoscerle davvero. Quella che era una scrittura elegante e piena di fascino si è fatta lenta e ripetitiva, e la seconda parte del romanzo risulta poco scorrevole. Come giudizio finale, dunque, non posso dire che mi sia piaciuto, ma riconosco l’importanza del tema che ha voluto affrontare: le sue protagoniste sono tutte donne innovative, coraggiose e resilienti, che hanno vissuto seguendo alti ideali e che hanno cercato di migliorare la società, spesso scontrandosi con i pregiudizi delle loro epoche. Se solo fosse riuscita a dare loro più consistenza e spessore, sarebbe stata una delle letture più belle di quest’anno.