Misery – Stephen King
Titolo: Misery
Autore: Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: horror
Pagine: 400
Prezzo: 10,00
Trama libro
Paul Sheldon, un celebre scrittore, viene sequestrato in una casa isolata del Colorado da una sua fanatica ammiratrice. Affetta da gravi turbe psichiche, la donna non gli perdona di avere «eliminato» Misery, il suo personaggio preferito, e gli impone, tra terribili sevizie, di «resuscitarla» in un nuovo romanzo. Paul non ha scelta, pur rendendosi conto che in certi casi la salvezza può essere peggio della morte…
Autore
Cosa dire del “Re del brivido”? Che nel suo nome era già previsto un futuro abbagliante all’interno di un genere che prima di lui ha avuto nomi autorevoli come Lovecraft e Poe. Ma il Re è il Re. Una vita complicata e non sempre serena, la sua, cosa che non tutti sanno. Tentativi disperati di pubblicare un romanzo mentre lavora come insegnante; droga, alcool, una famiglia da mantenere; un incidente stradale che lo ha costretto a letto per quasi due anni all’apice della sua carriera.
Eppure King prosegue per la sua strada, con le tasche ancora piene, dopo tanti anni, di racconti preziosi che risvegliano le nostre più nascoste paure e ci inchiodano alle pagine. Oggi viene considerato tra i più grandi scrittori di letteratura fantastica, in particolare horror, del nostro secolo e di quello scorso. Ha pubblicato più di 70 opere (alcune con lo pseudonimo di Richard Bachman) e ha collaborato con registi famosi per le trasposizioni dei suoi romanzi, da Brian De Palma a Stanley Kubrich, John Carpenter, J.J. Abrams, Rob Reiner e Lawrence Kasdan. Tra i suoi libri più famosi si possono citare “It”, “Cujo”, “Christine”, “Pet Sematary“, “Carrie”, “L’incendiaria” e “Misery”, fino ai più recenti “Il miglio verde”, “L’acchiappasogni”, “The Dome”, “Sleeping Beauties”, “La scatola dei bottoni di Gwendy”, “The outsider” e “Elevation“. Tra le raccolte di racconti ricordiamo “Stagioni diverse“, “Quattro dopo mezzanotte“ ,”Il bazaar dei brutti sogni“ e “You like it darker“. Mentre grande successo hanno avuto anche i suoi tentativi thriller, tra cui la trilogia di Hodges: “Mr. Mercedes“, “Chi perde paga” e “Fine turno”.
Recensione
E’ difficile parlare di “Misery“, anche se è uno dei romanzi più famosi e acclamati del maestro. Nonostante sia uno dei primi, io l’ho letto solo da poco, dopo aver seguito lo sviluppo della sua scrittura negli anni; eppure tornare alle prime storie è sempre un piacere (anche se forse il termine più corretto dovrebbe essere “orrore”, perché fidatevi, l’ansia che riuscivano a comunicare i suoi primi romanzi era davvero quasi insostenibile). “Misery” è stato un libro particolare per me fin dalle prime pagine: sono stata catapultata nell’orrore della situazione, che non ammette preamboli e non ti dà il tempo di conoscere il protagonista. Lo ritrovi già immerso in quello che risulterà non solo come il suo peggiore incubo, ma anche il tuo, e forse proprio perché non hai il tempo di prepararti alla tragedia, di attenderla con quel misto di curiosità e ansia che permea i suoi libri, “Misery” ti colpisce con tutta la crudeltà e le realtà della situazione.
Scoprì tre cose quasi simultaneamente. La prima era che Annie Wilkes aveva un’ingente scorta di Novril. La seconda era che lui aveva sviluppato dipendenza dal Novril. La terza che Annie Wilkes era pericolosamente pazza.
L’assurdità dell’evento e la consapevolezza che Paul non ha modo di uscire da quella casa, ti immergono con immediatezza in un pozzo di terrore e ansia, facendoti domandare cosa potrebbe accadere di ancora più terribile che essere stato sedato e rinchiuso in una stanza da una sconosciuta folle che sostiene di essere la tua più grande fan. Ma con Stephen King certe domande non dovresti mai pensarle, perché le risposte sono lì a portata di mano e aspettano solo che la tua mente riesca a sopportarle. La storia inizia con lentezza, senza grande azione, e si svolge esclusivamente all’interno della casa di Annie. A differenza delle sue storie classiche, qui non troverete mostri, spiriti, streghe o clown assassini, ma solo due personaggi estremamente reali: uno scrittore dipendente dal suo lavoro, e un’infermiera serial killer. E’ forse questa loro verosimiglianza che fa tanta più paura; vi troverete di fronte a un romanzo psicologico nel quale Paul Sheldon avrà fin troppo tempo per indagare su se stesso e sul suo carnefice. Quello che avviene in quella stanza (nella solitudine di una casa immersa nel silenzio e sperduta nel nulla), le piccole torture che Paul è costretto a sopportare da parte di Annie, sono tanto più opprimenti quanto più arrivano inaspettate. Tutto il romanzo è un crescendo di ansia e inquietudine e ti sembra quasi di provare lo stesso terrore di Paul nel sentire la porta della camera che si apre. La follia surreale e crudele di Annie Wilkes è talmente raggelante che hai paura a proseguire la lettura, incapace di immaginare cos’altro potrebbe fare.
La risposta di Paul a tanta pazzia è comprensibile e strana allo stesso tempo: il suo gettarsi a capofitto nella scrittura, nonostante tutto quello che accade, è sia un modo per sfuggire temporaneamente all’orrore, sia una necessità sua personale alla quale non può rinunciare. La creazione di una nuova storia è per Paul Sheldon talmente vitale da imporlo a proseguire, perché Paul non vuole finire il nuovo libro di Misery per accontentare Annie, Paul vuole davvero sapere come finirà la nuova storia.
Niente riusciva mai a guastare il suo scrivere. Niente aveva mai potuto inquinare quel folle pozzo di sogni, né bottiglia, né droga, né dolore. E si rifugiò anche questa volta in quel pozzo. E cominciò a bere, che è come dire che trovò lo spazio vuoto sulla carta e vi precipitò felicemente dentro.
Curioso. Col senno di poi si potrebbe dire che c’è molto del maestro nella vita di Paul Sheldon. In ogni caso, la follia che piano piano si impossessa anche dello scrittore si ripercuote nelle pagine del suo manoscritto, e il lettore riesce a seguirne gli sviluppi leggendo quelle pagine in cui, inconsapevolmente, sta inserendo la sua esperienza mortale. Devo dire che, nonostante la sua staticità, l’ho trovato uno dei romanzi di King più carichi di tensione e più spaventosi, forse per quella sensazione di impotenza che si percepisce per tutta la storia. Come spesso accade nei suoi libri, le citazioni e i richiami ad altre storie non mancano: bellissimo l’inserimento dell’incendio dell’Overlook Hotel di Shining. Quindi, amanti dell’horror oppure no, direi che “Misery” è sicuramente un romanzo che ha fatto storia, e che si pone tra le opere più belle di questo genere. Non può quindi mancare nella vostra collezione del maestro dell’orrore.
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