The end – Francesco Grandis
Titolo: The end
Autore: Francesco Grandis
Editore: LaCorte
Genere: distopico, fantascienza
Pagine: 367
Prezzo: 18,90
Trama libro
Nuova Venezia, 129 Anno Pacis (più o meno il 2217 del calendario che corrispondeva al tempo prima della Grande Pace). Matt Freeman ha trentasei anni e gliene resta da vivere poco più di uno. E’ un corto, purtroppo, uno dei pochi che restano. Il suo primo giorno di morte è stato infatti calcolato alla nascita a soli 38 anni. La popolazione della nuova società vive in media 120 anni e sono davvero poche le persone che scadono così presto come Matt. E di certo è un peccato avere così poco tempo a disposizione ora che la Terra è diventata un pianeta perfetto, privo di tutti quei mali che la affliggevano due secoli prima. Niente più guerre, fame, razzismo, povertà, malattie. La robotica ha fatto miracoli e le nuove intelligenze artificiali rendono la vita semplice e priva di ostacoli. Segnato fin da bambino dalla sua diversità, guardato con compassione e sentendosi insoddisfatto e incompleto, Matt decide di farsi cancellare la memoria della sua data di morte e ritirarsi in una comunità di nostalgici, individui che vivono inconsapevoli della loro scadenza.
Ma un anno passa in fretta e quando arriva il fatidico giorno, si manifesta un singolare imprevisto: Freeman non muore. Qualche volta può succedere, è normale, ma quando i giorni di sopravvivenza iniziano ad aumentare, Freeman e alcuni suoi intimi amici accorsi per l’ultimo saluto, si ritrovano coinvolti in quelli che sembrano tentativi di ucciderlo. Tutto quello che accadrà da quel giorno non ha più senso: perché qualcuno si ostina a volere la sua morte? Cosa nasconde questa società perfetta che regola l’esistenza di tutti? In una corsa contro il tempo, Freeman e i suoi compagni si getteranno in una fuga alla ricerca di risposte.
Autore
Francesco Grandis è un autore italiano, classe 1977, laureato in ingegneria elettronica. Nel 2009 lascia il lavoro nel campo della robotica e parte per un viaggio intorno al mondo, da cui nascerà il suo primo romanzo “Sulla strada giusta”. Nel 2021 pubblica invece “The end” un distopico di fantascienza.
Recensione
“The end” di Francesco Grandis è un distopico di fantascienza che utilizza i cliché del suo genere in modo diverso e interessante, non tanto per l’intreccio quanto per i risvolti psicologici e filosofici, come vi accorgerete a metà lettura. Siamo in un futuro totalmente inaspettato, dove al posto del consueto scenario di distruzione e desolazione, troviamo un pianeta Terra libero da tutti quei mali che lo affliggono oggi: povertà, fame, catastrofi naturali, razzismo, guerra, malattie. Un mondo non solo perfetto, ma dove la tecnologia ha fatto progressi impensabili e la vita umana è sorretta da una struttura che ha come unico scopo quello di facilitare l’esistenza. Medichip impiantati nei neonati permettono a nanorobot di curare qualunque tipo di malattia, danno o incidente possa capitare; interfacce neurali permettono all’uomo di entrare nella Rete e trovare all’istante tutto ciò di cui ha bisogno; viaggi interspaziali; intelligenze domestiche che si preoccupano delle esigenze dei singoli, dai pasti alle pulizie.
Unico tasto dolente che la scienza non è ancora riuscita a spiegare e a bloccare e la ASDS, la sindrome di morte asintomatica che ha iniziato a manifestarsi dopo la Grande Pace. Abbiamo una popolazione costituita da “lunghi” (persone che vivono mediamente 120 anni) e da pochi “corti”, che possono arrivare anche solo a 30 anni. Ma analizziamo prima le caratteristiche di questa nuova società perfetta, buona, facilmente vivibile, ma forse da un certo punto di vista anche noiosa. L’essere umano è abituato ad avere tutto senza nessuno sforzo, tanto da aver dimenticato le funzioni basilari, come addirittura cucinare, e per provare nuove emozioni ha stilato una lista di 5000 cose da fare prima di morire. Un po’ triste. Direi quasi troppo perfetta come vita, ma questo è il dramma dell’uomo: non siamo mai soddisfatti. E forse è il dramma di Freeman, corto, influenzato per tutta la vita dalla sua data di morte e con l’eterna sensazione di insoddisfazione, che tenta di sopprimere diventando un “nostalgico”.
Quando hai tutto il necessario, dicono, la perfezione si raggiunge togliendo il superfluo.
La trama si dipana in modo scorrevole e ha un andamento abbastanza omogeneo, grazie a una scrittura fluida e accattivante, a volte persino divertente. Ho notato alcuni passi un pochino più lenti, è vero, come se alcune interazioni tra i protagonisti non siano state descritte con il giusto trasporto, ma verso la fine l’intreccio inizia a sciogliersi in un modo assolutamente inaspettato e non ci sono più stalli.
Il finale è la grande forza, secondo me, di questo libro: una scelta, quella dell’autore, con cui si può essere d’accordo o meno, ma che apre la strada a una discussione filosofica sul valore della vita di un singolo uomo, su quello a cui saremmo disposti a rinunciare per raggiungere un bene comune superiore, e soprattutto sulla libertà individuale che influenza il benessere della collettività. Un tema estremamente delicato che traspare da quello che sembra un semplice thriller fantascientifico e che invece fa pensare. Se fossimo davvero in grado di migliorare la nostra vita come accade ai protagonisti del romanzo, quali compromessi riusciremmo ad accettare? E una vita come quella della nuova società è davvero la migliore? Al di là dei palesi miglioramenti pratici, un’esistenza può essere ritenuta perfetta solo perché gestita in modo impeccabile dalle intelligenze artificiali?
«Il concetto di perfezione è una invenzione umana» proseguì Hoffmann. «Il protocollo 102 attribuisce a Cyclop una caratteristica che non può avere. Cyclop non è un dio, è solo una macchina»
E forse chissà, alla fine, nonostante il finale mi abbia lasciato sorpresa e incerta, mi sono immedesimata in Freeman e ho pensato che anch’io avrei fatto la stessa scelta. Discutibile, certo, ma aperta a mille possibili altre opzioni. Un racconto quindi godibile per gli amanti della fantascienza e della distopia, che si lascia leggere con piacere e curiosità e che vi stupirà, ne sono certa, per le sue implicazioni e per la precisione con cui è descritta la nuova società futuristica dominata dalla robotica.
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