
Verdetto Finale – Giannicola Nicoletti

Titolo: Verdetto finale
Autore: Giannicola Nicoletti
Editore: Self publishing
Genere: thriller
Pagine: 242
Prezzo: 15,98 cartaceo/5,99 ebook
Trama libro
Henry Malone, un tempo agente di polizia di Houston, vede la sua vita crollare dopo una tragedia devastante.
Abbandonata la divisa, in otto anni diventa il più astuto e spietato avvocato del Texas.
In Verdetto Finale, tensione e brutalità si mescolano in un gioco perverso, dove giustizia e vendetta si fondono fino a sfociare in un sadismo estremo e assoluto.
Autore libro
Giannicola Nicoletti è un autore italiano, che ha lasciato la sua Matera per stabilirsi in Brasile dove si dedica alla scrittura. Pubblica horror, thriller e pulp. Dopo “Incubo reale”, “La cattedrale del male”, “Gioco di sangue” e “Una parte di me“, è uscito “Verdetto finale“.
Recensione
Ho deciso di leggere questo romanzo per una sorta di scommessa con l’autore, che mi assicurava che una storia così forte, violenta e cupa non l’avevo mai trovata. Abituata alle scene pulp di Niccolò Ammaniti, che mi ha introdotta a un mondo efferato e cupo, non credevo che avrei perso. Ma così è stato. Un’avvertenza prima che vi cimentiate con questa lettura: non è per tutti. Se siete amanti di horror, thriller o pulp brutali e feroci, non abbiate paura, ma se siete deboli di stomaco o facili da impressionare, vi consiglio di cambiare romanzo. Ma partiamo dalla scrittura: scorrevole, incisiva, veloce, non impiega molte descrizioni ma gli bastano davvero poche parole per dipingere un orrore difficile da immaginare. Usa un linguaggio scurrile e crudo, che sa comunicare un senso di sgomento e di disturbo. Mentre leggi alcune scene provi un senso di claustrofobia, quasi non riuscissi a respirare, tanto è profondo l’abisso in cui cade il protagonista e sadiche e disumane sono le sue vendette. Ed è proprio questo l’elemento cardine del romanzo: Henry Malone e la sua personale visione di giustizia. Malone è un ex poliziotto che il destino ha spezzato per sempre e il cui concetto di pena non coincide più con quello della società che ha servito per tanti anni.
Eravamo in molti a trovare inadeguato il modo in cui il governo concedesse il trapasso alla feccia che ormai invadeva le nostre strade. La legge considerava l’iniezione letale la più nobile soluzione per mettere fine alla vita di un essere umano ma, personalmente, non l’avevo mai trovata abbastanza appagante.
In questa storia Henry dovrebbe essere l’eroe, il protagonista che vendica i torti subiti, le ingiustizie rimaste impunite. Ma dopo poche pagine ti chiedi già se hai davanti un giustiziere o uno spietato vendicatore. Cerchi di capire in quale momento il suo desiderio di giustizia è diventato sete di vendetta. Quando ha iniziato, Henry, a godere delle punizioni che infligge? A provare piacere nel provocare dolore? E quando le sue azioni arrivano a un livello di sadismo puro, cosa lo distingue ancora dai criminali che perseguita? E’ un gioco in cui i concetti di giustizia e vendetta si mescolano così profondamente che non riesci più a distinguerli. Sai solo che Henry sta esagerando, vorresti che smettesse, perché è un protagonista che non riesci a giustificare o a perdonare; non provi compassione né riesci a empatizzare con lui. Provi solo un forte senso di disagio, soprattutto quando ti rendi conto, col progredire della storia, che Malone non prova nemmeno più soddisfazione in quello che fa. Ormai quello che sente dentro di sé è solo un grande vuoto; è come se avesse bisogno di spingersi sempre un po’ più in là per provare qualcosa, qualsiasi cosa.
Ripensando a ciò che avevo appena visto, mi resi conto che il livello del mio sadismo aveva raggiunto un picco tale da credere che non sarei mai riuscito a spingermi oltre.
Quello che forse è iniziato come un modo per rimettere ordine in un mondo che considera marcio è diventata ormai una scusa per andare avanti, come se mantenere vivo tutto il dolore (il suo e quello delle sue vittime) potesse impedirgli di dimenticare e gli concedesse una ragione per vivere. Forse è vero che le condizioni esterne possono davvero tirar fuori il peggio di un uomo, che per natura è fatto di ombre e luce, ma è anche vero che Malone poteva scegliere di non diventare tutto quello contro cui aveva sempre combattuto. Eppure alla fine, incredibilmente, nonostante io abbia continuato a condannarlo per la violenza e l’efferatezza con cui si abbatte sulle sue vittime, devo dire che ho provato dispiacere per lui, quando mi sono resa conto di quanto tutto ciò fosse inutile. È stata una lettura di quelle che ti sconvolgono l’anima ma che ti fanno anche pensare, perché Malone è un protagonista complesso, molto più dei criminali che vuole punire ed è interessante seguirlo nella sua caduta verso il basso. Quindi preparatevi alle scene più inquietanti, perverse e brutali che abbiate mai letto, e a conoscere un protagonista che non amerete, ma che ugualmente vi scuoterà la mente.