Lightfall. La luce perduta – Tim Probert

Lightfall. La luce perduta – Tim Probert

Titolo: Lightfall. La luce perduta

Autore: Tim Probert

Editore: HarperCollins

Genere: graphic novel

Pagine: 253

Prezzo: 15,00


Trama

Beatrice vive con il nonno nella sua bottega di pozioni e medicamenti, nei quali il Verro Mago è specializzato. Ma ultimamente l’anziano tende a dimenticare le cose e la piccola Bea è in costante ansia. Tutte le sue paure si fanno reali il giorno in cui torna a casa e trova solo un biglietto in cui l’anziano maiale le dice di non preoccuparsi: si è ricordato all’improvviso del compito che gli è stato affidato di controllare il Sigillo del Dormiente Inquieto, ma tornerà presto. Sconvolta, Bea parte alla sua ricerca, alla quale si unirà uno strano individuo, Cadwallader, ultimo sopravvissuto della razza dei Galduriani, che sperava nell’aiuto del Mago per ritrovare la sua famiglia. La ricerca si trasformerà ben presto in un’avventura pericolosa, durante la quale Bea perderà l’unica cosa che il nonno le aveva fatto giurare di proteggere: la Giara della Fiamma Eterna! Ormai non può più tirarsi indietro, nonostante la sua ansia cresca a ogni passo; la Giara è l’ultima possibilità di salvezza di Irpa, la loro terra che sta sprofondando nelle tenebre da quando il Sole è svanito. Bea e Cad dovranno proseguire il viaggio, affrontando mostri crudeli e assassini, pur di ritrovare il nonno e salvare il paese.


Autore

Tim Probert è un illustratore americano, specializzato in libri per bambini. Lavora anche per riviste e agenzie di pubblicità. Il primo volume della storia di Lightfall “La luce perduta” ha già ottenuto un notevole successo.


Recensione

Ho scoperto le graphic novel da poco e inizio a comprendere la meraviglia dell’immediatezza: ossia diffondere un messaggio in modo più rapido e più semplice rispetto a un romanzo e allo stesso tempo anche più vivido, perché i disegni riescono a rendere emozioni e sentimenti in modo concreto. “Lightfall. La luce perduta” è il primo volume di una storia per ragazzi splendidamente illustrata e al contempo dotata di un intreccio affascinante. Un piccolo gioiello che non deve passare inosservato; dolce, educativo, avventuroso, divertente persino.

L’ambientazione è curata nei minimi dettagli, cosa che mi ha colpita subito, dalle foreste del regno fino alle botteghe degli abitanti. A questa cura si aggiunge la bellezza di Irpa, una terra dove il Sole non esiste più e il giorno e la notte sono definiti dall’energia emanata dalle Luci, create appositamente per dissipare le tenebre. Una terra ricca di creature differenti, nella quale la natura offre panorami mozzafiato.

Con estrema bravura l’autore ha giocato con i colori delle tavole per evidenziare i diversi momenti della narrazione; e così si passa dai toni caldi e rassicuranti del viaggio di Bea e Cad, alle tinte più fredde usate durante le loro disavventure. Una nota di merito gli va concessa inoltre per aver portato all’interno di un fantasy temi comuni che spesso i ragazzi devono affrontare nella vita. Così i nostri protagonisti, invece di avere poteri magici o abilità particolari, hanno problemi che ci risultano fin troppo reali: il caro Verro Mago, nonostante la sua abilità nel creare pozioni e medicamenti, non è altro che un povero nonnino i cui disturbi di memoria somigliano tanto alla demenza senile. Cadwallader, con tutta la sua allegria e la sua spensieratezza, è in realtà un personaggio che cerca da anni di affrontare la perdita della sua famiglia e della sua intera razza, rifiutandosi di accettare che siano tutti morti. E infine lei, la nostra adorata Beatrice, già segnata da un passato di abbandono, che deve preoccuparsi costantemente del nonno. Le tavole in cui l’autore ci mostra la ragazzina alle prese con i suoi attacchi di ansia sono di una vividezza che fa quasi paura: i colori che si vanno scurendo, le spire che la avvolgono in una morsa, la sua incapacità di reagire e pensare con lucidità, rappresentano in maniera eccezionale i mille dubbi che la assalgono nei momenti di difficoltà.

Anche Cad, nella sua semplicità, le farà capire che la sua paura per tutto quello che la circonda, al di fuori della sua casa e del mondo sconosciuto, potrebbe rovinarle la vita. E il messaggio arriva: non dobbiamo lasciarci travolgere dalla paura di quello che non possiamo controllare, altrimenti l’ansia prenderà il sopravvento e sarà difficile governarla.

Dico solo che è dura vivere in un mondo di cui hai paura.

Una storia ricca di avventura, alla ricerca del nonno scomparso e delle Luci che rischiarano Irpa, mentre una grave minaccia attende i due protagonisti dietro l’angolo. In questo quadro, all’interno di un’avventura strepitosa e pericolosa, nasce un’amicizia curiosa ma sincera che aiuterà entrambi i protagonisti. Questo a dimostrazione che un amico è il bene più prezioso che si possa trovare e che anche le difficoltà più grandi possono essere affrontate se non si è soli. Un messaggio di coraggio per gli adolescenti che affrontano un mondo nuovo che, anche se non ha mostri nascosti nell’ombra, ha comunque le sue difficoltà.

Camminare nelle tenebre con un amico è meglio che camminare alla luce da soli.

E mentre camminiamo in compagnia di Beatrice e Cad attendiamo con ansia il secondo volume.


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2 Comments

  1. Nonostante sia scritto in modo semplice, secondo me 7 anni sono pochi. Più che altro per i concetti che esprime e la complessità della trama. Aspetterei almeno 8/9 anni

  2. Da che età lo consiglieresti? A un bambino di quasi 7 anni che ha finito la prima elementare e si sta approcciando alla lettura e ai fumetti? Troppo presto?

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