L’imperatrice delle anime – Kylie Lee Baker

L’imperatrice delle anime – Kylie Lee Baker

Titolo: L’Imperatrice delle anime

Autore: Kylie Lee Baker

Editore: Fanucci

Genere: dark fantasy

Pagine: 330

Prezzo: 16,90

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Trama

Ren Scarborough non è più la ragazzina scappata dall’Inghilterra: è la dea della Morte che governa gli inferi. Ma di recente i mietitori sono stati avvistati in Giappone ed è solo questione di tempo prima che Ivy, ormai dea della Morte britannica, arrivi a reclamare la sua vendetta. L’ultima speranza è quella di appellarsi al dio delle tempeste e dei mari, in grado di invertire le correnti per allontanare la nave inglese dalle coste giapponesi. Per ottenere il suo aiuto, Ren deve trovare una spada perduta migliaia di anni prima. Insieme al dio della luna, Tsukuyomi, attraversa il Paese in una corsa contro il tempo. E mentre il suo viaggio la costringe ad affrontare pericolosi spiriti yokai e complotti orditi dalle altre divinità, ha bisogno di capire di chi può fidarsi, perché il destino del Giappone è nelle sue mani.


Autore

Kylie Lee Baker è una scrittrice americana il cui lavoro è stato influenzato dalle sue origini giapponesi, cinesi e irlandesi. “La collezionista di anime” è il suo esordio nel dark fantasy, primo volume di una dilogia che prosegue con “L’Imperatrice delle anime“.


Recensione

Nelle ultime notti del XIX secolo, gli umani cominciarono a sussurrare di un nuovo demone, più famelico e crudele di tutti gli altri.

Ero il mostro di cui gli umani parlavano sottovoce di notte. Ero una shinigami, una mietitrice e un’assassina.

Così oscuramente come terminava nel primo volume, questa storia ricomincia nel secondo e ultimo capitolo. La dilogia della Baker si conferma tanto dark, cupa e moralmente discutibile quanto affascinante. Quando ritroviamo Ren nel regno dei morti, a Yomi, una volta ottenuta la sovranità strappata a Izanami, la ragazza mezza mietitrice e mezza shinigami non ha più freni. In una sola notte ha perso tutto quello che aveva, ottenendo in cambio un trono che non riesce ad apprezzare e il potere su un popolo che continua a non accettarla. Neanche ora che è diventata la dea della morte, infatti, gli shinigami giapponesi la venerano come dovrebbero: dopo tutto quello che ha fatto per conquistarsi un posto nel mondo è ancora “l’estranea“, la ragazza inglese che ha usurpato il trono. Per dieci anni sfrutta la sua posizione per ritrovare il fratello Neven, perso nell’Abisso, senza provare nessun rimorso per le migliaia di anime che strappa alla vita solo per diventare più forte. Ma dieci anni nell’oscurità totale, alla mercè di qualcosa di non raccontabile, hanno cambiato il dolce e altruista Neven.

Il mio Neven, dolce, delicato e gentile se n’era andato. Finalmente capiva come ci si sente a portare dentro di sé tanta rabbia da voler annegare il mondo intero nella notte. Avevo sempre desiderato che fosse più simile a me, così da non dovermi scusare per le mie parti più feroci né sentirmi così mostruosa.

Finalmente il mio desiderio si era avverato.

Purtroppo, oltre alla preoccupazione di farsi perdonare dal fratello, Ren deve fermare l’avanzata di Ivy, ora dea della Morte britannica, che ha intenzione di conquistare il suo regno dei morti e vendicarsi di lei. Ren dovrà imparare a fidarsi di nuovo degli altri, cosa che dopo Hiro si era ripromessa di non fare più. Dovrà scendere a patti con divinità giapponesi che la guardano come un’estranea, accettare l’aiuto di yokai di dubbia morale, e soprattutto cercare di proteggere un paese che non la rispetta, ma ha solo paura di lei. Nonostante tutto, ho trovato Ren meno malvagia e più consapevole delle conseguenze delle sue scelte. Mentre nel primo volume la sua forza era l’incapacità di provare alcuni sentimenti umani, ora che è una dea la sua debolezza è provarne alcuni che le divinità non conoscono affatto, come l’affetto e l’amore incondizionato. Mi aspettavo un cambiamento in Ren che non ho trovato; credevo che avrebbe acquisito la consapevolezza della sua forza e l’avrebbe sfruttata a suo vantaggio, invece è ancora la ragazzina insicura e in cerca di approvazione. La storia mi è piaciuta moltissimo e ho apprezzato il finale, ma mi è dispiaciuto notare che nel pantheon delle divinità giapponesi lei è sempre la più debole, nonostante sia la nuova dea di Yomi. Mi sarei aspettata che ci fosse più azione questa volta e che Ren finalmente riuscisse a usare l’oscurità che la avvolge a suo favore, ma la ragazza è ancora trattenuta da quello che è convinta di saper fare e non riesce a rendersi conto di cosa davvero è diventata, fino alla fine.

«Non importa cosa pensi di poter fare» disse Izanami, le parole cariche di veleno. «Ciò che conta è quello che sei»

Per questo, per quanto sia soddisfatta della lettura, posso dire di aver preferito il primo volume. C’è una parte romance anche in questo capitolo, ma questa volta non è predominante, anche se molto piacevole, e credo sia giusto così: essendo i due protagonisti maschili differenti, per ovvi motivi di intreccio, se l’autrice avesse dato maggior peso alla parte romantica avrebbe rischiato di ripetersi. La scrittura della Baker si conferma alla fine scorrevole e affascinante; sa disegnare perfettamente i personaggi e ti trasporta nel Giappone di inizio Novecento e nelle sue leggende, che sono secondo me il punto forte della dilogia, oltre a quell’aspetto cupo e moralmente discutibile della vicenda. Una bellissima lettura, veloce e appassionante, che consiglio a tutti gli amanti del dark fantasy.


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