Mr. Mercedes – Stephen King

Mr. Mercedes – Stephen King

Titolo: Mr. Mercedes

Autore: Stephen King

Editore: Sperling & Kupfer

Genere: thriller, poliziesco

Pagine: 470

Prezzo: 10,00

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Trama

All’alba di un giorno qualsiasi, davanti alla Fiera del Lavoro, centinaia di persone sono in attesa nella speranza di trovare un impiego. Invece, emergendo all’improvviso dalla nebbia, piomba su di loro una Mercedes grigia, che spazza via decine di uomini e donne per poi sparire. Il killer non sarà mai trovato. Un anno dopo William Hodges, un poliziotto da poco in pensione, riceve il beffardo messaggio di Mr. Mercedes, che lo sfida a trovarlo prima che compia la prossima strage. Inizia così un’incalzante caccia all’uomo, e il vecchio Hodges potrà contare solo sull’intelligenza e l’esperienza per fermare il suo sadico nemico.


Autore

Cosa dire del “Re del brivido”? Che nel suo nome era già previsto un futuro abbagliante all’interno di un genere che prima di lui ha avuto nomi autorevoli come Lovecraft e Poe. Ma il Re è il Re. Una vita complicata e non sempre serena, la sua, cosa che non tutti sanno. Tentativi disperati di pubblicare un romanzo mentre lavora come insegnante; droga, alcool, una famiglia da mantenere; un incidente stradale che lo ha costretto a letto per quasi due anni all’apice della sua carriera.

Eppure King prosegue per la sua strada, con le tasche ancora piene, dopo tanti anni, di racconti preziosi che risvegliano le nostre più nascoste paure e ci inchiodano alle pagine. Oggi viene considerato tra i più grandi scrittori di letteratura fantastica, in particolare horror, del nostro secolo e di quello scorso. Ha pubblicato più di 70 opere (alcune con lo pseudonimo di Richard Bachman) e ha collaborato con registi famosi per le trasposizioni dei suoi romanzi, da Brian De Palma a Stanley Kubrich, John Carpenter, J.J. Abrams, Rob Reiner e Lawrence Kasdan. Tra i suoi libri più famosi si possono citare “It”, “Cujo”, “Christine”, “Pet Sematary“, “Carrie”, “L’incendiaria” e “Misery”, fino ai più recenti “Il miglio verde”, “L’acchiappasogni”, “The Dome”, “Sleeping Beauties”, “La scatola dei bottoni di Gwendy”, “The outsider” e “Elevation“. Tra le raccolte di racconti ricordiamo “Stagioni diverse“, “Quattro dopo mezzanotte e “Il bazaar dei brutti sogni. Mentre grande successo hanno avuto anche i suoi tentativi thriller, tra cui la trilogia di Hodges: “Mr. Mercedes”, “Chi perde paga” e “Fine turno”.


Recensione

Ho aspettato tanto a leggere questo romanzo, un po’ per mancanza di tempo, un po’ lo ammetto per una sorta di pregiudizio. Amando Stephen King di un amore puro e inestinguibile, mi sono sempre chiesta se si potesse essere bravi allo stesso modo a scrivere horror e thriller. Quindi, gioia assoluta, quando ho realizzato fin dai primi capitoli che King si muove all’interno di questo genere con la stessa naturalezza a cui ci ha abituato negli horror, a dimostrazione di quanto sia uno scrittore versatile. La scrittura è sempre quella, non può di certo cambiare stile; il modo di esprimersi, di costruire i personaggi, di sviluppare la storia e di maneggiarla, sono quelli che tanto amo. Il primo elemento che mi ha fatto impazzire, ma che forse non tutti apprezzano, è che non c’è niente da scoprire: fin dall’inizio la narrazione si divide tra il detective Bill Hodges, che porta avanti l’indagine, e Brady, il folle omicida che si è lasciato sfuggire un anno prima. Sappiamo già chi è il colpevole, cosa ha fatto, perché lo ha fatto. Dobbiamo solo seguire entrambe i protagonisti in questo gioco a rincorrersi che potrebbe sfuggire di mano a Hodges.

Per quanto possa sembrare impossibile, questo espediente di presentare fin da subito il colpevole crea ancora più tensione e più ansia, per non parlare di un vero e proprio alone di paura che circonda l’intera narrazione. Come sempre infatti la scrittura del maestro è talmente cruda, tagliente, spesso volgare e fin troppo esplicita, che amplifica ogni singola sensazione, soprattutto quando ti porta nella testa di Brady. E questo, vi assicuro, è davvero spaventoso. Il suo rapporto con la madre è non solo tossico, ma agghiacciante e disturbante.

Lei lo strinse a sé, i suoi capelli a solleticargli la guancia e il suo profumo a inebriarlo. «Grazie a Dio non è capitato a te, cucciolotto. Grazie a Dio, sul serio». Brady ricambiò l’abbraccio, premendole il torace contro le tettine. Ce l’aveva duro.

Mi è piaciuto il protagonista, che non è il solito Detective supereroe che arriva a risolvere il caso, ma un uomo fiaccato dalla vecchiaia e dalla vita, che ha un ultimo scossone di adrenalina quando viene contattato dal killer della Mercedes. Mi sono piaciuti i personaggi secondari, tra cui devo ovviamente sottolineare la presenza di Holly che si insinua nella storia in sordina, per poi acquistare un ruolo fondamentale. Forse il maestro aveva già in serbo per lei quello che sarà un futuro da protagonista, o forse si è reso conto solo in un secondo momento del potenziale di questo personaggio curioso e bizzarro, e oserei dire il più interessante di tutti.

Holly lo fissa con aria indifesa. Non ha proprio niente dalla sua, non un briciolo di ironia, non un grammo d’astuzia. Un’idea sbagliata di cui Hodges si pentirà.

In definitiva posso dire che King, se vuole, sa dare il meglio anche in questo genere narrativo e sono certa che non deluderà gli amanti del thriller. Io l’ho trovata una lettura affascinante e piacevole (si fa per dire), nella quale i fan del Re troveranno, come sempre, alcuni splendidi Easter Eggs. L’ultima scena lascia aperto un finale che merita risposte e io proseguirò le avventure del Detective Hodges con i due capitoli successivi “Chi perde paga” e “Fine turno“, e poi penso che farò una capatina negli altri romanzi in cui torna il personaggio della sua stramba aiutante, per tuffarmi alla fine nella lettura del romanzo che il maestro le ha interamente dedicato “Holly“.


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