Omero è stato qui – Nadia Terranova

Omero è stato qui – Nadia Terranova

Titolo: Omero è stato qui

Autore: Nadia Terranova

Editore: Bompiani

Genere: ragazzi

Pagine: 69

Voto del Pubblico (IBS): 3 su 5

Prezzo: 9,50

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Trama

Otto storie. Otto leggende. O forse altrettante verità. Storie che in Sicilia gli abitanti dello Stretto conoscono a memoria, perché le hanno ascoltate fin da piccoli. Personaggi storici, magici, figure mitiche e mortali che hanno lasciato traccia nelle tradizioni e nelle abitudini dei siciliani.


Sapete chi fossero originariamente SCILLA E CARIDDI? Pericoloso è il mare che separa la Calabria dalla Sicilia. I pescatori lo sanno fin dall’antichità. Fin da quando due ragazze dalla straordinaria bellezza, una sulla costa calabrese e l’altra su quella siciliana, furono trasformate in orrendi mostri e costrette a nascondersi nei fondali dello stretto, dai quali disturbano i navigatori ancora oggi.


Conoscete la storia di MATA E GRIFONE? Nell’anno 1000 i saraceni arrivarono in Sicilia e la conquistarono. Hassan-Ibn-Hammar, un guerriero musulmano attraente e maestoso, si scontrò lungo la strada per Messina con una principessa del posto, Mata, altrettanto alta e corpulenta. Fu amore a prima vista, purtroppo non ricambiato. Ma si sa che nella vita gli opposti si attraggono e Hassan trovò il modo di farsi ricambiare.

Vi è mai capitato di trovarvi davanti i FANTASMI DEL TERREMOTO? Nel 1908 un fortissimo terremoto distrusse il centro città di Messina e Reggio. Essendo stati sorpresi nella notte, i morti furono numerosi. I loro fantasmi inquieti vagano per lo stretto, ignari di non essere più in vita, cercando l’attenzione dei vivi. Sono pacifici e un po’ tristi, e gli abitanti di Messina li conoscono bene.

Oltre a queste, altre cinque affascinanti storie vi aspettano all’interno di questo piccolo volume.


Autore

Nadia Terranova è una scrittrice italiana, nata a Messina nel 1978. Il primo romanzo “Gli anni al contrario“, pubblicato da Einaudi, ottiene un discreto successo. Da quel momento inizia ad alternare letteratura per adulti a quella per ragazzi. Escono “Bruno. Il bambino che imparò a volare”, “Le nuvole per terra”, “Casca il mondo” e “Addio fantasmi“, che è stato tra i finalisti del Premio Strega.


Recensione

Questo volumetto non ha avuto nemmeno il tempo di entrare in casa e fermarsi sulla libreria di Figlia Piccola che già era stato fermato lungo il tragitto dal mio comodino, che ha la straordinaria qualità di rubare i libri. “Omero è stato qui” fa parte di una iniziativa della scuola che trovo utilissima e affascinante. Ogni anno si sceglie un libro per ragazzi, che viene letto in classe, dopodiché si organizza un incontro con l’autore, per parlare del suo romanzo e della scrittura. Tanta gioia!

E quando ho detto a mia figlia mi raccomando ricordati di chiederle la dedica ho ricevuto un “certo mamma…” che tradotto nel linguaggio dei bambini significa “osservazione sciocca che avresti potuto risparmiarti. Come se mi avessi detto di scartare il lecca lecca prima di mangiarlo”. È bello accorgersi di aver creato non solo dei piccoli lettori, ma soprattutto dei lettori interessati anche a tutto quello che c’è dietro alle pagine scritte.

Ma passiamo al libro in questione, per capire se quell’autografo sarà poi così apprezzato. Io l’ho divorato più o meno in mezz’ora, interrotta dalla legittima proprietaria che veniva a reclamarlo di tanto in tanto. Nonostante la metà delle storie le conoscessi già, è stato un piacere rileggerle.

Le storie non si leggono mai una volta sola, si attraversano per tutta la vita.


Alcune erano versioni leggermente differenti da quelle che conoscevo io, ma credo che se scavassimo bene nella memoria collettiva, se ne potrebbero trovare decine. Lo stile di Nadia Terranova è semplice e facilmente comprensibile da un bambino o ragazzo. Scrive in modo non serioso, con un pizzico di ironia che contribuisce a rendere la lettura più piacevole. Unendo storia e leggenda, illustra otto pilastri della tradizione siciliana, riuscendo a renderli coinvolgenti e seducenti, soprattutto grazie allo stile fresco e lieve, veloce ed essenziale. Insomma, non è un manuale storico rigido e pesante, ma un insieme di curiosissimi racconti.

E’ un tributo alla sua terra, la Sicilia, protagonista assoluta del libro. In particolare, un omaggio agli abitanti dello Stretto, che separa Messina da Reggio Calabria, ma che in passato li ha uniti più volte. La Sicilia è sempre stata terra di conquista di numerosi popoli, che hanno lasciato sul suo suolo tradizioni, cucina, ricordi, colori e sapori, miti e storia.

Ho sempre saputo di essere siciliana e dunque greca, araba, normanna e figlia di mille popoli, che nei millenni hanno attraversato la mia terra.

E questa sua terra calda e passionale le ha regalato negli anni decine di storie, sentite raccontare in versioni sempre diverse. E così scopriamo dove Morgana nascose Artù alla sua morte; perché le acque del mare che separa l’isola dalla terraferma è così pericoloso e illude l’osservatore che le due città quasi si tocchino; ci parla di donne coraggiose che hanno partecipato alle guerre di liberazione del paese dal dominio straniero; e della sposa che vaga per la campagna in cerca del fidanzato, morto nel crollo della sua abitazione.

Tutte le storie sono vere“. Inizia così uno dei miei libri preferiti, e come Nadia Terranova mi piace credere che ci sia un fondo di verità in ogni leggenda, in ogni favola, in ogni storia che ci raccontano da sempre. Piccole verità che il tempo ha trasformato in affascinanti tradizioni. E’ per questo che amo leggere e che spingo le mie figlie a fare lo stesso. Perché le storie vanno ripetute, tramandate, riportate. Vanno ascoltate più volte per riconoscerne i dettagli sempre differenti. Non vanno dimenticate, perché sono il nostro passato e la nostra memoria. E come tali, oggetti di incalcolabile ricchezza che contribuiranno a creare il nostro futuro.

Ringrazio quindi l’autrice del libro per essere stata così abile nel condividere una parte della sua memoria, rendendola piacevolissima e forse adesso anche un po’ nostra.

E’ anche a questo che servono i libri, a moltiplicare le storie.


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