Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Il ladro di fulmini (vol. 1) – Rick Riordan

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Il ladro di fulmini (vol. 1) – Rick Riordan

Titolo: Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Il ladro di fulmini

Autore: Rick Riordan

Editore: Mondadori

Genere: fantasy

Pagine: 368

Prezzo: 12,00

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Trama

Gli dei dell’Olimpo non sono scomparsi, ma si sono trasferiti a New York. Percy Jackson lo scopre quando la sua professoressa, trasformata in una Furia, tenta di ucciderlo. E sarà proprio lui a indagare sul furto della Folgore di Zeus e a provare l’innocenza di Poseidone, che l’ha generato con una donna mortale facendo di lui un semidio.


Autore

Rick Riordan è uno scrittore statunitense conosciuto in tutto il mondo per la sua saga “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo” composta da cinque volume, di cui “Il ladro di fulmini” è il primo. A questa seguiranno le saghe correlate “The Kane Chronicles” sulla mitologia egizia; “Percy Jackson e gli eroi dell’Olimpo“, sulla mitologia romana; “Percy Jackson. Le sfide di Apollo“, saga finale del protagonista; “Magnus Chase e gli dei di Asgard“, sulla mitologia norrena. Dieci anni dopo il successo dei primi libri Riordan riprende in mano le sorti di Percy con un nuovo seguito “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Il calice degli dei“.


Recensione

Gli oracoli hanno predetto un futuro grandioso e terribile per te, se dovessi giungere all’età virile.

E come nelle più temibili e grandiose profezie degli eroi che hanno fatto la storia dell’Olimpo, anche in quella di questo ignaro ragazzino di dodici anni si nasconde un’avventura che vi lascerà stremati, frastornati, ma piacevolmente sazi di avventure ed emozioni. Ho rimandato la lettura della saga di Rick Riordan per anni, perché troppo spesso mi sono sentita dire che avendo superato l’età adatta, questa storia avrei potuto non apprezzarla. Devo quindi ringraziare mia figlia adolescente che mi ha supplicato di leggere almeno il primo volume, convinta che poi non avrei potuto resistere oltre. Adolescenti saggi.

Quello che voglio dire qui è la stessa cosa che dichiaro spesso sulla letteratura per ragazzi: non lasciatevi ingannare da un linguaggio semplice, da dialoghi adolescenziali, e storie che sembrano per bambini. Perché saranno proprio alcune di quelle storie ad accompagnarvi nelle avventure più strepitose che potreste mai sognare. Rick Riordan ha saputo unire, in modo maestrale e impossibile da non amare, il mondo dei miti greci con quello reale, creando un universo dove l’Olimpo è al seicentesimo piano dell’Empire State Building, i mostri più terribili della storia (cani a tre teste, chimere, furie) passeggiano tra la gente comune nascosti da un velo che solo alcuni occhi possono oltrepassare. Un mondo dove gli dei continuano a osservare gli esseri umani e saltuariamente a unirsi a loro, dando vita a una progenie di semidei che vengono allenati e preparati al loro destino al Campo Mezzosangue.

I personaggi principali sono ragazzini comuni, che non si sono mai sentiti a loro agio nel mondo terreno finché non hanno scoperto che le loro differenze non erano difetti ma grandi poteri. Riordan crea personaggi stupendi, che si incollano al cuore dei lettori, soprattutto quelli più giovani, che li seguono col fiato sospeso in una serie di avventure tanto spaventose quanto divertenti. E forse è questo uno dei punti di forza di questo primo romanzo (che spero di ritrovare nei prossimi capitoli): c’è un velo di ironia che accompagna Percy e i suoi amici per tutto il racconto, anche nei momenti più pericolosi. Credo di aver amato Percy dalle prime due pagine, da quando inizia a raccontare, con lo sguardo di un ragazzino spaventato ed eccitato insieme, tutto quello che gli accade in questo strepitoso primo anno al Campo Mezzosangue.

Non ho scelto io di essere un mezzosangue.

Se state leggendo questo libro perché pensate di poterlo essere anche voi, vi do un consiglio: chiudetelo all’istante. Essere dei mezzosangue è pericoloso. E’ terrificante. Nella maggior parte dei casi si finisce ammazzati in modi orribili e dolorosi.

Mi chiamo Percy Jackson e ho dodici anni.

E’ una storia di amicizia, di affetto, di coraggio e di un pizzico di incoscienza. C’è il Found Family che tanto amiamo ultimamente nei romanzi, ci sono combattimenti eclatanti, segreti da scoprire, amici da salvare, un’impresa da portare a termine proprio come nelle migliori storie degli eroi greci. C’è un Riordan bizzarro e poco modesto, che fornisce una spiegazione sugli spostamenti dell’Olimpo che, attraverso i secoli, ha seguito la culla della civiltà occidentale passando per la Grecia, l’antica Roma, la Germania, la Francia e così via, fino ad arrivare oggi negli Stati Uniti. Ma è anche lo stesso Riordan che, voltando faccia, fa dichiarare a Crono che proprio la civiltà occidentale non è altro che un cancro che sta uccidendo il mondo. C’è quindi anche un messaggio più serio, nascosto tra guerre fra divinità e ricerche affannose, che dichiara che l’essere umano sta esaurendo le risorse del pianeta, distruggendo la natura, inquinando i nostri ambienti, tanto che il dio Pan ha abbandonato l’Olimpo da decenni e nessuno è in grado di ritrovarlo. Cosa vorrei io? Poter tornare indietro e leggerlo con gli occhi di un adolescente, per vivere insieme a Percy, Annabeth e Grover tutte le strepitose e affascinanti avventure che solo con i loro occhi si possono apprezzare al massimo. Io mi accontento, oggi, di accompagnarli in questo mondo come se fossi il Prof. Brunner.


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