Pet Sematary    –   Stephen King

Pet Sematary – Stephen King

Titolo: Pet Sematary

Autore: Stephen King

Editore: Sperling & Kupfer

Genere: horror

Pagine: 425

Prezzo: 10,90


Trama

Quando Louis Creed si trasferisce a Ludlow con la sua famiglia, è convinto sia l’inizio di una nuova vita, serena e soddisfacente. Ma si sbaglia. E’ l’inizio di una spirale di eventi che lo porterà alla distruzione. Nel bosco dietro casa sua c’è quello che i residenti della cittadina chiamano il cimitero degli animali, dove da generazioni i ragazzini della contea hanno seppellito i loro piccoli amici. Nascosto da una barriera di tronchi e rami secchi (o almeno è quello che sembrano) c’è l’antico terreno di sepoltura degli indiani micmac: un luogo maledetto dagli spiriti il cui segreto è custodito dai pochi che vi si sono avventurati. Quando Church, il gatto della piccola Ellie, muore travolto da un camion, l’ottantenne vicino di casa Jud Crandall vi trascina Louis per seppellire la bestiola.

Il giorno dopo, tra lo sgomento e l’inquietudine dell’uomo, il gatto passeggia per casa. Sporco di terra, ma vivo. Ma Church è diverso e non c’è nessun sollievo nel rivederlo. Lo sguardo è spento, i movimenti sono sgraziati, un odore di decomposizione lo segue ovunque e il comportamento è stranamente aggressivo. Tormentato dagli incubi, Louis vorrebbe solo dimenticare quello che i due amici hanno fatto, ma il potere del cimitero è grande ed è stato risvegliato. In un tranquillo pomeriggio primaverile, Gage, il figlio di tre anni, viene investito sulla strada davanti casa. La famiglia ne esce distrutta. Il dolore è immenso. E mentre Louis osserva il feretro del bambino che viene calato nella tomba, si chiede quale sia la linea di follia che un essere umano è disposto a superare.


Autore

Cosa dire del “Re del brivido”? Che nel suo nome era già previsto un futuro abbagliante all’interno di un genere che prima di lui ha avuto nomi autorevoli come Lovecraft e Poe. Ma il Re è il Re. Una vita complicata e non sempre serena, la sua, cosa che non tutti sanno. Tentativi disperati di pubblicare un romanzo mentre lavora come insegnante; droga, alcool, una famiglia da mantenere; un incidente stradale che lo ha costretto a letto per quasi due anni all’apice della sua carriera.

Eppure King prosegue per la sua strada, con le tasche ancora piene, dopo tanti anni, di racconti preziosi che risvegliano le nostre più nascoste paure e ci inchiodano alle pagine. Oggi viene considerato tra i più grandi scrittori di letteratura fantastica, in particolare horror, del nostro secolo e di quello scorso. Ha pubblicato più di 70 opere (alcune con lo pseudonimo di Richard Bachman) e ha collaborato con registi famosi per le trasposizioni dei suoi romanzi, da Brian De Palma a Stanley Kubrich, John Carpenter, J.J. Abrams, Rob Reiner e Lawrence Kasdan. Tra i suoi libri più famosi si possono citare “It”, “Cujo”, “Christine”, “Pet Sematary“, “Carrie”, “L’incendiaria” e “Misery“, fino ai più recenti “Il miglio verde”, “L’acchiappasogni”, “The Dome”, “Sleeping Beauties”, “La scatola dei bottoni di Gwendy”, “Elevation” e “The outsider”. Tra le raccolte di racconti ricordiamo “Stagioni diverse“, “Quattro dopo mezzanotte” e “Il bazaar dei brutti sogni“.


Recensione

Louis Creed si sarebbe convinto, con il tempo, che il 24 marzo 1984 era stato l’ultimo giorno veramente felice della sua vita.

Quale modo migliore di iniziare questo blog se non presentandovi uno dei miei scrittori preferiti. Quando a tredici anni, dopo un’infanzia di classici per bambini, qualcuno mi regalò “L’ultimo cavaliere”, aprì la porta di un universo letterario sconosciuto e Stephen King divenne il miglior compagno di notti insonni. Colgo l’occasione che lo ha riportato al cinema con il remake di “Pet Sematary”, per rileggere quello che è ancora oggi uno dei suoi capolavori. Il romanzo inizia in modo pacato, per mostrarci quella parte di paese che è la grande protagonista delle sue storie, la piccola provincia americana. All’apparenza perfetta, ma in realtà piena di segreti e paure.

Con quello che sarà poi il suo stile definitivo, King ti ammalia con un linguaggio quotidiano, spesso crudo e colorito, legato a espressioni del gergo locale. Gli avvenimenti si susseguono in un crescendo di pathos e inquietudine e lo scrittore ti travolge anticipando incidenti e morti che arrivano del tutto inaspettati. Paradossalmente, invece di smorzare la tensione, questo espediente imprigiona il lettore, che attende, ormai catturato e atterrito, che il peggio si compia. Ma ti manca l’aria, il mondo attorno a te si sfoca: angoscia, terrore, apprensione, sono tutti sentimenti che non riesci a controllare. King ha vinto e ti ha trascinato nell’abisso con Louis.

Il tema della morte è stato affrontato così spesso che c’è ben poco da dire: tutte le culture in tutte le epoche, hanno trattato i loro defunti in modo diverso, e con innumerevoli metodi di sepoltura. Eppure la fantasia macabra e singolare di King sa giocare egregiamente con la paura primordiale dell’uomo. Se esiste davvero una linea sottile che separa l’uomo dalla follia, saremmo disposti a superarla, se ci fosse la possibilità di riportare un nostro caro in vita, oppure c’è un limite in cui il dolore cessa e diventa “buoni ricordi”?

Il terreno di un cuore umano è più roccioso, Louis. Un uomo vi coltiva quello che può…e ne ha cura

Sono forze silenziose e inquiete quelle che Louis Creed vuole risvegliare.

Ma entrate pure.

E non dimenticate di indossare gli stivali di gomma.


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