Sabriel – Garth Nix

Sabriel – Garth Nix

Titolo: Sabriel

Autore: Garth Nix

Editore: Fazi

Genere: fantasy

Pagine: 345

Prezzo: 18,50


Trama

Sabriel ha diciannove anni e da quando ne aveva solo cinque ha sempre vissuto al Wyverley College, oltre il Muro che separa Ancelstierre dal Vecchio Regno, dove ancora si fa uso di magia. Mentre a scuola segue corsi speciali sulla magia della Briglia, suo padre le insegna invece la negromanzia. Perché suo padre è Abhorsen, colui che ha giurato di impedire ai morti di tornare nel mondo dei vivi. Da quando la corona è caduta, nel Vecchio Regno i morti si fanno sempre più numerosi e minacciano ormai entrambe le terre. Quando un messaggero porta a Sabriel la spada del padre e le sette campane con cui il negromante tiene a freno gli spiriti, la ragazza capisce con orrore che è accaduto qualcosa di terribile: l’uomo dev’essere rimasto bloccato nella Morte e lei parte immediatamente alla sua ricerca, abbandonando la sua vita tranquilla. Una volta passato il Muro, Sabriel si rende conto di essere totalmente impreparata ad affrontare i mostri del Vecchio Regno, di cui non conosce nemmeno la storia. Lungo la strada, per fortuna, troverà due compagni di viaggio: Mogget, uno spirito creato forse dalla magia primigenia e imprigionato nella forma di un gatto, e Touchstone, un ragazzo rimasto incatenato per duecento anni in una statua di legno. Due figure dotate di grande magia di cui Sabriel però diffida, convinta che nascondano un passato oscuro. Il viaggio per ritrovare il padre sarà lungo e pieno di pericoli, ma Sabriel comprende ben presto che anche se lo trovasse, nulla tornerà come prima. Perché qualcosa sta arrivando dall’ultima Porta, qualcosa di estremamente potente e distruttivo, qualcuno che forse Abhorsen aveva intrappolato tanto tempo prima.


Autore

Garth Nix è uno scrittore australiano specializzato in romanzi fantasy per bambini e Young Adult. E’ noto ormai da decenni grazie al successo delle sue saghe “The Abhorsen” e “Troubletwisters“.


Recensione

Quanto ti aspetti da un romanzo fantasy di cui autori come Laini Taylor, Sara J. Maas, Philiph Pullman o la Bardugo hanno parlato in toni entusiastici? Il massimo, è ovvio. E’ per questo forse che la lettura di “Sabriel” mi ha spezzata a metà. Garth Nix ha uno stile estremamente scorrevole e seducente, ha la capacità di descrivere il mondo creato come se il lettore potesse davvero vederlo con i propri occhi. Il worldbuilding è eccezionale: un mondo dove elementi moderni come autobus, taxi e pistole, presenti ad Ancelstierre si mescolano con elementi che ricordano una sorta di Medioevo, una volta attraversato il Muro e inoltratisi nel Vecchio Regno. È come se oltre il Muro la società fosse andata avanti, dimenticando piano piano la magia e sviluppando la tecnologia. E questo è di certo il pregio maggiore dell’opera.

Io credo che “Sabriel” vada letto come un figlio del suo tempo (stiamo parlando di quasi trent’anni fa), e Garth Nix vada giudicato tra i primi grandi autori che si dedicarono al fantasy per Young Adults. Ma credo anche che sia normale che per l’ultima generazione, cresciuta tra le pagine di decine di scrittori e scrittrici che ne hanno seguito le orme e che lo considerano con uno dei loro maestri, la scrittura di Nix possa sembrare di alcuni punti un po’ lenta. Negli anni ’90, quando uscirono i suoi romanzi, sono certa che scatenarono la sorpresa e l’ammirazione di pubblico e critica, perché l’innovazione che porta al genere è fuori questione. Oggi “Sabriel” contiene un fascino d’altri tempi; una storia ammaliante e coinvolgente che stenta a decollare nei primi capitoli ma che da metà libro non ti lascia più andare. Il mondo alternativo di Nix, che mescola realtà e fantasia, si basa su elementi magici intrecciati con sapienza, dove la figura del Negromante, da sempre negativa, assume un valore diverso, aprendo al lettore il mondo in cui dalla Vita si passa alla Morte, con tutto il fascino che ne deriva.

I personaggi sono altrettanto intriganti, anche se la cura con cui disegna l’ambientazione e svolge la trama ha lasciato poco spazio alla loro caratterizzazione. Sappiamo molto della loro storia ma a volte è difficile ricostruirne il carattere. “Sabriel” è in definitiva un romanzo di formazione, dove la giovane protagonista, impreparata alla vita fuori dal college dovrà imparare velocemente a rivestire i panni della Abhorsen con tutte le conseguenze che ne derivano: prendere decisioni per il bene comune, rinunciare alla sicurezza della scuola in cui è cresciuta e prepararsi ai sacrifici. In fondo ha sempre saputo di non essere come le sue amiche e in qualche modo le sue doti l’hanno sempre attratta e spaventata insieme.

La morte e ciò che veniva dopo non erano un mistero per Sabriel. Anche se lei avrebbe preferito diversamente.

Il giovane mago Touchstone invece è un personaggio misterioso: rimasto bloccato da un incantesimo per duecento anni, si unirà alla sua avventura, e una volta rientrato nel Vecchio regno lo troverà completamente cambiato e dovrà fare i conti col suo passato per espiare colpe troppo pesanti per essere confessate.

«Stai bene?», gli domandò piano Sabriel

«Non proprio. Ricordo quello che non vorrei e dimentico quello che non dovrei».

E poi c’è lui, Mogget, un essere indefinito imprigionato nelle fattezze di un dolce gattino, che nasconde uno spirito oscuro e distruttivo, nato dalla magia primigenia. Io ho amato la figura dell’Abhorsen che vaga per il mondo con la sua spada al fianco e le sue sette campane infilate nella bandoliera, con le quali può controllare la Morte; utili ma anche letali. Il viaggio di Sabriel alla ricerca del padre diventerà qualcosa di molto più grande di lei e le occorrerà tutto il suo coraggio e l’aiuto di tutti quelli che hanno fede nell’Abhorsen per portare a termine la sua missione. In definitiva devo dire che, nonostante i difetti che ho riscontrato, se vi considerate davvero appassionati di fantasy Garth Nix va assolutamente letto. E’ tra i grandi esploratori della narrativa fantastica per ragazzi; ha aperto una strada che molti grazie a lui hanno seguito nei decenni successivi. Oltre al suo valore letterario, è inoltre una storia affascinante dai risvolti curiosi e a volte divertenti, ricca di elementi fantastici come cartaplani che sorvolano la terra, mostri deformi che risorgono dalla morte, simboli da evocare per gli incantesimi della Briglia, campane che con il loro suono sanno incantare, distruggere, rinchiudere i morti, fiumi che vanno attraversati per passare da una Porta all’altra, dalla semi-morte alla morte finale. E’ anche una storia di crescita e di responsabilità, di perdita e di riconquista della libertà. E anche, alla fine, una storia di destino a cui Sabriel non può più sottrarsi.

E’ il viandante a scegliere il sentiero o il sentiero che sceglie il viandante?


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