Teorema Catherine – John Green

Teorema Catherine – John Green

Titolo: Teorema Catherine

Autore: John Green

Editore: Rizzoli

Genere: Young Adult

Pagine: 334

Prezzo: 12,00


Trama

Colin Singleton ha appena terminato il liceo e ha davanti l’ultima estate prima dell’Università, che dovrebbe essere quella più spensierata e avventurosa. Allora perché è chiuso in camera sua, sdraiato sulla moquette a faccia in giù? Perché Colin ha due problemi che sembrano irrisolvibili. Uno: Colin è un ex-bambino prodigio, ossia è un fenomeno da quando aveva due anni, ma non è un vero genio, quindi in pratica convive con la sensazione che non farà mai nulla di rilevante. Due: è appena stato lasciato dalla sua fidanzata, Catherine, che è esattamente la diciannovesima ragazza di nome Catherine con cui ha avuto una relazione e dalla quale è stato mollato. Per una serie di strane coincidenze, infatti, dall’età di otto anni Colin si innamora solo di donne che portano quel nome e che puntualmente lo lasciano. Ma C-19 era diversa; era quella speciale (oltreché quella che era durata di più).

Per farlo uscire dal suo isolamento, Hassan, il suo più grande amico (l’unico in realtà) lo convince a partire per un viaggio on-the-road, una grande avventura attraverso gli stati americani. Ed è in un paesino sconosciuto del Tennessee, Gutshot, che Colin ha l’illuminazione che aspettava da anni e che è sicuro lo renderà famoso: sarà in grado di sviluppare un teorema che dimostri come i rapporti amorosi sono prevedibili, sulla base delle sue diciannove delusioni, e riuscirà quindi a evitare ulteriori disfatte. Tra strani personaggi che popolano Gutshot, una curiosa famiglia composta da madre e figlia che li ospita e offre loro un lavoretto estivo, vecchietti con tanta voglia di raccontare la loro storia, i due ragazzi affronteranno l’estate della loro crescita, mentre Colin cerca disperatamente di far funzionare l’equazione.


Autore

John Green è uno scrittore per ragazzi e youtuber statunitense, divenuto famoso per il suo romanzo “Colpa delle stelle“, che nel 2012 fu al primo posto nella lista dei bestseller del New York Times. Green si era già fatto notare con il primo libro “Cercando Alaska“, che era stato classificato tra i migliori romanzi per ragazzi del 2005. E’ stato seguito da “Teorema Catherine” e “Città di carta“. L’ultimo romanzo, pubblicato nel 2017, è “Tartarughe all’infinito“.


Recensione

Vi è mai capitato di leggere un libro di un autore che non conoscevate e avere la sensazione che il vostro sia stato più uno scontro che un incontro? Ecco, è quello che mi è successo con John Green. Non avevo mai letto i suoi libri, ma avevo bene in mente il tipo (diciamo che una volta visto il film “Colpa delle stelle” è difficile non farsi un’idea dello scrittore): mi aspettavo quindi una storia d’amore romantica, magari anche tormentata, uno Young Adult di quelli che ti fanno piangere, ma che rileggeresti ancora e ancora. Poi inizio a leggere “Teorema Catherine” e resto perplessa, e mi chiedo cosa sto leggendo? Dov’è il dramma, dove sono gli occhi lucidi (che in realtà poi lucidi lo sono, ma perché sto ridendo), dove sta la passione rovinosa o salvatrice? E questo è quello che accade quando ti convinci che se un autore ha scritto un’opera drammatica di così grande successo, poi gli altri suoi romanzi saranno simili. Questo per dirvi: non giudicate uno scrittore dalle sue copertine. Ma soprattutto per dirvi: comprate questo libro.

Che siate adolescenti, New Adult, o proprio “grandi”, il mio consiglio è di leggerlo. Prima di tutto perché la scrittura di John Green è adorabile e intelligente: è fresca, piena di un’ironia frizzante che si condensa nei dialoghi tra Colin, Hassan e Lindsey. Ho passato gran parte del libro a sorridere, e io adoro quando un libro riesce a strapparti una risata perché spesso comunica più messaggi in questo modo che non con una lacrima.

Due cose ho notato, che non solo sono originali, ma credo siano una parte del successo di questo romanzo. Primo, le note a piè di pagina che aggiunge il narratore e che tentano di spiegare meglio la personalità di Colin, nonostante il più delle volte siano non funzionali alla narrazione sono assolutamente irresistibili. In secondo luogo, il libro sembra essere scritto da un ragazzo che parla di un altro ragazzo. Il linguaggio è semplice, quotidiano e fresco; usa termini e frasi come farebbe un qualunque adolescente, e il flusso della narrazione è a volte frammentato e caotico come appaiono spesso i pensieri dei giovani. Segue un ritmo tutto suo, divertente, trascinante e veloce, pieno di un’ironia indiscutibilmente piacevole.

«Voglio avere un momento Eureka» disse Colin.

«Ma certo, Colinuccio mio. Certo che lo avrai.»

Ma le madri mentono. Fa parte delle loro regole di ingaggio.

Passiamo ai personaggi, per trovarci davanti un ragazzo, Colin Singleton, che appare fin da subito piuttosto strambo e curioso e al quale ci si affeziona immediatamente. La sua mente fuori dal comune lo porta a interagire col mondo esterno in modo a volte freddo e calcolatore, perché ogni evento mette in moto la sua testa che trova spiegazioni storiche, scientifiche, letterarie o anche solo sociali. All’inizio hai la sensazione che non riesca a provare emozioni vere, ma a poco a poco capisci che è il suo modo di vivere le persone che lo circondano. Colin è un protagonista bellissimo: un ragazzo che non è capace di sussurrare, anche se è convinto del contrario; un ragazzo che mentre ascolta gli amici parlare non può fare a meno di anagrammare mentalmente le frasi che lo hanno colpito di più; un ragazzo che mentre ti racconta una storia inserisce informazioni totalmente non interessanti, perché il suo cervello non può evitare di farlo. “Teorema Catherine” si può definire un romanzo di formazione, se consideriamo che il fulcro è la crescita del protagonista. Colin convive da anni con la sensazione di aver mancato la sua occasione di diventare speciale. Considerato da tutti un fenomeno fin da piccolo, non è riuscito a utilizzare questo suo dono per creare nulla di impressionante ed è perseguitato dalla necessità di fare qualcosa di straordinario per essere ricordato. È per questo che si intestardisce nel voler completare il teorema con il quale potrà prevedere l’andamento delle relazioni amorose e raggiungere finalmente la fama.

I prodigi riescono a imparare rapidamente ciò che gli altri hanno già capito; i geni scoprono ciò che nessun altro ha scoperto prima. I prodigi imparano; i geni fanno.

Dopo un’infanzia in cui lo hanno trattato come un bambino prodigio, Colin deve fare i conti con la normalità, con un desiderio fortissimo di essere accettato per quello che è, e con la necessità di ottenere un risultato che lo faccia sentire importante ora che ha capito di non essere un genio.

«Qui stiamo parlando di una gran voglia di diventare famoso.»

«No. Io voglio essere significativo.» disse Colin

Gli altri due protagonisti sono ugualmente straordinari: Lindsey con la sua voglia di volare sempre basso per non essere notata, ma soprattutto Hassan, che è totalmente disinteressato al suo futuro, convinto di poter vivere sulle spalle dei genitori benestanti e si vanta della sua scelta. Tra paesini sconosciuti della provincia americana, vecchietti con tanta voglia di raccontare la loro storia, personaggi strani e divertenti, e amori che improvvisamente nascono e altrettanto velocemente finiscono, Colin e Hassan si prenderanno un periodo di meditazione scontrandosi con una realtà nuova. E mentre Colin continuerà a modificare la sua equazione per far funzionare il teorema, dovrà finalmente capire che il futuro è imprevedibile e non calcolabile con una semplice formula matematica, e che è bello e sorprendente proprio per questo. E allora, forse, le cose davvero importanti le troverà davanti ai suoi occhi, dove sono sempre state.

Stavo pensando al tuo problema, essere importante. Ho l’impressione che la tua importanza venga definita dalle cose che hanno importanza per te. Tu sei tanto importante quanto lo sono per te le cose che fai.

Cosa posso dire? Lo rileggerei da capo. Divertente, sarcastico, romantico quel tanto che basta, frizzante, profondo nella sua leggerezza, e con una splendida appendice nella quale un vero matematico, amico dell’autore, ci spiega il funzionamento reale del teorema di Colin. E anche se lo ringrazio per aver tentato di aumentare le mie scarse conoscenze matematiche, devo ammettere che Colin mi ha persa più o meno alla seconda equazione. Ma va bene così. Non sono un genio. E dopotutto, non lo è nemmeno Colin Singleton.


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