The 100. Homecoming – Kass Morgan

The 100. Homecoming – Kass Morgan

Titolo: The 100. Homecoming

Autore: Kass Morgan

Editore: Rizzoli

Genere: fantascienza

Pagine: 334

Prezzo: 11,40

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Trama

Glass. Mentre l’ossigeno sulle navi spaziali sta terminando velocemente, lei e Luke riescono a infiltrarsi su una delle navicelle in partenza per la Terra. Straziati dal dolore di sapere che tutti quelli rimasti nello spazio moriranno presto, i due ragazzi devono affrontare purtroppo altre morti: l’impatto delle navicelle con la Terra è infatti disastroso e i superstiti sono davvero pochi.

Clarke e Bellamy. Tornati al loro campo dopo aver ritrovato Octavia, non hanno il coraggio di raccontare a quel che resta dei cento ragazzi che una parte dei terrestri è intenzionata a ucciderli tutti. La loro attenzione viene però distolta dall’arrivo delle navicelle, e mentre Clarke, come unico dottore, si impegna a prestare le cure mediche ai sopravvissuti, Bellamy è costretto a rifugiarsi nella foresta. Sa bene che se le guardie appena sbarcate lo trovassero, potrebbe essere condannato per aver causato il ferimento del Cancelliere Jaha.

Wells. Ormai rassegnato all’idea di aver perso l’amore di Clarke, il ragazzo stringe un rapporto molto intenso con la terrestre Sasha, ma è costretto a mandarla via dal campo all’arrivo dei nuovi coloni, comandati dal Vice Cancelliere Rhodes, un uomo violento e rigido che in mancanza del padre di Wells ha preso il pieno potere sul campo.

La nuova organizzazione crea immediatamente problemi a tutti gli ex-detenuti, convinti che quella sulla Terra potesse essere per loro una nuova occasione. Per motivi diversi quindi, ma spinti tutti dall’amore che hanno trovato sul pianeta, Clarke, Bellamy, Wells, Glass e Luke sono costretti a fuggire. Ma l’esercito guidato da Rhodes è troppo forte e troppo determinato a far rispettare la dottrina di Gaia che vigeva sulle navi. Non li lascerà andare senza combattere.


Autore

Kass Morgan ha 35 anni ed è una scrittrice statunitense, laureata alla Brown University e con un master in Letteratura del XIX secolo presso l’Università di Oxford, in Inghilterra. Lavora come editor di libri per ragazzi per una casa editrice di New York. Ancora prima che il suo romanzo d’esordio “The 100” fosse pubblicato, la CW aveva già acquistato i diritti televisivi dell’opera, trascinando l’autrice in una spirale fortunata che l’ha portata a pubblicare altri tre volumi della saga: The 100. Day 21“, “The 100. Homecoming” e “The 100. Rebellion“. La serie tv omonima, in realtà liberamente tratta dai suoi libri, è oggi alla sesta stagione.

Nel 2019 è uscito un nuovo romanzo della Morgan intitolato “Anni luce. Squadra 20“, sempre ambientato nello spazio.


Recensione

Sono arrivata finalmente al terzo capitolo della quadrilogia della Morgan e mi dispiace dover notare che non c’è stato quel miglioramento che mi aspettavo. Premesso che è una buona saga di fantascienza/distopia, che non mi pento di averla proseguita e che anzi acquisterò subito il capitolo finale, devo però ammettere che l’autrice si trascina dietro sempre le stesse mancanze. La scrittura è ottima: fresca, quotidiana, scorrevole, adatta al pubblico Young Adult. La scelta narrativa di alternare i punti di vista dei quattro protagonisti è necessaria e accattivante. La trama infatti si fa sempre più complessa e nel momento in cui i quattro ragazzi devono prendere strade diverse, questo era l’unico modo per mantenere pulita e lineare la narrazione. L’azione in questo terzo capitolo è molto più viva, un po’ per le scoperte sconvolgenti che riguardano alcuni personaggi, un po’ per le battaglie che inevitabilmente dovevano arrivare e un po’ per i numerosi colpi di scena.

Nonostante questo manca ancora (e ormai non credo che l’autrice mi stupirà nel volume finale) un’approfondita caratterizzazione dei personaggi. Lasciamo da parte il fatto che i cento ragazzi fanno solo da sfondo alle storie di una manciata di protagonisti, però mi aspettavo che almeno loro acquistassero maggior spessore. Pur narrando in prima persona (o forse a causa di questo) con nessuno di loro ho sentito una vera empatia: le scene in cui dominano i sentimenti, soprattutto quelli d’amore, sono superficiali e la scrittrice non ha dedicato loro il giusto tempo. Mi hanno lasciato insoddisfatta e in attesa di provare un’emozione che non è mai arrivata. Per quanto riguarda le tematiche di fondo, troviamo ancora la difficoltà dell’essere umano di convivere pacificamente con il prossimo. I nuovi coloni sono appena arrivati sulla Terra e già si preparano a combattere con i terrestri per l’uso del pianeta, come se non fosse possibile condividerlo. I vecchi retaggi sono duri da sostituire e anche tra la popolazione terrestre (che cova rancore da secoli verso quelli che sono fuggiti sulle navi spaziali lasciandoli al loro destino) è più semplice prendere in mano una lancia, piuttosto che stringere la mano ai nuovi venuti.

C’è una sorta di redenzione finale, in cui il Vice Cancelliere Rhodes è costretto ad ammettere che la vita sulla Terra non può sottostare alle stesse regole ferree imposte nello spazio, ma il tentativo di raggiungere la pace arriva comunque dopo una battaglia sanguinosa e tante perdite da entrambe i lati. I cento ragazzi, invece, hanno trovato finalmente un equilibrio sul pianeta che tanto sognavano. La natura che li circonda li affascina e li seduce e ognuno di loro è frastornato dalle piccole cose che non hanno mai avuto il piacere di sperimentare: gli odori degli alberi, la bellezza di un fiore, l’incanto selvaggio degli animali nei boschi, il rumore dell’acqua di un torrente che scroscia o il fascino del cielo notturno. Tutte cose a cui noi siamo abituati e che, forse, diamo per scontate. Dopo mesi di confinamento nello spazio, questi ragazzi sentono di poter iniziare una nuova vita, per quanto sia loro impossibile dimenticare il passato e gli orrori che hanno vissuto.

Luke si sbagliava. Non si potevano sostituire i ricordi tristi con quelli felici. Era questo il problema. Non si potevano cancellare. Li portavi con te per il resto della tua vita.

I loro animi giovani e ingenui sono però gli unici disposti a far tesoro degli errori commessi, a tenere stretti i ricordi dolorosi come monito per costruire una società migliore. Nel complesso, quindi, una lettura piacevole; di sicuro una delle saghe più intriganti se consideriamo la storia, e molto ben sviluppata, nonostante le piccole mancanze. A questo punto sono ansiosa di leggere il capitolo finale perché la curiosità è tanta e ormai sono arrivata davvero a un passo dalla conclusione!


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