The last girl (Vol. 3) La prima città – Joe Hart

The last girl (Vol. 3) La prima città – Joe Hart

Titolo: The last girl (Vol. 3) La prima città

Autore: Joe Hart

Editore: La Corte

Genere: distopico

Pagine: 453

Prezzo: 17,00


Trama

L’esercito della Noa ha localizzato Zoey e i suoi amici e sta arrivando, ma la ragazza riesce a pensare a una sola cosa: ha una figlia, e la piccola è rimasta intrappolata all’interno del Complesso di Ricerca. Così, dopo essere fuggiti dai loro inseguitori per l’ennesima volta, e aver pianto la nuova perdita che hanno subito, Zoey decide che è arrivato il momento di separarsi. Ovunque lei vada porta solo dolore e morte, ed è stanca di mettere tutti in pericolo. Tornerà al centro, ovviamente; non può lasciare che sua figlia cresca sottoposta a continui esperimenti. Nel frattempo a Seattle, una delle poche grandi città ancora abitate, Lee sta cercando di ricostruirsi una vita, quando un incontro improvviso e violento lo mette davanti alla dura realtà: le ragazze recluse nel Complesso sono state scoperte, e qualcuno è intenzionato a trovarle. Forse, dopotutto, Zoey aveva ragione: non le lasceranno mai vivere in pace.


Autore

Joe Hart è uno scrittore americano che si è dedicato fin da bambino alla scrittura di racconti thriller e horror. Tra i numerosi titoli pubblicati spicca la trilogia distopica fantascientifica “The last girl“, con cui ha conquistato il pubblico. Al primo volume sono seguiti “The last girl. Lo spettacolo finale” e “The last girl. La prima città“. Nel 2021 è uscito il nuovo romanzo “Obscura“.


Recensione

Terzo e ultimo capitolo di quella che per me si conferma una delle trilogie distopiche più affascinanti degli ultimi anni. Il secondo volume finiva con un cliffhanger da spezzarti il respiro: un’unica, singola frase che mi sono portata dietro finché non ho aperto “La prima città“.

Stanno arrivando.

Dopo tutto quello che era accaduto in “Lo spettacolo finale“, dopo tutti i momenti di terrore, angoscia, tristezza e poi infine speranza e soddisfazione, sono state sufficienti due pagine per sprofondarmi di nuovo nell’ansia e nella preoccupazione per Zoey, per i suoi amici, per il mondo. Anche questo terzo capitolo è scritto in uno stile così conturbante che la lettura ti trascina senza che tu te ne renda conto; nonostante sia pacata, la scrittura di Joe Hart è infatti così graffiante e spezzata, spesso quasi fredda, che mantiene per tutto il romanzo un senso di inquietudine, di ansia, di tensione, ancora più evidenti rispetto ai primi due volumi.

Mentre i rapporti del gruppo si fanno sempre più intimi, Zoey si rende conto che il mondo fuori dal Complesso è peggio di come se lo aspettava. Aveva creduto di vivere in un inferno dorato; ora si ritrova in un mondo orrendo, tremendamente cattivo, dove gli esseri umani superstiti sono senza controllo, prede dei loro peggiori istinti.

La gente. Certo, questa è sempre la risposta quando accade qualcosa di innaturale o improbabile. Il genere umano, ha imparato, è spesso il fattore principale quando si ha a che fare con l’inesplicabile.

Ora che sa la verità, che al di fuori della NOA le diverse fazioni si sono fatte guerra fino ad autodistruggersi invece di unirsi per trovare una soluzione, Zoey non è più così certa che ci sia una divisione tra bene e male, ma semplicemente una differenza tra ciò che è buono con una parte di cattivo, e ciò che è cattivo e basta. Dopo aver visto la Fiera delle Fate non crede più che la NOA fosse una singola mela marcia; il mondo è andato in rovina e a lei è stato messo sulle spalle un peso insostenibile: ricucire gli strappi, restituire speranza all’umanità.

Quanto vale una vita?

E’ da molto tempo che non si pone questa domanda. Ma adesso non è soltanto una vita, è tutta la vita. L’autentica comprensione di ciò è troppo vasta, schiacciante.

Lei che ovunque va porta con sé morte e dolore. Lei che perde tutti quelli che ama, perché tutti cercano sempre di salvarla. Ma la sua vita vale davvero così tanto? Vale davvero la pena di mettere in pericolo chiunque le si affezioni?

Adesso è più che evidente. Lei è caos. Disastro. Dolore.

E così, impossibilitata a proseguire la fuga, dopo aver scoperto di avere una figlia dentro il Complesso di Ricerca, Zoey si convince che abbandonare tutti è l’unico modo per salvarli. Nonostante il dolore della separazione, preferisce perderli piuttosto che vederli morire per lei. La strada verso la comprensione sarà lunga e piena di sofferenza, certo, ma alla fine la ragazza dovrà capire che gli affetti, quelli veri, quelli che si possono chiamare famiglia, non bisogna lasciarli andare. Perché l’amore è questo: rischiare qualunque cosa per il bene dell’altro, restare uniti e cercare insieme le soluzioni anche quando sembrano inesistenti.

Non lasciarli andare. Quelli che ami. Spariscono.

In un crescendo di tensioni, di cambiamenti, di scene dalla violenza gratuita che mostrano in modo vivido la crudeltà e la follia del mondo esterno, Zoey si ritroverà di nuovo nel mezzo di fughe, battaglie, scontri sanguinosi e decisioni strazianti. Tanta azione, quindi, in questo capitolo finale, ma anche tanto sentimento, tanto amore e finalmente uno spiraglio di speranza. Una lettura strabiliante che mi ha soddisfatto completamente; mi sono affezionata a tutti i suoi protagonisti e ho sofferto con loro per poi arrivare, con questa nuova famiglia, alla comprensione che esiste forse una possibilità di cambiamento.

Ogni moneta ha due facce.

E finché non le sollevi puoi vederne solo una faccia.


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