The witcher. Il guardiano degli innocenti – Andrzej Sapkowski

The witcher. Il guardiano degli innocenti – Andrzej Sapkowski

Titolo: The witcher. Il guardiano degli innocenti

Autore: Andrzej Sapkowski

Editore: Nord

Genere: fantasy

Pagine: 370

Prezzo: 7,00


Trama

Lo strigo Geralt di Rivia si è rifugiato presso il tempio di Melitele, ospite della sacerdotessa Nenneke. Mentre attende che la sua ferita si rimargini, ripensa alle vicende che lo hanno portato fin lì. Sottratto alla sua famiglia fin da piccolo per essere trasformato in un essere capace di combattere i mostri e i demoni che infestano il paese, Geralt attraversa da anni il continente come cacciatore di taglie; i suoi viaggi lo portano prima a Wyzima, dove risponde alla richiesta di re Foltest, il sovrano di quelle terre. L’uomo tentava da anni di rompere l’incantesimo che ha trasformato la figlia in una strige malvagia e dannata, un mostro che divora e uccide i paesani. E ancora prima è stato a Blaviken dove, cercando di vendere il corpo della kikimora che aveva ucciso nei boschi, ha ritrovato una sua vecchia conoscenza, il mago Stregobor, intento a nascondersi da una principessa demone che vuole ucciderlo. Un episodio spiacevole quello che accadde a Blaviken, per cui tutto il paese lo considera ora uno sterminatore di innocenti. E così via, di paese in paese, da un’avventura all’altra, guardato con sospetto dalla popolazione, ma allo stesso tempo ricercato per i suoi servizi, cercando in tutti i modi di dimenticare le sole due cose che lo hanno toccato nella sua rigida esistenza: il bambino sorpresa che ha chiesto come ricompensa tanti anni prima, e il sentimento che prova per l’unica donna che è riuscita a stregarlo, la maga Yennefer.


Autore

Andrzej Sapkowski è uno scrittore polacco del 1948. E’ uno degli autori fantasy più letti in Europa, famoso soprattutto per le avventure dello strigo Geralt di Rivia, da cui sono stati tratti dei videogiochi, un film e due serie tv. Dopo aver vinto un concorso letterario col suo primo racconto, fu convinto dai fan a continuare le imprese di Geralt, che riunì nelle raccolte edite ora con il titolo “Il guardiano degli innocenti” e “La spada del destino“. In seguito alla fortuna di queste prime pubblicazioni proseguì la storia con cinque romanzi: “Il sangue degli elfi”, “Il tempo della guerra”, “Il battesimo del fuoco”, “La Torre della Rondine” e “La Signora del lago“. La terminò tredici anni dopo con il romanzo “La stagione delle tempeste“.


Recensione

Voglio iniziare questa recensione con una precisazione, perché sono sicura che molti di voi hanno acquistato questo libro (o vorrebbero farlo), incuriositi dalla serie tv. Si, la trasposizione è fedele allo scritto. Si, la difficoltà a seguire l’ordine temporale degli eventi è la stessa e ora vi spiego il motivo. Quando Sapkowski iniziò a scrivere le avventure dello strigo Geralt, si trattava solo di pochi racconti singoli. La fortuna che riscossero presso il pubblico lo convinse a riunirli in una raccolta, dove aggiunse un filo conduttore di fondo che potesse collegarli e che avrebbe poi gettato le basi per la successiva saga. Questo per dire (a chi non avesse ancora visto la serie tv) che la narrazione de “Il guardiano degli innocenti” è molto particolare e inizialmente ardua da seguire. Stiamo parlando di continui salti temporali, non delineati nel tempo; una serie di flashback che ci raccontano la vita di Geralt, ma senza porla in un ordine apparentemente logico.

La storia di sottofondo è l’unica riconoscibile: prima di tutto perché il titolo dei capitoli è sempre lo stesso, e poi perché è l’unica a seguire un corso preciso di eventi, quelli ambientati nel presente. Ogni capitolo riporta indietro nel tempo a un evento precedente, che a fine lettura riuscirete a collocare nel vasto, intricato puzzle che Sapkowski ha saputo creare. Non lasciatevi scoraggiare, quindi, dall’iniziale smarrimento: alla fine tutto avrà un senso, se avrete prestato attenzione (o se, come me, avrete scelto di non fidarvi della vostra memoria e avrete disegnato un opportuno schemino…) Detto ciò mi vorrei soffermare sul world building. Il mondo creato da Andrzej Sapkowski è tra i più affascinanti che io abbia mai trovato. La figura dello strigo è splendida: un umano modificato fin da piccolo grazie alla magia, per fargli ottenere i poteri con cui combattere i mostri. Mostri che, in realtà, non sono altro che le razze che abitavano il continente prima che l’essere umano arrivasse con la sua capacità di distruzione, e le costringesse a vivere in uno stato di inferiorità. Come sempre.

E così, oltre a elfi, nani e gnomi, il mondo dello strigo è popolato da creature dai nomi impossibili e affascinanti: ondine, kikimore, vodnic, manticore, ma anche dai più classici vampiri, draghi volanti e lupi mannari. Ma nonostante gli strighi siamo stati creati per liberare il mondo dai mostri, seguono comunque un codice d’onore che gli impedisce di uccidere creature che non danneggiano l’uomo o che possono essere liberate dagli incantesimi che le hanno rese tali. Uno strigo non uccide nessuna creatura solo perché è diversa. E forse questo è il messaggio più forte dell’opera di Sapkowski. L’uomo ha la necessità di liberarsi di ciò che vede differente e che crede mostruoso, solo per la paura di guardarsi allo specchio e vedersi ugualmente mostruoso.

Gli uomini amano inventare mostri e mostruosità. Così hanno l’impressione di essere loro stessi meno mostruosi.

Nonostante le avventure che lo trascinano in giro per un mondo pieno di uccisioni, di stragi di innocenti, di bambini scomparsi, di paesi interi messi in ginocchio da spiriti maligni, Geralt in realtà non può scendere a compromesso con il male, che da qualunque lato viene considerato resta pur sempre “male”.

Il male è male, Stregobor. Minore, maggiore, medio, è sempre lo stesso, le proporzioni sono convenzionali, i limiti cancellati. Non sono un santo eremita ma, se devo scegliere tra un male e un altro, preferisco non scegliere affatto.

I personaggi della storia sono per ora solo accennati, probabilmente perché facevano parte di brevi racconti, ma si nota come l’autore stia cercando di dar loro forma in previsione dei volumi successivi. Oltre a Geralt, si fanno notare il bardo Ranuncolo, che accompagna lo strigo nelle sue avventure, e la maga Yennefer, del cui passato oscuro non sappiamo ancora nulla, ma che si presume avrà una grossa parte nella storia.

Un altro elemento della narrazione che ho trovato divertente e brillante è la curiosa somiglianza di molte storie vissute o raccontate dallo strigo con le fiabe classiche a cui siamo abituati: dalla principessa che la regina madre tenta di avvelenare con una mela, alle figure ormai sparite di uomini che venivano pagati per la loro capacità di liberare i paesi dalle infestazioni di topi grazie ai loro pifferi. Divertente, davvero. Quindi, in definitiva, una raccolta godibile e gradevole. Unico difetto che posso trovare è la lentezza di alcuni momenti della narrazione, dovuta secondo me all’esigenza di unire i vari racconti in un unico volume e dar loro un filo conduttore. In ogni caso si presenta come un inizio promettente e affascinante di una saga da cui mi aspetto molto, soprattutto ora che siamo entrati nel vivo della storia. Se siete appassionati di combattimenti, magia, creature fantastiche, miti e leggende, non potete perdere questa nuova avventura.


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