Gideon la Nona – Tamsyn Muir

Gideon la Nona – Tamsyn Muir

Titolo: Gideon la Nona

Autore: Tamsyn Muir

Editore: Mondadori

Genere: fantasy

Pagine: 452

Prezzo: 14,00

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Trama

Allevata da ostili monache calcificate, valletti vetusti e un’infinità di scheletri, Gideon è pronta ad abbandonare una vita di schiavitù. Prenderà la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e si preparerà a un’audace fuga. Ma la nemesi della sua infanzia non la lascerà di certo andare senza chiederle qualcosa in cambio.

Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia della Nona Casa e prodigio della magia ossea, è stata convocata. L’Imperatore ha invitato tutti gli eredi delle sue fedeli Case a prendere parte a un torneo all’ultimo sangue fatto di astuzia e abilità. Se Harrowhark avrà successo, diventerà un’onnipotente servitrice immortale della Resurrezione; ma nessun necromante può ambire all’ascensione senza un paladino. Senza la spada di Gideon, Harrow fallirà e la Nona Casa morirà.


Autore

Tamsyn Muir è un’autrice neozelandese di horror, fantasy e fantascienza. I suoi racconti hanno ricevuto nomination per i premi Nebula, Shirley Jackson, World Fantasy. “Gideon la Nona” è il suo primo romanzo, seguito da “Harrow la Nona” e ora da “Nona la Nona“.


Recensione

Arrivata come al solito in ritardo alla lettura di questa opera che ha spopolato tra i lettori, quando ho iniziato “Gideon la Nona” mi sono trovata davanti qualcosa a cui non ero preparata. Sì, perché tutte le recensioni che avevo letto non sono state sufficienti a farmi comprendere davvero la stranezza di questo libro. Per le prime cento pagine ammetto di non aver capito assolutamente niente: confusione sulla storia, sui protagonisti, sul mondo in cui si svolgono le vicende. Ero talmente scioccata dallo stile di scrittura e dal linguaggio della Muir che ne sono stata travolta e ho perso di vista il contenuto; così ho dovuto rallentare e leggere più attentamente, cercando di non lasciarmi sopraffare solo dalla bizzarria di Gideon e Harrow, e di godermi anche lo sfondo. E allora ho trovato qualcosa di inimitabile: la Muir scrive in modo rude, volgare, spassoso; le sue protagoniste sono tutto quello che non ti aspetti da loro. Due poco più che adolescenti, che vivono la Nona Casa in modo totalmente opposto: una farebbe di tutto pur di farla sopravvivere, l’altra le darebbe fuoco insieme a tutte le sue osteoporotiche monache.

Gideon in particolare mi ha colpita al cuore e un pezzettino di lei ci si è stabilito a tempo indefinito; è uno di quei personaggi di cui non ti liberi più. Non saprei dire nemmeno se considerarla un’eroina o un antieroina; forse la sua è una caratterizzazione nuova, creata appositamente dalla follia dell’autrice. Sì, perché se di una cosa sono certa è che Tamsyn Muir sia davvero folle. La sua fantasia sfrenata, bizzarra, surreale è di quelle che riescono a creare qualcosa di così diverso e assurdo che ti chiedi se nella loro testa ci sia davvero un velo di pazzia, di quella geniale ovviamente, quella che crea opere di una bellezza estrema. Credo di dover dire che secondo me questo romanzo non è per tutti: non vi aspettate il classico fantasy, con i soliti personaggi, perché vi deluderà. Preparatevi a un viaggio in una galassia distopica che sembra aver lasciato indietro un mondo simile al nostro, di cui piccoli dettagli vengono ricordati con curiosità, come gli spazzolini elettrici. Siate pronti anche a un linguaggio che non lesina volgarità e parolacce, creando un rapporto esilarante tra le due protagoniste che si odiano apertamente e non tentano neanche di nasconderlo.

«Nonagesimus» le disse lentamente, «l’unico lavoro che farei per te è tenerti ferma la spada mentre ti ci butti sopra. L’unico lavoro che farei per te e pigliarti a calci in culo così forte da riaprire il Sepolcro Sigillato. L’unico lavoro che farei per te è guardarti mentre ti tuffi in carpiato nel Drearburh dall’ultimo livello.»

«Sono tre lavori» commentò Harrowhark.

«Datti fuoco, Nonagesimus»

La vera forza di questo primo volume è proprio lei, Gideon, costretta a essere la paladina improbabile della Nona Casa, volgare, rozza, con le sue battute pungenti e scurrili, le sue riviste zozze che va offrendo a tutti, e il suo inestinguibile desiderio di fuggire dalla Casa in cui è cresciuta come servitrice da quando è stata salvata dalla morte in fasce.

Raggiunti i diciotto, gli appelli di Gideon alla clemenza, i riferimenti alle ricompense monetarie e agli imperativi dettati dalla morale, più i piani abbozzati e i puri e semplici tentativi di fuga ammontavano a ottantasei. Aveva cominciato a quattro anni.

Immaginatevi quindi quanto possa essere poco credibile come paladina, quando lei e Harrow partono per la grande sfida tra le Case; lei che si presenta totalmente vestita di nero, armata di stocco e guanto lamato per combattere, con il volto dipinto di nero e bianco a ricordare i teschi della sua Casa, mentre se ne va in giro (durante tutto il libro) con gli occhiali da sole, e non capisce mai nulla dei discorsi tra necromanti, consolidando l’idea di Harrow della sua totale mancanza di cervello. Eppure il suo talento come spadaccina e il suo aspetto inquietante ne fanno un concorrente temuto e riverito dalle altre Case, segno che alla fine riesce a vendersi davvero bene.

La maggioranza di loro continuava a considerarla un essere che si poteva uccidere solo a mezzanotte con un paletto conficcato nel cuore, un mostro semi addomesticato, tenuto a malapena al guinzaglio.

Nel libro della Muir i caratteri prendono il sopravvento sulla narrazione, ed è un peccato perché vi assicuro che l’intreccio è così complesso da aver bisogno di una certa attenzione ai particolari, e se come me vi lascerete sedurre solo dagli scambi tumultuosi tra la paladina e la sua nemesi, quando arriverete al finale ve ne pentirete e andrete alla ricerca disperata degli indizi che avete perso. Il finale di questo primo volume è uno dei più spiazzanti, inaspettati e di certo destabilizzanti che io abbia mai letto: ho avuto bisogno di un paio di giorni per riprendermi, e non so se davvero l’ho superato. Eppure lo rifarei. Riaprirei il libro alla prima pagina e ricomincerei a leggerlo con una diversa attenzione, per il puro piacere di tornare tra queste due folli, egoiste, fragili e formidabili ragazze. Fatevi trasportare da questa storia disturbante e squilibrata, esilarante e tanto ingarbugliata da farvi venire il mal di testa. Lasciatevi incantare da un’abile spadaccina e dalla sua potente necromante.


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