La casa sul mare celeste – T. J. Klune

La casa sul mare celeste – T. J. Klune

Titolo: La casa sul mare celeste

Autore: T. J. Klune

Editore: Mondadori

Genere: fantasy

Pagine: 390

Prezzo: 18,00

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Trama

Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli “normali”, siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell’ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un’isola remota, Marsyas, e stabilire se l’orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull’isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto.


Autore

T. J. Klune è uno scrittore statunitense, famoso per i suoi romanzi fantasy, spesso a tema LGBTQ. Ha iniziato a scrivere molto presto, passando per il realismo magico, una serie sui lupi mannari “Green Creek“, una serie su supereroi “The extraordinaries”, per arrivare al primo romanzo che è entrato nei best sellers del New York Times, “La casa sul mare celeste“, uno Young Adult scritto ispirandosi a episodi veri avvenuti in Canada negli anni Sessanta. Anche il libro successivo, “Sotto la porta dei sussurri”, è stato un successo editoriale.


Recensione

A volte ti capitano tra le mani libri di cui hai sentito parlare in modo molto positivo e quando finalmente li affronti, all’inizio ti chiedi da dove nasca tutto l’entusiasmo che vi gira attorno. Ma continui a leggere, perché lo stile di scrittura è notevole e la storia sembra promettere qualcosa di buono. E mentre ancora le perplessità non ti hanno abbandonato, ti ritrovi davanti qualcosa di diverso, perché il ritmo è cambiato oppure perché tu ti sei adeguato a lui. Questo libro, che inizia lentamente, presentandosi come un normale fantasy e promettendoti avventure e divertimento, ti spiazza dopo pochi capitoli con tante cose che non immaginavi di trovare. Io non immaginavo una scrittura tanto dolce e potente al tempo stesso, capace di scaldarti il cuore con la sua calma e il suo straordinario modo di costruire i personaggi. Non immaginavo di trovare sei piccoli bambini che, tra una risata e l’altra, si aggrappano al tuo cuore cercando un posto dove essere amati. Non immaginavo nemmeno due protagonisti tanto differenti ma ugualmente affascinanti, come Arthur Parnassus e Linus Baker, due uomini accomunati dallo stesso desiderio di fare bene il loro lavoro, anche se con motivazioni che non combaciano. La storia non può che affascinare il lettore che cerca forti emozioni e un pizzico di umorismo.

L’ingiustizia e l’inclusività sono il fulcro del romanzo, quell’ingiustizia che perseguita i bambini dell’orfanotrofio di Marsyas e che nasce dalla paura, dall’incomprensione, dall’incapacità di vederli solo come bambini e non come “cose” abominevoli dotate di poteri pericolosi. Se è vero che non ci sono nella trama le strabilianti avventure che mi aspettavo, è anche vero che le emozioni a cui sono stata sottoposta mi hanno sopraffatto ben presto, lasciandomi occhi lucidi e un sorriso sulla bocca. Man mano che ti addentri nella lettura, tutti i protagonisti dell’isola ti entrano sotto pelle, e la tenerezza con cui segui le loro storie prende il sopravvento. “La casa sul mare celeste” è uno di quei libri che fanno bene al cuore, che vorresti dimenticare di aver letto per poterlo ricominciare. E’ una di quelle storie che ti tengono compagnia in un pomeriggio di pioggia, accoccolato sul tuo divano con una tazza di caffè in mano. È una di quelle storie che riuscirebbero a commuovere anche il più insensibile dei lettori, perché porta in sé il seme della bontà, dell’altruismo, della voglia di fare del bene.

Questi sei bambini mi hanno conquistato con la loro innocenza e la loro necessità di avere un posto da chiamare casa, oltre che per le loro peculiarità, a volte dolci, a volte divertenti, più spesso inquietanti ma irresistibili (Come si fa a non amare un Anticristo di sei anni, anche se promette di toglierti l’anima ogni cinque minuti?). Il libro di Klune ci costringe a pensare a come l’essere umano affronta la diversità e a quanto troppo spesso ne resta spaventato, ne prova timore, e arriva a detestarla solo perché non la comprende. E lo fa con una scrittura dolce e ammaliante, persuasiva e divertente, che riesce a trascinare il lettore su un’isola abitata da personaggi straordinari.

L’odio fa molto rumore, ma ti accorgerai che è solo perché le persone che gridano sono poche e vogliono disperatamente farsi sentire. Magari non riuscirai a fargli cambiare idea, ma se tieni a mente che non sei solo, vincerai tu.

Una buona lezione di vita che ci chiede di difendere (come verrà chiesto anche al signor Linus Baker) chi è differente e di guardare oltre le apparenze, perché una persona è molto più dell’ambiente da cui proviene, del modo in cui è stato cresciuto o dei suoi connotati fisici.

«Noi siamo più delle nostre origini.»

«E più della somma delle nostre parti.»

Linus Baker è andato sull’isola con un compito ben preciso, ma si scontrerà velocemente con la vita vera, quella che non è descritta nel suo Manuale delle Norme e dei Regolamenti. E quando si troverà di fronte la diffidenza e l’odio del villaggio nei confronti dei bambini, dovrà decidere se è più importante svolgere correttamente il suo lavoro oppure svolgerlo con sentimento. Posso solo dirvi che io avrò grandi difficoltà a lasciare andare i piccoli; ricorderò a lungo le loro particolarità e forse mi aspetterò di ritrovarle in altri personaggi di altri libri. E lo stesso vale per i due adulti, le cui vite si scontrano improvvisamente sull’isola, dando vita a un rapporto dolcissimo e indimenticabile. “La casa sul mare celeste” è un libro che parla di amore, di unicità, di inclusività; un libro che ci dimostra che nessuno può stabilire se una persona può far parte o meno della comunità, nessuno può stabilire chi deve essere “diverso”, perché nessuno lo è, o forse perché lo siamo tutti, a modo nostro. Allora siate pronti a conoscere bambini straordinari e ad aprire le braccia al cambiamento. Ma state attenti: avrete bisogno di un cuore davvero spazioso per contenere tutto l’amore che c’è dentro questo libro.

I cambiamenti spesso prendono avvio dal più flebile dei sussurri. Sta alle persone che ci si riconoscono trasformarlo in un ruggito.


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