Ermione – Valentina Ferrari

Ermione – Valentina Ferrari

libro ferrari

Titolo: Ermione

Autore: Valentina Ferrari

Editore: Mondadori

Genere: retelling mitologico

Pagine: 358

Prezzo: 19,50


Trama libro

Molti sostengono che la bellezza sia un dono. In pochi sanno che può anche essere una condanna. Ermione l’ha compreso fin troppo presto. Abbandonata dalla madre Elena, fuggita da Sparta per inseguire il suo sogno d’amore, e dal padre Menelao, partito per muovere guerra a Troia e riportare a casa la moglie, è cresciuta con due certezze: di non essere sufficientemente importante per i genitori e, soprattutto, di non essere, per tutti gli altri, che il pallido riflesso della avvenente Elena. Nessuno sembra vedere altro in Ermione. A nessuno sembra interessare chi sia veramente, o che cosa voglia davvero. Pedina di giochi di potere più grandi di lei, viene spedita dalla nonna Leda a Micene per suggellare l’alleanza di sangue tra la sua famiglia e quella dello zio Agamennone, l’uomo più temuto di Grecia. Se Sparta era, nonostante tutto, il suo rifugio, Micene diventerà la sua prova più importante, un viaggio di crescita e ribellione che la trasformerà profondamente. Qui, infatti, nonostante lo sguardo vigile e severo della zia Clitemnestra, grazie al cugino e promesso sposo Oreste, stimolante quanto irritante, Ermione inizierà a intravedere la possibilità di essere qualcosa di più e di diverso della figlia di Elena. Più della nipote di qualcuno, o della moglie di qualcun altro. Ma il destino delle donne di Grecia non si scrive con la libertà. E ogni scelta ha un prezzo. 


Recensione libro

Non impiegai molto a capire che l’assenza di mia madre premeva sulle nostre esistenze più di quanto la mia presenza avrebbe mai potuto colmarle.

Una voce poco conosciuta quella di Ermione che, ancora oggi, per molti è solo “la figlia di Elena”. Una ragazza che il mito ha relegato nell’ombra della donna più bella di tutta la Grecia, la donna che scatenò una guerra per amore, la donna che portò alla disfatta di Troia. Ma Elena non ha abbandonato solo il trono di Sparta e un marito, Menelao, che le correrà dietro per riprendersela; lascia anche una figlia piccola, incapace di metterla davanti ai suoi desideri. Valentina Ferrari ci restituisce la figura di una ragazza di cui si sente parlare troppo poco, togliendole quel velo di invisibilità che la storia le ha appoggiato sulle spalle. Con una scrittura elegante, colta, ricercata e a tratti poetica, la Ferrari ci offre la sua ricostruzione di Ermione, cresciuta con una famiglia e un popolo che in lei hanno sempre visto solo la bellezza della regina fuggita. Ermione è stata per tutti solo il prolungamento della madre, senza una sua personalità, senza nessun dono particolare se non quella bellezza che per lei è quasi una punizione. La principessa di Sparta cresce con la convinzione di non essere abbastanza, se nessuno è mai rimasto per lei, per l’affetto che prova nei suoi confronti. Completamente sola, Ermione trova rifugio e pace solo nello zio Polideuce, anch’egli distrutto dalla perdita della gemella. Il loro amore è il primo vero momento in cui la ragazza sente che qualcuno la capisce e riesce a riempire il vuoto che ha dentro.

Polideuce aveva il potere di sistemarmi con le parole. Poteva prendermi e ricompormi, sue erano le bende intorno agli squarci del mio corpo di creta. Io avevo solo bisogno di qualcuno che pensasse che io ne valessi la pena.

Ma l’amore non le è concesso nemmeno questa volta, promessa sposa al cugino che a malapena ricorda di aver conosciuto da bambina. Quando verrà mandata a Micene per incontrare Oreste, Ermione e il principe inizieranno una danza strana, infastiditi e incuriositi allo stesso tempo dal carattere indipendente e indomabile dell’altro, sentendosi simili nel dolore di essere stati cresciuti da due sorelle che non li hanno saputi amare. Per Ermione d’altronde l’amore è solo sofferenza, mancanza e ingiustizia; non sa che il sentimento può essere anche dolcezza, preoccupazione per l’altro, sacrificio accettato se necessario al bene dell’altro.

L’amore per la mia famiglia non era mai stato un insieme di versi sussurrati al vento. L’amore era il sangue di una battaglia interna, era i denti conficcati nel braccio per soffocare le pianto, o il fingere di non aver sentito. l’amore aveva lunghi artigli, era brandelli di pelle, e aveva il colore della bile o delle notti insonni. L’amore era l’insidia del dubbio e la pena della disillusione. L’amore era non averne ricevuto abbastanza, non darne abbastanza.

Per la prima volta nella sua vita la giovane principessa trova qualcuno che la vede veramente, che si accorge di come è fatta, delle sue qualità e dei suoi difetti, che non sono gli stessi di Elena come tutti le hanno fatto credere. E quando arriverà la comprensione dell’amore vero, per la regina di Sparta arriverà anche la consapevolezza del ruolo secondario in cui la storia ha sempre relegato le donne e si ribellerà al dominio dell’uomo che le vuole assoggettate, silenziose e servili. Si ribellerà alla violenza subita per anni, ai maltrattamenti, all’essere costantemente sottovalutata e zittita. E sarà l’inizio della fine.

Se non fossi morta, se ce l’avessi fatta, lo avrei fatto non solo per me, ma per Ifigenia, per Andromaca, per Polissena, per Clitemnestra, per Irene, perfino per Elettra e Crisotemi, o per Medea. Mere appendici. Per tutte le nostre vite invisibili e sacrificabili. Volevo il potere di restituirci a noi stesse, come avremmo meritato da sempre.

Nei primi capitoli mi sono sentita forse un po’ disorientata: lo stile dell’autrice, così elaborato, poetico, quasi musicale, mi ha sorpresa e ho avuto bisogno di adeguarmi al ritmo e alla profondità della narrazione. Ma ben presto la storia ha iniziato a trascinarmi con sé, sempre più affascinante, sempre più intensa. Mi sono persa completamente nel mondo di questa ragazza che, silenziosa ma determinata, aspetta il momento giusto per ribellarsi, per reclamare ciò che le spetta. Ho amato la sua forza, la sua ostinazione, la scelta consapevole di non piegarsi alle regole di una società profondamente ingiusta. Ermione è una protagonista che resta impressa, merito anche dell’autrice che è riuscita a darle corpo e anima, rendendola così concreta e viva da sembrare reale. Un libro che parte piano, ma che poi conquista con una profondità tutta sua.


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