
La leggenda della cacciatrice di spiriti – Esther Park

Titolo: La leggenda della cacciatrice di spiriti
Autore: Esther Park
Editore: Mondadori
Genere: fantasy
Pagine: 256
Prezzo: 21,00
Trama libro
Lady Seomoon Bin ha un segreto: è nata con la capacità di vedere gli spiriti e sentirne le voci, un’abilità estremamente potente, ma altrettanto pericolosa sia per lei sia per coloro che la circondano. Ciò che Bin desidera di più al mondo è liberarsi di questo fardello e poter finalmente condurre un’esistenza normale, ma c’è un solo modo per cambiare il suo destino: diventare una byeoksa, una Cacciatrice di Spiriti, e collezionare 108 Perle, una per ogni nemico che riuscirà a uccidere. Una notte, dopo essersi intrufolata nella sontuosa residenza estiva del consigliere di Stato – armata di spada e vestita con abiti maschili, come è sua abitudine quando è a caccia -, Bin incontra Eunho, fedele braccio destro del re inviato a indagare su una sospetta cospirazione ai danni della corona, e lo salva dall’improvviso attacco di un gruppo di spiriti. Il giovane sente fin dal primo istante un’inspiegabile attrazione per il misterioso Cacciatore che l’ha aiutato, ma un vuoto nei suoi ricordi non gli permette di capire cosa sia a legarli. Per quanto Bin voglia evitarlo, le loro strade sono destinate a incrociarsi ancora e ancora… Nel frattempo, una presenza oscura sta cercando di accrescere il suo potere negli Inferi, e i confini tra il mondo fisico e l’aldilà continuano ad assottigliarsi. Di fronte a questo stravolgimento di tutti gli equilibri preesistenti, Bin ed Eunho dovranno combattere insieme contro le forze del male che minacciano il regno di Joseon e contro il destino che vorrebbe tenerli separati.
Recensione libro
“La leggenda della cacciatrice di spiriti” è un romanzo che mi ha attratto fin da subito perché si basa profondamente sulle leggende e la mitologia coreana, immergendo il lettore in un mondo popolato da spiriti, demoni e creature fantastiche, in cui alla realtà dei vivi si affianca quella invisibile degli inferi. L’ambientazione è senza dubbio uno degli aspetti più affascinanti del libro: il richiamo alle tradizioni e alle credenze della Corea, arricchito dall’uso di vocaboli originali lasciati in lingua e accompagnati da un utile glossario finale, contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva e affascinante. Purtroppo, come già mi era capitato con altre opere di narrativa orientale, fantasy e non, lo stile di scrittura molto diverso dal nostro non mi ha permesso di apprezzarlo al meglio. La scrittura è estremamente semplice, molto descrittiva, e questo toglie spessore ai personaggi, rendendo difficile immedesimarsi nelle loro vicende. Inoltre, mi ha lasciata perplessa il frequente uso di esclamazioni e onomatopee nei dialoghi: mi è sembrato poco naturale e ha rallentato la mia lettura.
La protagonista, Bin, è una ragazza dotata di un potere speciale ma difficile da gestire: la capacità di vedere gli spiriti. Questo dono la colloca a metà tra il regno dei vivi e quello dei morti, rendendo la sua vita complicata e solitaria. Non sempre riesce a controllare le anime che la circondano, e in alcuni momenti gli spiriti prendono possesso del suo corpo, portandola involontariamente a ferire gli altri. Il suo obiettivo è liberarsi di questa maledizione raccogliendo 108 perle, una per ogni spirito che riesce a rimandare negli inferi. Fin da piccola la sua vita è stata segnata dalla tristezza e dall’isolamento; la sua stessa famiglia si vergogna di lei, e Bin evita di affezionarsi a qualcuno, consapevole di non poter condurre una vita normale come le altre donne della sua età.
Fortuna, luce e amore non saranno mai tuoi. Tu sei oscurità, proprio come noi.
Questo romanzo è una storia di coraggio, onore e lealtà, sia nei confronti dei propri compagni che del proprio re. Ma è anche una storia di amore, sacrificio e compassione per le anime delle persone che sono decedute e vagano sulla terra in cerca di una chiusura della loro storia. Una storia in cui i segreti che Bin porta con sé fin dall’infanzia la costringeranno, alla fine, a confrontarsi con il proprio passato per poter sperare in un futuro. L’intreccio è ricco di azione e momenti drammatici; è ben costruito, accattivante e di sicuro una parte importante è la storia d’amore tra Bin ed Eunho, che è dolce e pacata. Le premesse per un fantasy avvincente c’erano tutte, ma lo stile narrativo non è riuscito con me a valorizzarle pienamente. Probabilmente, chi è già abituato alla letteratura orientale e ne apprezza la particolarità troverà la lettura piacevole, ma temo che chi cerca una narrazione più coinvolgente potrebbe non gradirla del tutto.
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