La regina del Nord – Anne Lise Marstrand-Jørgensen
Titolo: La regina del Nord
Autore: Anne Lise Marstrand-Jørgensen
Editore: Sonzogno
Genere: romanzo storico
Pagine: 603
Prezzo: 21,00
Trama libro
Danimarca, 1363. Margherita ha appena dieci anni quando viene data in sposa a re Håkon VI di Norvegia. Accompagnata e accudita da Kerstin, la sua enigmatica ancella, deve lasciarsi alle spalle la sua bellissima terra natale, l’amato padre, il re Valdemaro IV, e il dolore per la morte improvvisa del fratello Cristoforo. Un unico compito la attende: dare un erede al trono, così da consolidare l’alleanza tra i due regni. Ma quando, nel giro di pochi anni, perde sia il padre sia il marito, Margherita si ritrova da sola a difendere i diritti del suo piccolo Oluf, legittimo erede del grande Nord. Muovendosi in un mondo dove il potere è sempre stato prerogativa degli uomini, la regina lotta contro l’ostilità della corte, le dicerie, le sobillazioni e le continue minacce di guerra per affermare il suo disegno: i regni di Scandinavia devono unirsi sotto un unico sovrano, e quel sovrano dev’essere lei. Dotata di acume e tenacia, Margherita sfiderà le convenzioni e saprà piegare i pregiudizi a proprio favore, diventando una delle figure più visionarie e lungimiranti della sua epoca.
Autore
Anne Lise Marstrand-Jørgensen è un’autrice danese di romanzi e poesie. Ha pubblicato la biografia romanzata di Ildegarda di Bingen in due volumi “La guaritrice” e “La sognatrice”. Successivamente sono usciti “La doppia vita dei coniugi Horn” e “L’imperatrice del deserto“.
Recensione libro
Questo libro della Marstrand-Jørgensen è dedicato a tutti i lettori che amano i romanzi storici e le figure particolarmente significative che hanno attraversato i nostri secoli, soprattutto quelle femminili. Con uno stile affascinante e meticoloso, l’autrice ci svela con pazienza, romanzandola, la storia di Margherita I, prima figlia del re Valdemaro IV di Danimarca e moglie di re Håkon VI di Svezia e Norvegia. Una donna che è stata istruita fin da bambina al compito che perseguirà per tutta la sua vita con dedizione: quello di essere moglie e madre di re, ma soprattutto regina. La vita di Margherita, attraverso le pagine del libro, ci travolge con la sua solitudine, con i momenti di depressione e noia, di preoccupazione, e di grande dolore per essere stata allontanata in giovane età dal suo paese e lasciata sola a crescere tra visi sconosciuti, in una nazione che non la capiva. La prima cosa che colpisce nel racconto è la rappresentazione del Nord, delle sue popolazioni, delle sue tradizioni e credenze, dello stile di vita, che risulta precisa e accattivante. Il modo in cui l’autrice riesce a riportare in vita, davanti ai nostri occhi, una società così distante è senza dubbio maestrale e frutto di un grande lavoro storico. Capire l’ambiente in cui Margherita è vissuta, e soprattutto la mentalità dell’epoca, è fondamentale per apprezzare davvero la sua figura.
I popoli di Svezia, Norvegia e Danimarca del 1300 sono fortemente legati a due aspetti molto differenti tra loro: quello Cristiano, che guidava gran parte della vita quotidiana e delle scelte di una persona, soprattutto se nobile, e quello pagano, legato a leggende e miti nordici. Così, Margherita cresce divisa tra la necessità di seguire i dettami della fede Cristiana, e le paure legate agli esseri che si nascondono ancora nel buio delle foreste: gnomi, elfi, creature maligne che possono contagiare una persona col seme del male e rovinare la sua vita. Per contro, anche la visione di Dio è legata fortemente al Male, costringendo Margherita a sfiancanti ore di preghiere, bagni purificatori e svariati altri obblighi per mantenersi pura e ottenere l’amore del Signore. Un momento storico, quindi, molto particolare, in cui la regina dà la colpa di ogni piccolo avvenimento, persino del travaglio prolungato, ai suoi pensieri impuri così come all’essersi avvicinata troppo alle creature del bosco. Margherita cresce dunque dovendosi destreggiare tra realtà e magia, mentre tenta, da sola, di imparare tutto quello che può sulle sue terre; intelligente, scaltra, diplomatica, ma anche piena di rabbia e spesso insofferente, si appoggia alla sua fedele ancella Kerstin, piegandosi alle richieste della corona: sposarsi, avere un figlio. Già diciannovenne, Margherita ha la lungimiranza e la temerarietà di sognare un futuro in cui i tre regni siano uniti sotto un solo sovrano.
«Pensa se accadesse, invece» sussurrò Margherita, sostenendo il suo sguardo. «Norvegia, Svezia e Danimarca.»
Ne esce la figura di una donna che ha saputo vedere oltre le lotte politiche, oltre le differenze, e che è stata in grado di costruire lentamente una rete di alleanze che l’hanno portata, alla fine, a ottenere il risultato tanto agognato. Questo perché, di fondo, Margherita è stata una sovrana giusta, diplomatica, interessata al suo popolo, comprensiva e contraria alle guerre.
Non sono il re. Sono una madre che desidera il meglio per suo figlio, sono la sposa di Håkon che desidera il meglio per la Norvegia e la Svezia, e sono tua figlia che desidera il meglio per la Danimarca. Sono una persona a cui non piace veder soffrire gli altri e che vuole vivere in un tempo di pace e prosperità.
Ha sfidato secoli di dominio maschile, ha ignorato le superstizioni, ha superato i pregiudizi sociali ed è diventata, alla lunga, l’unica figura che poteva realmente governare su tre paesi. Per quanto la storia di Margherita sia affascinante, devo ammettere che ho trovato il romanzo eccessivamente lungo. È vero che ogni singolo tassello fornito dall’autrice va a creare un quadro straordinario, ma credo che anche senza alcuni dettagli sarebbe stato ugualmente un bellissimo dipinto. In alcuni momenti ho faticato a proseguire la lettura, complici anche le descrizioni dettagliate delle vicende politiche. È una storia che si prende il suo tempo per raccontare quarant’anni di vita, e che comunque ci lascia con alcuni protagonisti estremamente vividi, che accompagnano Margherita durante la sua difficile vita. E’ quindi un’opera notevole e un grande affresco storico per gli amanti del genere.
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