Quando sei tra i corvi – Veronica Roth

Quando sei tra i corvi – Veronica Roth

libro roth

Titolo: Quando sei tra i corvi

Autore: Veronica Roth

Editore: Mondadori

Genere: fantasy

Pagine: 205

Prezzo: 18,50


Trama libro

Il dolore è la vocazione di Dymitr. La sua famiglia appartiene a un’antica stirpe di cavalieri che sacrificano la propria anima per poter uccidere i mostri che popolano il mondo. Ora è chiamato a un’altra missione, più rischiosa, forse mortale: trovare la leggendaria Baba Jaga. Ma per riuscirci sarà costretto a stringere un’alleanza proprio con una delle creature che ha giurato di cacciare. Il dolore è l’eredità di Ala, una zmora abituata a cibarsi della paura degli umani. Ormai non le resta altro che arrendersi alla maledizione che l’ha colpita anni prima e che, insinuandosi nelle sue giornate, le sta rubando la vita, attimo dopo attimo. Quando Dymitr le offre una cura in cambio del suo aiuto, non ha molta scelta né molto da perdere. Insieme, costretti a una corsa contro il tempo, dovranno affrontare un mondo sotterraneo insidioso. Eppure saranno i segreti di Dymitr – e le sue vere motivazioni – ciò che potrebbe davvero mettere a rischio la loro missione. E la loro vita.


Autore

Veronica Roth è una scrittrice statunitense laureata in scrittura creativa. E’ divenuta famosa a soli 23 anni con il romanzo “Divergent“, primo capitolo di un saga distopica fantascientifica che nel 2012 è rimasto per tre mesi nella classifica dei bestseller americani, e ancora oggi è tra i libri più venduti al mondo. La saga comprende anche “Insurgent“, “Allegiant” e “Four“. Nel 2017 è uscita una nuova dilogia “Carve the mark” composta da “I predestinati” e “Il destino divide“. Nel 2025 esce il primo volume di una nuova dilogia, questa volta fantasy, “Quando sei tra i corvi”.


Recensione libro

Come sia possibile per un autore riuscire a racchiudere in 200 pagine tante emozioni, lo sa solo la Roth, che con questa storia, che oserei definire un racconto lungo, si inoltra in un campo a lei non congeniale, mai provato prima. Abbandona infatti la sua distopia a sfondo fantascientifico per regalarci un fantasy che all’inizio ho avuto persino il coraggio di pensare che fosse lento e un po’ noioso. Sì, perché dopo trenta pagine mi stavo ritenendo già delusa da questo tentativo, ma ho continuato a leggere lo stesso, e ammetto di non essermi accorta che a un certo punto non riuscivo più a fare a meno di questa storia e dei suoi personaggi. In così poche pagine Veronica Roth ha saputo costruire delle figure che ti sembra di conoscere da sempre e che sprigionano talmente tante emozioni da soffocarti. Incuriosita dalle sue origini polacche (i suoi nonni emigrarono infatti in America portandosi dietro i tre figli dalla Polonia) l’autrice ha rispolverato le più affascinanti leggende del folklore slavo, costruendo un urban fantasy pieno di creature fantastiche, ammalianti, che faranno la gioia dei fan di The Witcher.

Questo libro è cupo, molto; tutto quello che ha creato la Roth ha un alone oscuro, tetro, triste e malinconico. Nella Chicago sullo sfondo, gli esseri umani vivono inconsapevoli dell’esistenza di creature che non tarderebbero a definire mostruose: è una città buia e fredda, che emana inquietudine, come se gli abitanti potessero sentire che ci sono presenze pericolose che girano per le strade. A rimarcare questa sensazione, la scrittura della Roth si fa veloce, secca, tagliente come un rasoio e piuttosto fredda. E se all’inizio ti sembra impossibile che riuscirà a coinvolgerti nella vicenda, impieghi poco a capire che è solo un errore di valutazione. Il narratore esterno cambia di continuo il punto di vista, il che permette al lettore di esplorare le emozioni di tutti i protagonisti: personaggi anch’essi cupi, scossi da emozioni violente come la paura, la tristezza, la rabbia e il dolore. Dalle leggende polacche l’autrice attinge per riempire il suo mondo di creature che nei secoli sono fuggite dall’est Europa a causa di guerre, persecuzioni o povertà; creature splendidamente pericolose, come la zmora (una sorta di incubo che si nutre della paura dell’uomo), la banshee (spirito che si nutre della tristezza), la strzyga (simile a un vampiro che si nutre di rabbia), e ancora il leszy (il guardiano delle foreste), la poludnica, la rusalka, e infine gli oswiecony, gli illuminati, ossia gli unici esseri umani che sono al corrente del Mondo che perdura, così chiamato data la longevità di queste creature. Ma questi esseri che si nascondono alla vista e si nutrono delle emozioni più negative dell’uomo, sono davvero così cattivi? Uccidono, rovinano, distruggono, oppure è solo quello che è stato insegnato a Dymitr fin da quando era piccolo?

Anime gentili rappresentate come diavoli sul palcoscenico dell’esistenza messo in piedi dal genere umano. E’ l’espediente più elementare dell’oppressione: trova un cattivo, e se non lo trovi inventalo.

Un giudizio pungente contro l’incapacità di accettare il diverso e la tendenza storica dell’essere umano ad avere paura di ciò che non capisce. E’ una storia soffusa di una magia antica, che l’autrice ha saputo raccontare con estrema bravura, dando peso a elementi nuovi e interessanti nella relazione tra umani e creature.

Un nome è un dono, ma è anche un’arma. Lo rende vulnerabile di fronte a lei, che potrebbe usarlo per trovarlo, e anche per maledirlo… nessuno può usare il suo nome contro di lui a meno che sia lui a consegnarglielo.

Una storia che si fonda su sentimenti cupi e su un grande desiderio di espiazione e redenzione. Ma davvero la redenzione deve passare attraverso il dolore e l’annullamento, oppure è necessario il coraggio di affrontare quello che ci tormenta e perdonare noi stessi per gli sbagli commessi?

Lei pensa alle banshee che lo guardavano a bocca aperta… allo stupore della receptionist. E’ il suo lutto ad attirare la loro attenzione, pensa. Lui è pieno di dolore, e vuoto di rabbia.

Veronica Roth indaga l’animo, umano e non, regalandoci un romanzo che per me ha un unico difetto: è troppo breve. Troppo velocemente ho dovuto lasciare un mondo che avevo appena imparato ad amare e dei protagonisti che hanno rubato un pezzetto del mio cuore. E nell’attesa di ritrovarli continuerò a pensare a loro e a sognare mondi magici e alternativi in cui perdersi è un grande dono.

Come in tutte le storie antiche, c’è un po’ di verità e molta fantasia.


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