Sarò breve – Francesco Muzzopappa
Titolo: Sarò breve
Autore: Francesco Muzzopappa
Editore: Fazi
Genere: romanzo
Pagine: 184
Prezzo: 17,00
Trama libro
Ennio Rovere fa testamento. Ha impiegato l’intera esistenza per costruire un sogno e ci è riuscito mettendo su un mobilificio di successo che porta il suo nome in Brianza. Si è fatto da solo, ha avuto fortuna, anche se la sua vita non sempre è stata facile. Ha avuto amori più o meno fortunati, mogli più o meno fedeli, figli più o meno litigiosi, collaboratori più o meno capaci. Con il testamento, però, ha l’occasione di rimettere tutti a posto: dalla prima moglie all’esuberante donna di servizio, dal figlio minore allo zelantissimo autista, dal dentista al cane devoto. Mai come adesso, si sente libero di parlare e dire finalmente la sua.
Con la scusa di distribuire in maniera equa il suo patrimonio, il protagonista di questo libro ripercorrerà per iscritto la propria esistenza, intrecciando dinamiche familiari e lavorative, premiando quanti davvero hanno meritato il suo affetto e punendo senza pietà tutti gli altri, senza risparmiarsi neppure nel giudizio.
Ormai, questo è chiaro, non ha più nulla da perdere.
Autore
Francesco Muzzopappa è uno scrittore italiano, classe 1976, i cui libri sono caratterizzati da un umorismo vivace. Oltre a “Una posizione scomoda”, “Affari di famiglia”, “Dente per dente”, “Heidi”, “Un uomo a pezzi”, scrive anche libri per ragazzi, tra cui “Il primo disastroso libro di Matt” e “L’inferno spiegato male“.
Recensione
Quest’estate, come sempre, ho scelto molto attentamente i libri da portare in vacanza, prediligendo quei titoli che ogni volta spero siano capaci di sollevarmi l’animo e rallegrarlo dopo un anno di fatica e quotidianità. Ecco, quello che vi lascio oggi è un titolo che invece va letto rigorosamente in qualunque periodo dell’anno vi capiti tra le mani, purché non ve lo lasciate scappare. Per me è stata una sorpresa, tanto più apprezzata perché non sapevo cosa mi aspettasse. Ho scoperto un autore che usa l’ironia come se non ci fosse nessun altro modo di esprimersi al mondo. Non credo nemmeno che si impegni, ma che sia una di quelle persone che parlano così, sempre e con tutti.
A quanto pare, sono morto.
Prima o poi doveva succedere: d’altro canto, sulla mia ultima torta di compleanno c’erano candele a sufficienza da illuminare a giorno una pista d’atterraggio. Il passo successivo doveva per forza essere il decollo.
Il suo è un umorismo geniale che, messo in bocca a un defunto, diviene una fonte inesauribile di risate. Non avendo il protagonista più nessuna paura di essere giudicato per quello che dice, si lascia andare finalmente a giudizi irresistibili, perché tanto sinceri e vicini alla realtà di ognuno di noi. Muzzopappa si scontra con un’intera vita, quella di Ennio, e ne racconta i vari momenti fin dall’inizio, approfittando del suo lungo testamento, in cui dedica un capitolo a ognuno dei suoi cari, più o meno amati.
Prima di passare alla divisione vera e propria, è bene cominciare dalle mie origini.
La mia era una famiglia povera costretta ad abitare in una casa in campagna ispirata ai peggiori incubi dei fratelli Grimm in stato depressivo.
E in questa lunga sequela di eventi non sfugge nulla: dal matrimonio naufragato al divorzio; dall’amore ritrovato ai sacrifici per far funzionare la sua ditta; dalle difficoltà di crescere i figli alla malattia e alla perdita precoce di un familiare; dall’adozione al bullismo. Tutto affrontato con lo stesso sincero, tagliente, spregiudicato e irrefrenabile umorismo. Non mancano momenti delicati e commoventi, perché i casi della vita di una persona sono sempre tanti e non su tutti si può ridere. Ma con una delicatezza che ti strappa comunque un sorriso, l’autore riesce a parlare di morte, di perdita, di razzismo, tirandone fuori le verità più sconcertanti e difficili da gestire, ma sempre pronto a dare un consiglio al familiare di turno. E così, mentre noi sorridiamo per il modo quasi rude in cui lo fa, Ennio si preoccupa di far capire al nipote Luca che il suo sovrappeso gli causerà problemi che ora, così giovane, non riesce a vedere.
Non sei un turista del tuo corpo, caro Luca. Lì dentro hai la residenza. Fattelo dire da chi c’è già passato: la tua casa va trattata meglio.
Tranquillizza la nipotina Min-so, dicendole che ci sarà sempre il bullo di turno che deriderà i suoi tratti asiatici, ma che la diversità, nel mondo, è una ricchezza e non una vergogna.
Fattelo dire da un ex mobiliere: i dettagli estetici, la varietà di colori sono una ricchezza, e chi non lo capisce è destinato a vivere una vita senza fantasia.
Un altro aspetto che mi ha conquistata è il modo in cui ogni singolo protagonista della vita di Ennio salta fuori dalle pagine e prende forma grazie alle descrizioni dell’uomo, senza mai comparire direttamente nel libro. I particolari che racconta sono in grado di far nascere davanti al lettore una figura che non ha mai visto e a farla amare o detestare, a seconda del volere di Ennio. Al di là di una storia godibilissima, dove gli eventi della vita del protagonista si intrecciano in modo curioso e sanno attirare il lettore, resta una scrittura intelligente e astuta, che ti spiazza con la sua sincerità e la sua mancanza di freni (il mio caro Walt Disney e il tanto amato Petrarca non me ne vorranno se ho riso in modo incontenibile nel sentire quello che forse abbiamo pensato tutti almeno una volta nella vita..). Muzzopappa ha uno stile incisivo, tagliente, veloce e vivido e soprattutto mai banale, capace di parlare di sciocchezze oppure di intavolare un discorso filosofico con la stessa spregiudicata ironia. E se c’è una cosa che ho notato, è che spesso i concetti più seri e delicati li comprendiamo meglio quando togliamo loro parte della serietà e li traduciamo in una realtà che fa ridere. Quindi mi raccomando, non perdete questo piccolo gioiellino che sono sicura vi regalerà qualche ora di puro divertimento, lasciandovi dentro molto più che solo risate.
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