The prison healer. La guaritrice di Zalindov – Lynette Noni
Titolo: The prison healer
Autore: Lynette Noni
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: fantasy
Pagine: 382
Prezzo: 17,90
Trama libro
Kiva ha diciassette anni e ormai da tempo ricopre il ruolo di guaritrice a Zalindov, una prigione letale in cui chiunque è sacrificabile, in qualsiasi momento. Un giorno, nella sua infermeria approda la Regina Ribelle, che è stata catturata ed è gravemente malata. A Kiva viene ordinato di tenerla in vita a ogni costo affinché possa sostenere il Giudizio degli Elementi, ovvero quattro prove quasi impossibili da superare per riottenere la libertà. Consapevole che la Regina Ribelle non è in grado di affrontarle, Kiva prende il suo posto, pur sapendo che nessuno, in realtà, è mai sopravvissuto. Mentre Zalindov è in fermento e pregusta morte e distruzione, a vegliare su Kiva e ad aiutarla interviene un nuovo, misterioso detenuto, che piano piano si conquista un posto speciale nel suo cuore.
Autore
Lynette Noni è una scrittrice australiana. Ha studiato giornalismo, scrittura creativa e scienze umane. Oggi è al primo posto tra gli autori Young Adult del suo paese, grazie ad alcune fortunate saghe fantasy. E’ arrivata in Italia con il primo capitolo della saga “The prison healer. La guaritrice di Zalindov“, seguito da “The gilded cage. La gabbia dorata“.
Recensione
Primo capitolo di una trilogia molto attesa in Italia, che già all’estero ha riscosso un grande successo. “The Prison healer” è un fantasy davvero molto particolare, che contiene alcuni elementi estremamente originali. Se vogliamo partire dallo stile di scrittura, devo dire che è molto scorrevole e fluido; la Noni sa prendersi i suoi tempi per costruire i personaggi e intrecciare le loro vite in un presente carico di segreti, che svela solo a fine libro, in un crescendo di tensione e curiosità. La prima cosa che colpisce è l’ambientazione: tutta la vicenda si svolge all’interno della prigione di Zalindov, descritta con estrema cura dei particolari, un piccolo mondo all’interno del regno, dove i prigionieri e le guardie vivono una vita quasi parallela rispetto alla popolazione. Inoltre, a rendere la situazione della protagonista ancora più opprimente, quasi tutte le azioni hanno luogo nelle quattro mura delle infermeria dove lavora. Un’unica stanza per 400 pagine e una serie notevole di personaggi. Se all’inizio la cosa mi ha lasciata perplessa, e ho temuto che potesse pesare sulla narrazione, mi sono resa conto ben presto che non è affatto un limite e che, mentre segui le disavventure della guaritrice, quasi non ti accorgi del ristretto margine di spazio. Se devo essere sincera, però, ho notato un ritmo un po’ lento all’inizio; non che non ci sia azione, questo no, però ho sentito alcuni passi (come i ragionamenti di Kiva) spesso ripetitivi. Da metà libro il ritmo cambia repentinamente, le vicende si fanno via via più tumultuose, i segreti iniziano a venire a galla, e ti ritrovi completamente rapito dalla storia. Ho apprezzato molto la caratterizzazione dei personaggi e la costruzione del loro rapporto all’interno di questa prigione che non lascia spazio ad amicizie o affetti.
Non c’è niente che io possa dirti per prepararti a quello che ti succederà. Mi dispiace, ma Zalindov è questo. Ti metterà alla prova fino al limite estremo, e anche oltre.
Kiva è una ragazza normale, esile, persino delicata, eppure è riuscita a resistere per dieci lunghi anni; un record assoluto per Zalindov, dove si muore anche dopo pochi giorni. Oltre alle difficoltà quotidiane, ha dovuto subire l’odio di gran parte dei prigionieri, che la considerano una simpatizzante del regime di controllo della prigione. Lei non è solo la Guaritrice, ma la Strega di Zalindov, la Chirurga senza Cuore, la Principessa della Morte, perché se è vero che tanti prigionieri vengono curati, è anche vero che molti non escono vivi dall’infermeria, nonostante le sue estenuanti cure. Quello che l’ha tenuta in vita è stata la speranza, la convinzione che prima o poi la sua famiglia sarebbe arrivata e l’avrebbe trascinata fuori. Quando inizia ad affrontare le prime prove del Giudizio la sua fiducia vacilla, e si chiede se sia stata solo una sciocca a fidarsi della stessa identica frase che i suoi fratelli li hanno inviato per dieci anni.
Siamo al sicuro. Resta viva. Verremo.
Saranno le persone che l’hanno affiancata nelle ultime settimane, in particolare quel ragazzo che sembra non volerla perdere mai di vista, a infonderle il coraggio di andare avanti, soprattutto quando la salute dei prigionieri sarà in pericolo e il suo animo di guaritrice le imporrà di pensare prima di tutto agli altri. L’intreccio, che all’inizio sembra semplice, si impone alla fine con una serie di segreti e rivelazioni che ti lasciano senza fiato, verso un finale assolutamente inaspettato e perfetto. Due eventi finali davvero mozzafiato, che ti portano a credere di aver capito la verità e la smentiscono un istante dopo, lasciandoti con una visione nuova e sconcertante dell’intera vicenda. E’ stata una lettura originale e piacevole e Kiva è entrata nel gruppo delle mie protagoniste favorite, quelle che hanno paura ma la sanno gestire, quelle che non smettono di sperare nonostante gli eventi. Quelle che ti fanno battere il cuore e ti fanno venire voglia di proseguire la loro storia.
La sua famiglia sarebbe arrivata in tempo, oppure no.
L’amuleto avrebbe funzionato, oppure no.
Lei sarebbe sopravvissuta, oppure no.
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