Piccoli favori – Erin A. Craig

Piccoli favori – Erin A. Craig

Titolo: Piccoli favori

Autore: Erin A. Craig

Editore: Fanucci

Genere: dark fantasy

Pagine: 393

Prezzo: 14,90


Trama

Amity Falls è una tranquilla comunità che riposa nella vallata ai piedi del Pugno di Dio. Poche ma semplici regole consentono a tutti di vivere in modo sereno, certi dell’appoggio dei propri vicini. E’ vero, molti decenni prima la popolazione ha dovuto lottare contro creature fameliche e pericolose che si nascondono nei boschi, ma da tanto tempo i confini della cittadina non sono stati più attaccati. Eppure la spedizione partita pochi giorni prima verso la città, in cerca di rifornimenti per l’inverno, non torna più indietro e i corpi degli uomini vengono ritrovati smembrati a poca distanza da Amity.

Mentre le famiglie e gli Anziani dibattono sulla possibilità di inviare un’altra spedizione, strani avvenimenti iniziano a portare scompiglio in paese. All’inizio sono solo piccoli dispetti, scherzi innocenti, che in breve si trasformano in incidenti oscuri e inquietanti. La pace di Amity Falls sembra incrinarsi, ed Ellerie, la più grande della famiglia Downing, è costretta a prendere in mano la situazione quando un incendio colpisce la sua fattoria, ferendo gravemente la madre. Rimasta sola con le sorelle e il fratello, e l’unico sostegno di Whitaker, un giovane cacciatore di passaggio, anche Ellerie si scontrerà con le creature mostruose che si racconta popolino i boschi oltre le Campane, i confini segnati dalle famiglie fondatrici, il limite invalicabile. Ma se i mostri fossero all’interno della comunità? Se la follia omicida che improvvisamente dilaga tra i suoi vicini non sia opera di alcun mostro, ma si stia diffondendo come un veleno tra i cittadini pacifici? Ellerie sembra essere l’unica a capire che le creature nell’ombra sono solo spettatori curiosi, che osservano il declino che loro stessi hanno tessuto. Dovrà trovare il modo di fermarli prima che gli abitanti di Amity Falls cedano all’odio e la furia vendicativa arrivi a toccare le sue sorelle e il ragazzo di cui si sta innamorando.


Autore

Erin A. Craig è una scrittrice statunitense, autrice bestseller del New York Times. Dopo aver lavorato nel teatro, dirigendo alcune pièces, ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Il suo romanzo d’esordio “La casa di sale e lacrime” ha avuto un enorme successo. Nel 2022 esce il suo secondo romanzo, molto atteso dal pubblico Young Adult “Piccoli favori” e nel 2023 “House of roots and ruin“, sequel del primo romanzo.


Recensione

Guardati dal folto dei boschi.

Oltre le Campane, i demoni attendono foschi.

Sono cresciuta con le storie dell’orrore dei grandi maestri; a tredici anni avevo già scoperto il fascino inquietante e perturbante di Stephen King. Ma poche volte, oh si, poche volte, ho avuto davvero paura. Le parole restano nella testa a lungo e a volte si trasformano persino in sogni oscuri, ma non è facile che riescano a trasmettere la sensazione di puro timore. Poi ho scoperto Erin A. Craig e il suo modo di sfruttare la fantasia. E ho avuto paura. Davvero.

La Craig ha uno stile pacato e scorrevole; stiamo parlando di quasi 400 pagine, ma non riesci a notarlo quando non puoi mettere giù il libro per la necessità di continuare a leggere. La cosa più inquietante è stata osservare il cambiamento di Amity Falls con il passare dei mesi: la comunità perfetta e pacifica, dove regole decennali mantengono il benessere comune, inizia lentamente a sgretolarsi come se quella perfezione fosse stata solo un sogno. E forse la paura deriva dal non riuscire a capire cosa sta succedendo, fin quasi alla fine. Forse vorresti davvero che fosse solo colpa delle creature mostruose che si nascondono nella foresta e che la città tiene lontane grazie al suono delle Campane disseminate lungo tutto il confine. Perché quando si fa strada l’idea che il male che dilaga ad Amity Falls sia molto più reale, qualcosa legato agli abitanti stessi, diviene tutto molto più spaventoso. La realtà spesso fa più paura della fantasia. Quando sei ormai a romanzo inoltrato, inizi ad avere la sensazione che ogni cosa sia diversa da come dovrebbe essere, eppure tutto è esattamente come è. Il romanzo di Erin A. Craig non è un incubo, perché da quelli ti risvegli in fretta. E’ una ragnatela infida e appiccicosa nella quale ti addentri, finché non ti rendi conto che non sei più in grado di uscirne. E quando Ellerie inizia a rimettere insieme tutti i pezzi, capisci che l’autrice ha ingannato sia te che lei. “Piccoli favori” è una fiaba della buonanotte agghiacciante e tetra. Quante volte ci è capitato di leggere di protagonisti che offrono qualcosa in cambio di un desiderio realizzato? Quante fiabe conosciamo che si fondano su patti sinistri con le forze del male? Ma se questa volta il pagamento fosse davvero troppo elevato?

Fa’ attenzione a quello che dici nel buio della notte, Ellerie Downing, o prometterai qualcosa di cui potresti pentirti.

Ellerie Downing è una figura affascinante e impossibile da non amare, con le sue incertezze, il suo desiderio di ottenere la fiducia del padre nella cura delle arnie di famiglia. E’ volenterosa, ha un cuore buono, e la necessità di trovare il suo posto nel mondo.

Non ero un uomo.

Il mio posto nel mondo era nebuloso, un concetto malleabile e definibile soltanto dallo spazio che occupavo. In classe ero una studentessa. A casa una figlia. Quando, un giorno, qualcuno mi avesse corteggiata, sarei stata una moglie e una madre.

Ma, fino ad allora, cos’ero?

La storia si dipana lentamente, creando un intreccio sempre più difficile da sciogliere nonostante alcuni indizi che l’autrice sparge sapientemente lungo il racconto. Ma l’attenzione del lettore è così presa dai due elementi principali (il sentimento per Whitaker e le creature mostruose nella foresta) che vai avanti sperando nel male minore, perché accettare la verità fa davvero troppo male. Ellerie e Whitaker sono una coppia anomala di sicuro, ma tanto più dolce proprio per questo.

Eravamo come i piccoli pezzi dei puzzle che McCleary vendeva all’emporio. Semplici frammenti di un caos multicolore isolati dal resto del mondo che, messi al loro posto, erano evidentemente fatti per stare insieme.

L’ambientazione è semplice ma intrigante: una colonia circondata da una catena montuosa di fantasia, che segue regole di vita molto particolari, ma che ha contatti col resto del mondo, che pare essere proprio il nostro. Le figure degli Osservatori Oscuri, pur non essendo originali, stupiscono e spaventano per la mancanza di un fine pratico nel loro operato. E’ piuttosto angosciante sapere che osservano da lontano la comunità in cui hanno portato scompiglio, solo per godere delle conseguenze. È qualcosa che va oltre il concetto classico di Male, e ne sono rimasta piuttosto colpita. L’unico momento di difficoltà che ho avuto nella lettura è stato il capitolo finale, in cui tutti i cittadini di Amity Falls entrano in scena contemporaneamente. Essendo stati, a volte, solo nominati durante la storia, trovarli tutti insieme in una scena corale mi ha confuso. Ma è un piccolo difetto che non intacca minimamente la bellezza del romanzo.

Una storia che ti fa riflettere sulla natura dell’uomo e la sua incapacità di nascondere completamente l’egoismo che risiede in ognuno di noi. Per quanto possiamo lottare contro i nostri peggiori istinti, saremmo davvero in grado di seguire i nostri principi se ci venisse offerto quello che più desideriamo? Saremmo in grado di rifiutare, se il prezzo fosse perdere il controllo di noi stessi? La follia dilagante che invade Amity Falls è una delle cose più oscure e insieme curiose da seguire, e forse alla fine mi sono nascosta anch’io nel ombra dei pini a osservare il degrado dell’umanità e il dilagare dell’odio e dell’insensatezza. Perché tutto quello che è spaventoso, di solito è anche affascinante.


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