Il fuoco dentro. Janis Joplin – Barbara Baraldi
Titolo: Il fuoco dentro
Autore: Barbara Baraldi
Editore: Giunti
Genere: romanzo
Pagine: 426
Prezzo: 15,90
Trama libro
Non sa dire, Janis, perché detesti tanto Port Arthur, la piccola città del Texas dove è nata e cresciuta. Forse è l’aria asfittica o il perbenismo imperante, oppure il fatto che, a parte lei, nessuno sembra accorgersi che il mondo sta cambiando. Sono gli anni Cinquanta e Janis è un’adolescente inquieta. Non è docile, non è gentile, non fa niente per apparire bella. Legge On the road e sogna di andarsene. I suoi genitori non la capiscono; come potrebbero? E i compagni aspettano che nessuno li veda per bullizzarla brutalmente nei corridoi della scuola. Così Janis si convince di non meritare amore. Di non meritare niente. Di sé apprezza solo una cosa: la voce, quel grido limpido e sporco che la libera da ogni dolore. C’è una vecchia foto in cui ha tre anni e sorride. Sul bordo sua madre ha scritto Si addormenta cantando. Non lo sa ancora, ma di cantare non smetterà mai. Barbara Baraldi tinge di nero la storia della rocker più grande di tutti i tempi per dare vita a un romanzo travolgente. Janis divampa come un fuoco nei suoi perenni contrasti: il sogno di un’esistenza normale e la seduzione feroce del successo, la sete d’amore e la solitudine fuori dal palco, la disperazione cosmica e il tentativo di placarla nell’abbraccio dolce e spietato dell’eroina. E poi il sesso e le risse con Jim Morrison, l’alba al Chelsea Hotel insieme a Leonard Cohen, la fratellanza con Jimi Hendrix, l’attrazione devastante per Peggy Caserta. La musica, su tutto: estrema rivalsa, via di salvezza, dea consolatrice a cui immolare l’anima. Fino alla fine, e per l’eternità.
Autore
Barbara Baraldi è una scrittrice e fumettista italiana. Come sceneggiatrice di fumetti si è fatta notare per aver partecipato alla serie di Dylan Dog e a quella della Disney “Real life“. Tra i romanzi più conosciuti, invece, c’è la trilogia urban fantasy per ragazzi “Scarlett” e i thriller della trilogia del Buio, che ha come protagonista la profiler italiana Aurora Scalviati: “Aurora nel buio”, “Osservatore oscuro” e “L’ultima notte di Aurora“. E’ poi seguito uno spin-off della serie intitolato “La stagione dei ragni” e infine il sequel “Cambiare le ossa“. L’ultimo libro è “Il fuoco dentro. Janis Joplin” sulla vita della prima grande rockstar femminile. Nel 2024 esce, rieditato, l’esordio dell’autrice nel thriller “La bambola dagli occhi di cristallo“.
Recensione libro
Barbara Baraldi si sposta con questo libro su un territorio nuovo, anche se di fondo resta quel lato oscuro caratteristico dei suoi thriller, che qui si sposa perfettamente con la storia che vuole raccontarci. Ricostruire, anche se in modo romanzato, la vita di una personalità così grande e contrastata al tempo stesso non deve essere stato facile. Eppure l’autrice lo fa con quello stile fluido e affascinante di sempre, come se avesse conosciuto davvero Janis Joplin, come se fosse diventata lei. La forza con cui ce la descrive è amplificata dall’uso del tempo presente, che ci trasporta nella vita di Janis come se tutto stesse accadendo in questo momento. Devo dire la verità, non conoscevo bene la storia della rockstar né la sua musica, tranne alcuni brani iconici ascoltati negli anni. È stato quindi con molto interesse e soprattutto con una grande sorpresa che ho aperto gli occhi sul suo mondo e su quello della musica degli anni Sessanta, su una generazione che ha aperto la strada al cambiamento, sia nelle canzoni che nel modo di porsi di fronte alla vita. Eppure, alla fine ti chiedi se tutte queste libertà che i ragazzi difendevano, il libero amore, l’uso di droghe per poter amplificare la percezione delle sensazioni e rendere la loro arte unica e più profonda, non abbiano in realtà portato a un eccesso dal quale non sono più riusciti a tornare indietro. Autori come Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin e tanti altri che in quegli anni divenivano stelle del firmamento, risultano persone in lotta con se stesse che hanno cercato nell’alcol, nelle droghe, nel fumo, un riparo che le facesse sentire più sicure e meno sole, che alleviasse il dolore di fondo che sentivano, quel “dolore cosmico” di cui parlava la Joplin: il dolore del mondo. Ne esce la figura di una donna in lotta con se stessa, una ragazzina insicura che non si piaceva e che non si è mai sentita davvero apprezzata e che quindi ha passato la sua intera, breve vita a cercare di ottenere l’approvazione di genitori, amici, amanti.
Non le piacciono i suoi occhi, così piccoli e sperduti nell’ovale del viso. Non le piacciono le sue labbra, sottili come l’orlo di un abito cucito male. Il naso è troppo grosso e l’acne deve essere una punizione divina per essere atea. La sua faccia è un campo di battaglia, ma lei è già stanca di combattere.
L’unico momento in cui si sente davvero felice e sicura è quando canta sul palco; quando vede le reazioni del suo pubblico, di come lo infiamma con la sua voce graffiante, roca, che dà i brividi.
Finalmente c’è qualcosa nella mia vita in cui sento di essere davvero unica. Lo vedo negli occhi delle persone che vengono a sentirmi cantare e scintillano come se dentro ci fosse riflesso un fuoco. Quel fuoco mi arde dentro e si chiama musica. Sono consumata da quel fuoco, sono diventata quel fuoco.
Janis Joplin è stata la prima rockstar femminile, voce bianca che usava il soul dei neri. Ha diviso l’America in due, tra la nuova generazione che si apriva al cambiamento, alla libertà, all’amore fluido, e che l’ha vista come sua icona, e una classe conservatrice che non le ha mai perdonato il suo modo di ribellarsi alle regole, il suo modo di amare sia uomini che donne, la sua passione per la musica nera. Il suo animo profondamente contrastato, e in fondo piuttosto debole, non ha saputo affrontare le delusioni quando ci sono state, la paura costante del fallimento, e nonostante la fama che ormai aveva raggiunto, alcool e droga l’hanno inseguita finché non sono riusciti a inserirla nello sfortunato Club dei 27, quella notte del 1970.
E se fallisse? Conosce bene il lato oscuro dei sogni: possono portarti in alto, da dove cadere fa più male.
Seguire la storia della Baraldi, che ha mischiato eventi reali ad altri di pura invenzione, è stato affascinante e forse quello che mi ha colpito di più è stato scoprire che non solo la Joplin, ma molti degli artisti di quegli anni avevano lo stesso animo distrutto dalla realtà che vivevano. Mi viene da chiedermi se sia stato perché tutti loro cercavano di colmare un vuoto doloroso (che è quello che li ha resi più grandi e unici) o se siano stati invece il frutto di quegli anni così aggressivi e potenti. Amici e critici sono d’accordo nel sostenere che Janis Joplin aveva un fuoco dentro quando cantava, che sapeva infiammare le folle. E questa è stata forse una delle cause del suo turbamento: quando scendeva dal palco e l’adrenalina si stemperava, non le restava altro che un grande buco da colmare; tornava la ragazza insicura di sempre. E’ come se la musica che le bruciava dentro l’abbia consumata, lasciandola ogni volta più carica di dolore. Un gran peccato che una voce così straordinaria e una donna così rivoluzionaria siano andate perse nel caos di quegli anni; rimangono le sue canzoni, con la sua voce bassa e graffiante che sembra salti fuori dai vinili per entrarti nel sangue, e questo splendido libro della Baraldi, cupo e noir che vi farà entrare per un po’ nel suo mondo, nel suo dolore, ma anche nel suo paradiso.
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