
Il ladro linguanera – Cristopher Buehlman

Titolo: Il ladro linguanera
Autore: Christopher Buehlman
Editore: Fazi
Genere: fantasy
Pagine: 476
Prezzo: 18,00
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Trama libro
Kinch Na Shannack è debitore di una considerevole somma verso la Gilda dei Prenditori, che gli ha impartito un’impeccabile istruzione per diventare ladro, insegnandogli, tra le altre cose, a scassinare serrature, scalare muri, usare il coltello, raccontare bugie, piazzare trappole, nonché qualche piccolo incantesimo. Decide quindi di nascondersi nel folto della foresta per mettere in pratica quello che ha imparato contro il primo malcapitato che si troverà a passare di lì. Purtroppo per lui, però, si trova davanti Galva, ancella della dea della morte e abile guerriera, sopravvissuta alle feroci guerre contro i goblin; sta viaggiando in cerca della sua regina, scomparsa dopo che la città del nord in cui si trovava è caduta in mano ai giganti. È così che Kinch, a cui Galva risparmia la vita, viene costretto dalla Gilda a seguire la ragazza in un viaggio che unirà per sempre i loro destini. I due si troveranno coinvolti in un’epica avventura segnata da inaspettati pericoli e doppi giochi da svelare, in un paese devastato dalle guerre, dove i goblin sono affamati di carne umana e mostri leggendari si rifugiano nelle profondità del mare.
Autore
Christopher Buehlman è un artista statunitense, scrittore di romanzi horror e fantasy, poeta e sceneggiatore teatrale. “Il ladro linguanera” è il primo romanzo tradotto in italiano.
Recensione libro
Stavo per morire. Peggio, stavo per morire insieme a dei bastardi. Non che avessi paura di morire, ma forse è importante con chi si muore.
Negli ultimi anni il genere fantasy ci ha abituato a una serie di romanzi dove i cliché di worldbuilding, personaggi e intreccio romance sono piuttosto comuni; ben utilizzati, per lo più, ma comunque comuni. E credo che questo sia il motivo per cui appena ho iniziato a leggere “Il ladro linguanera” ho capito di avere davanti qualcosa di diverso, di originale, qualcosa che mi ha riportato ai grandi autori fantasy che per primi hanno creato mondi mai esistiti, frutto della loro totale ed esclusiva fantasia. In una parola ho riscoperto quello che preferisco definire fantasy “puro”, quello senza nessuna contaminazione di altri generi. Il libro di Christopher Buehlman ha quasi nessun difetto e una serie infinita di pregi, per cui posso dire che sia un’opera straordinaria, un esempio di narrativa fantastica di rara bellezza e originalità.
Potrei parlarne per ore, quindi cercherò di elencare solo i punti forti di questo libro. Il worldbuilding è il più complesso, nuovo e affascinante degli ultimi anni: è un mondo che non ne ricalca nessun altro, ma che l’autore ha creato con una dovizia di particolari quasi frastornante che non ti stancheresti mai di ascoltare. Terre in cui ogni Regno ha una sua propria lingua, dotata di vocaboli che lui stesso ha inventato; popoli che adorano un’infinità differente di divinità; un sistema monetario così complesso che è un piacere immaginare le piccole monete che passano nelle mani di Kinch. La magia, che pervade ancora il mondo dopo l’Apocalisse (la serie di guerre contro i goblin e poi i Giganti che ha quasi sterminato l’umanità) è in grado di fare incantesimi portentosi che solo un’immaginazione fervida e diversa poteva creare: basti pensare ai tatuaggi che ricoprono la pelle di alcuni protagonisti e quello che riescono a fare. La scelta del narratore è stata secondo me perfetta per questo tipo di storia e contribuisce a renderla ancora più accattivante. Kinch, il nostro abile e divertente ladro, parla in prima persona, rivolgendosi spesso direttamente al lettore. Come anche gli altri personaggi secondari, Kinch Na Shannack non è il classico eroe a cui ci hanno abituato i recenti fantasy: è scurrile, sboccato; si esprime con un’ironia e un sarcasmo oscuro che sono irresistibili. Dice esattamente quello che pensa, proprio nel momento in cui lo pensa e vi assicuro che i suoi non sono i pensieri tipici dell’eroe coraggioso, impavido, freddo davanti al pericolo, e che qualche volta sarebbe meglio li tenesse per sé..
«’Fanculo a questo viaggio di merda» dissi, ed ebbi dei conati, rischiai di piangere, ma non lo feci, o se lo feci non ve lo dirò.
Anche la delicata parte romance presente in sottofondo, è trattata con la stessa curiosa e geniale ironia che smorza persino i momenti più romantici, strappandoti sempre una risata e facendoti amare ancora di più questa coppia.
La guardavo nei suoi begli occhi grigi così da vicino che riuscivo a vedervi le stelle. Voi non ci crederete, ma io vidi una stella cadente riflessa nel suo occhio.
«L’hai vista?» dissi. Lei annuì appena. Accennò un sorriso quando si rese conto che dovevo averla vista nella sua iride. Allora le si inumidirono gli occhi, ma soltanto sul bordo, era troppo disidratata per produrre una lacrima.
A volte, durante la lettura, hai la sensazione di non essere lì per seguire la storia (che comunque è affascinante) ma solamente per sentirlo parlare, ancora, e ancora. Kinch è un raccontastorie, un ammaliatore, un giullare di corte a volte, e tu non puoi smettere di ascoltarlo. Quindi, se amate il fantasy, un buon intreccio, tanta avventura, una magia curiosa ed estrosa, non perdetevi questo piccolo gioiello che si farà ricordare per essere uno dei migliori nel suo genere.
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