The final strife – Saara El-Arifi

The final strife – Saara El-Arifi

libro

Titolo: The final strife

Autore: Saara El-Arifi

Editore: Mondadori

Genere: fantasy

Pagine: 514

Prezzo: 22,00

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Trama libro

Sylah sogna di rovesciare la crudele tirannia dell’élite dal sangue rosso che opprime l’impero accendendo la scintilla di una rivoluzione. Ma il suo sogno si infrange il giorno in cui tutta la sua famiglia viene assassinata. Anoor è figlia di una delle donne più potenti dell’impero, ma è sempre stata trattata come una nullità dall’unica persona che conta per lei, sua madre. Quando incontra Sylah, sente accendersi un fuoco che potrebbe divorare l’intero regno, e i loro cuori. Hassa appartiene alla casta degli schiavi e sa bene cosa vuol dire essere invisibili. Ma l’invisibilità ha i suoi vantaggi: può nascondere il più pericoloso dei segreti, in grado di far scoppiare la rivoluzione. Quando Sylah, Anoor e Hassa uniscono le loro forze, l’incendio divampa e il sangue inizia a scorrere. Le tre ragazze sono solo granelli di sabbia, ma capaci di scatenare una tempesta.


Autore

Saara El-Arifi è un’autrice britannica famosa in patria per la trilogia The Ending Fire che comprende “The final strife” (già edito in italia), “The Battle Drum” e “The Ending Fire” e che è ispirata alle sue origini ghanesi e sudanesi. Ha già iniziato una nuova trilogia dal titolo “Faebound“.


Recensione libro

E’ la prima volta che mi capita di leggere un libro fantasy con un’ambientazione a metà tra la cultura africana e quella araba e ne sono rimasta affascinata fin dalle prime righe. Tutto, dall’aspetto delle protagoniste agli abiti che indossano, dai territori coperti di sabbia e battuti dal vento ai palazzi riccamente decorati, mi ha fatto entrare in un mondo nuovo e inebriante. Il worldbuilding è piuttosto complesso e ben organizzato: una società divisa in tre grandi gruppi, il cui potere (o la mancanza di esso) dipende dal colore del sangue; una magia che, per utilizzare le rune, richiede il sacrificio di riempire lo stilo con il proprio sangue. Una tirannia tanto crudele e senza scrupoli che ha condannato i Ghosting, coloro che vivono sul gradino più basso, a vivere una semi-vita, mutilati fin da neonati per pagare il prezzo di una ribellione di 400 anni prima. Un mondo molto ingiusto, quindi, e molto oscuro, in cui le tre protagoniste sono accomunate da un passato doloroso che non le abbandona mai.

Sylah, la guerriera, appare fin da subito come quella destinata a sovvertire la tirannia e ripristinare la giustizia; ma quello che è accaduto anni prima l’ha spezzata, togliendole la voglia di combattere ancora e portandola sull’orlo di una pericolosa dipendenza dai semi di joba, da cui osserva cinicamente e apaticamente il suo sogno andare in frantumi.

Sylah pianse per un bel po’. I singhiozzi facevano il rumore delle onde del mare di Marion che si rifrangono contro le rocce a riva. Era ormai ridotta in macerie. Era sabbia. Era polvere.

Anoor, l’ingenua, la candida. che dall’alto della sua posizione privilegiata non ha mai conosciuto né affetto, né amicizia, né accettazione, ed è sopravvissuta a una madre che l’ha cresciuta con disgusto e vergogna, eppure non ha mai perso il sorriso e l’immaginazione, alzandosi ogni volta che veniva gettata a a terra.

Ogni volta ho dovuto raccogliere i pezzi, nascondere i lividi, ricucire i punti, asciugare le sue lacrime.

Hassa, l’invisibile, quella che in questo volume sembrerà avere un ruolo inferiore ma che è la costante della storia: sempre presente sullo sfondo, sempre nel posto giusto quando serve, pronta a battersi per le altre nonostante le sue limitazioni fisiche. Un elemento originale e molto interessante è il ruolo della scrittura all’interno di questa storia: utilizzata dagli Ember per la loro magia, è vietata, pena la tortura, sia ai Duster che ai Ghosting che non ricevono quasi nessun tipo di educazione. La parola scritta (come accade molto spesso) risulta assai pericolosa, ed è stata bandita dall’Impero. “The final strife” è stata una lettura molto piacevole e a tratti originale, ma non crediate che la parte avventurosa e quella romantica la rendano un romanzo leggero. La storia è intessuta di dolore, di perdita dei propri cari, di senso di inadeguatezza, di tematiche delicate come la dipendenza da droga e la violenza domestica. E nonostante questo c’è anche tanta speranza, tanta solidarietà, una buona dose di ottimismo e una grande voglia di giustizia, che le tre protagoniste hanno in comune e che le porterà a scuotere l’Impero.

Ricordo come ci si sentiva a far parte di qualcosa di più grande. Qualcosa che ti trasporta come un granello di sabbia. Non puoi opporti… non vuoi nemmeno farlo… perché da sola sei un granello di sabbia. Insieme agli altri invece sei il deserto.

E’ un primo volume che porta con sé qualche piccolo difetto, tra cui una scrittura forse un pochino grezza che probabilmente migliorerà nei prossimi capitoli. I personaggi e le ambientazioni sono ben delineati ma il rapporto d’amore tra le due protagoniste (pur non essendo il fulcro del racconto) avrebbe potuto essere più emozionante. Nonostante questo lo consiglio per il fascino che emana il mondo creato dall’autrice e per un intreccio ben gestito che lascia con un finale aperto a mille possibilità.


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