La città maledetta. Sanctuary – V. V. James

La città maledetta. Sanctuary – V. V. James

libro

Titolo: La città maledetta

Autore: V. V. James

Editore: Piemme

Genere: thriller

Pagine: 459

Prezzo: 19,90


Trama libro

Sanctuary, Connecticut. Non accadono molte cose in questa cittadina dalla tranquillità quasi sinistra, in cui tutti si conoscono e conducono vite silenziose e ordinate. Finché succede l’impensabile: Daniel Whitman, il ragazzo prodigio della squadra di football del liceo, vanto dell’intera città, viene ucciso durante la festa di fine anno. L’intera comunità ne resta scossa… Daniel era amato da tutti, chi può averlo voluto morto? Pian piano le chiacchiere, i pettegolezzi, i sospetti che cominciano a circolare in città diventano, da rumore di fondo, un suono assordante, e tutte le paranoie, così a lungo sopite, degli abitanti si concentrano su una sola persona, Harper Fenn. Una compagna di scuola. Solo una ragazzina, ma non una qualunque. Sua madre è una strega, e tutti lo sanno a Sanctuary. Tra accuse e sospetti, l’intera cittadina è stretta nella morsa dell’ossessione, in una vera e propria caccia alle streghe, in cui nessuno è al sicuro.


Recensione libro

Le nostre madri bevevano champagne quando Daniel è morto. Sorseggiavano bollicine, mentre Beatriz urlava fuori dalla villa in fiamme e io venivo caricata su un’ambulanza. Avevano levato i calici inneggiando al nostro futuro. Rallegrandosi perché ci eravamo lasciati alle spalle i momenti difficili e i vincoli di amicizia che univano tutti noi erano più forti che mai

Bugie, bugie, soltanto bugie.

Se mi seguite nelle mie avventure tra i libri saprete che leggo pochi thriller; non è un genere che cerco abitualmente, ma mi piacciono quelli che presentano elementi particolari. Se c’è una cosa che devo dire di questo romanzo è che di sicuro è differente. L’apertura è quella tra le più classiche di questo genere: una festa tra adolescenti, un incidente sfortunato, una vittima. Mi è parsa una storia come tante, almeno finché il migliore amico della vittima ha accusato l’ex fidanzata di averlo ucciso con la stregoneria. Da quel momento un normale thriller si è trasformato in qualcosa di più complesso e ammaliante. In un mondo alternativo, infatti, la stregoneria è ormai accettata, e le streghe hanno una loro associazione che ne difende i diritti, sono chiamate spesso a risolvere i problemi con incantesimi e pozioni, e vivono pacificamente tra gli esseri umani privi del dono. Almeno finché non succede nulla..

Sanctuary è la classica piccola cittadina della provincia americana dove non accade mai niente, dove tutti si conoscono e sono amici, dove i figli crescono insieme perché frequentano lo stesso liceo.. e dove ognuno nasconde un segreto. Di questo romanzo mi ha colpito prima di tutto la scrittura, che è ammaliante e sa gestire un intreccio ben congegnato, che funziona, e che svia l’attenzione del lettore più volte portandolo verso un finale che sembrava impossibile. La scelta dei tre diversi punti di vista è stata molto intelligente: in un thriller che si basa in massima parte sulle emozioni dei vari personaggi e dei concittadini di Sanctuary, far parlare in prima persona le tre parti in causa, Sara (famiglia dell’accusata), Abigail (famiglia della vittima) e Maggie (polizia), permette al lettore di sentirsi parte della vicenda. Sono rimasta affascinata dall’unione di thriller e magia perché l’esistenza di streghe e incantesimi si incastra perfettamente nell’intreccio, rendendolo ancora più interessante. Ho apprezzato anche il messaggio sullo sfondo: nonostante la stregoneria sia accettata e sfruttata addirittura, nel momento in cui il dubbio si instilla nei cittadini di Sanctuary ogni amicizia vacilla, ogni certezza diviene sospetto, e gli affetti vengono scalzati dall’odio. Come sempre, quando l’uomo non comprende e non sa gestire il diverso, lo ritiene pericoloso. E così persino un’amicizia profonda come quella tra Sara e le tre componenti della sua congrega (Abigail, Bridget e Julia, tutte prive del dono) inizia a frantumarsi, nonostante l’evento che le ha legate indissolubilmente in passato.

Noi quattro abbiamo sviluppato un forte legame. E siamo diventate una vera congrega. Bridget mi tiene con i piedi per terra, Abigail mi permette di prendere il volo e Julia mi ricorda la bellezza della mia arte.

Ma l’elemento che mi ha fatto davvero amare il romanzo è stato il ritmo della scrittura. La vicenda inizia infatti in modo pacato e continua così fino a metà libro; la detective inizia a guardarsi intorno e a ricostruire il passato dei vari ragazzi coinvolti e delle loro famiglie, le quattro donne della congrega cercano di risolvere la questione tra loro, e ognuno, in città, riesce perfettamente a coprire i propri segreti. Finché non arrivi a una svolta colossale nella scrittura, nel momento in cui le cose peggiorano: a Sanctuary infatti l’odio esploderà in modo improvviso e viscerale, tanto da farti pensare che l’intera cittadina sia impazzita. Gli ultimi capitoli hanno una forza, una crudeltà nel descrivere i sentimenti degli abitanti e le azioni che intraprendono che raramente ho trovato in altre storie. Io ho adorato tutto di questo romanzo, senza trovare nessun difetto. Ma vi consiglio di entrare a Sanctuary senza pregiudizi.. e vedere se riuscite a restare obiettivi.


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