
La parola ai morti -Philippe Boxho

Titolo: La parola ai morti
Autore: Philippe Boxho
Editore: Ponte alle Grazie
Genere: medicina legale, true crime
Pagine: 191
Prezzo: 18,00
Trama libro
Quella del medico legale è una professione affascinante, che richiede rigore ma anche una sensibilità fuori dal comune, perché spesso un corpo senza vita è l’unico testimone di una verità che non può essere conosciuta altrimenti. Con il bisturi in mano, chi effettua un’autopsia esegue un’indagine vera e propria, portando alla luce i misteri che i morti nascondono. Ogni livido, ogni frattura, ogni segno sulla pelle racconta una storia: un omicidio, un suicidio, una morte naturale. E ogni caso è diverso, ogni corpo è un puzzle da ricomporre, una narrazione da riscrivere. In questo libro, Philippe Boxho, medico legale da oltre trent’anni, ci racconta di un mestiere che richiede pazienza, precisione e determinazione, perché ogni piccolo dettaglio può fare la differenza. Attraverso esempi concreti, tratti dalla sua esperienza tra la scena del crimine e la sala autoptica, l’autore riesce a trasformare ogni storia professionale in un racconto avvincente.
Recensione libro
Pur non essendo una vera amante del genere true crime, devo ammettere che questo libro mi ha sorpresa in modo molto positivo. Philippe Boxho, patologo forense, riesce con semplicità e ironia a portare il lettore dentro un mondo che, per molti di noi, è fatto solo di stereotipi da serie TV. L’idea di raccogliere alcuni dei casi più strani e curiosi affrontati nella sua carriera è originale e secondo me ben riuscita. Uno degli aspetti più interessanti del libro è il modo in cui l’autore spiega con chiarezza ma semplicemente, anche per chi come me non comprende granché di medicina, il vero ruolo del medico legale in un’indagine. Non è solo un elenco di casi bizzarri, ma un viaggio alla scoperta di una scienza affascinante, che parte dall’osservazione della scena del crimine, che può già offrire numerosi indizi, e termina in laboratorio sul lettino delle autopsie. Il medico forense è quello che anche dopo la morte riesce a far parlare un corpo, studiando attentamente ogni singolo dettaglio. Boxho riesce a mantenere viva l’attenzione anche quando si sofferma su dettagli tecnici, grazie a uno stile di scrittura scorrevole, diretto e mai pesante.
I casi presentati sono incredibili, spesso macabri ma raccontati con un’ironia sottile e mai irrispettosa. L’autore ci tiene a sottolineare il rispetto profondo che chi fa questo lavoro nutre per i corpi su cui lavora. L’umorismo diventa a volte un meccanismo di autodifesa, un alleggerire la morte che è già tanto pesante. E sì, confesso che in alcuni momenti ho sorriso, perché alcune situazioni sono così assurde da sembrare inventate. Eppure l’autore affida ben poco alla fantasia, ha solo aggiunto qualche retroscena romanzato ai suoi personaggi, tanto per renderli più interessanti, ma assicura il lettore che la realtà è talmente fantasiosa che non ha bisogno di essere modificata.
I nomi e alcuni contesti li ho inventati. Per il resto è tutto reale. D’altronde, non c’è bisogno di finzione: la realtà basta, tanto è selvaggia l’immaginazione umana quando si tratta di morire, uccidere, suicidarsi o far sparire un corpo.
Tra i casi più strani potrei citarvi quello della donna che cerca di suicidarsi trapanandosi il torace, ma è costretta a fermarsi a causa del dolore insopportabile (ma si premura di rimettere a posto il trapano prima di impiccarsi); la signora in stato catalettico che si “risveglia” durante la veglia funebre, spaventando la vicina ottantenne che muore di infarto; o la figlia che entra in casa del padre e gli spara nel sonno, senza accorgersi che l’uomo era morto già da qualche ora di aneurisma. Episodi surreali, inquietanti, ma narrati con il giusto equilibrio tra cronaca, scienza e racconto. Boxho guida il lettore passo dopo passo nella ricostruzione di una morte, spiegandoci come si determinano l’ora del decesso, le cause, e cosa può nascondersi dietro una morte apparentemente naturale. È un libro che non vuole essere un saggio, e che riesce a informare e incuriosire. In definitiva, una lettura molto più interessante di quanto mi aspettassi. Piacerà sicuramente agli appassionati di CSI, ma anche a chi è semplicemente curioso e ha voglia di scoprire qualcosa di nuovo. Ben scritto, fluido, ironico, a tratti inquietante ma sempre rispettoso.
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