Medea – Rosie Hewlett

Medea – Rosie Hewlett

libro

Titolo: Medea

Autore: Rosie Hewlett

Editore: Piemme

Genere: retelling mitologico

Pagine: 427

Prezzo: 21,00


Trama libro

Quando incontra Giasone per la prima volta, Medea è una ragazza sola, maltrattata dal fratello, non amata dalla madre. Non viene accettata dalla sua stessa famiglia perché è diversa dalle altre giovani: possiede un potere unico e pericoloso, la stregoneria. E così, quando Giasone, eroe e capo dei famosi Argonauti, arriva per reclamare il Vello d’oro che il padre protegge ferocemente, Medea coglie l’occasione per fuggire. L’amore con Giasone è per lei un approdo: con lui non si sentirà mai più così sola e incompresa. Ma quando anche Giasone tradirà la sua fiducia, la sua ira sarà incontenibile… 


Autore libro

Rosie Hewlett è un’autrice britannica laureata in Letteratura e Civiltà Classica, che ha approfondito la conoscenza della mitologia greca e ama raccontare storie di donne forti che fanno parte di questi miti. Ha esordito con il romanzo “Medusa” con il quale ha vinto il Rubery Book of the Year. Il suo secondo libro è “Medea“.


Recensione libro

So come racconteranno questa storia. Succede a tutte le donne che non accettano il proprio posto in questo mondo. Giasone sarà l’eroe e tu la sua damigella adorante… oppure sarai la cattiva. Sono gli unici ruoli che non gli dispiace lasciarci interpretare.

Ed è così, in effetti, che molti di noi conoscono Medea: la strega, l’assassina, la traditrice, colei che ha ucciso senza rimborso il fratello, il nemico, persino i suoi stessi figli. Ma Rosie Hewlett ci restituisce una verità diversa, nella quale la donna a cui la dea Ecate donò la magia, si è trovata a prendere decisioni a volte inaccettabili per ottenere soltanto una cosa: la felicità. Questa Medea è una ragazza sola e disprezzata da tutti, anche dalla sua stessa famiglia; una donna cresciuta all’ombra di un padre possessivo e violento, di una madre anaffettiva che ha sempre avuto paura di lei. Quella magia che doveva essere un dono degli dèi è vista come una maledizione da nascondere, perché come sempre l’uomo tende a temere quello che non può controllare e che non sa spiegare. Solo l’incontro con sua zia Circe le mostrerà finalmente le vie della magia legata alla natura e la forza che ne deriva, mentre lo scontro con Giasone le offrirà qualcosa che nessuno mai le aveva dato: apprezzamento. Giasone sarà il primo a non guardarla come se fosse un mostro, il primo ad ammirare le sue doti straordinarie, e Medea concederà tutta la sua anima a questo amore di cui si fida ciecamente.

Ho sempre trovato brutto il mio nome, come una macchia sulla lingua altrui, sibilato, gridato, pronunciato con paura. Ma sulle labbra di Giasone le vocali rotolano via fluide, come un sospiro gentile.

Ma Circe l’aveva avvertita di non attraversare mai il limite tra la magia pura della terra e quella oscura e incontrollabile. Medea si lascia convincere da Giasone a sacrificare troppo, a uccidere per quella che lei pensa sarà la loro felicità. Ancora una volta sarà solo usata, ma accecata dall’amore non riuscirà a distinguere il bene dal male e si lascerà distruggere e ricostruire da un potere inebriante, finché le resterà solo quello.

E’ il potere puro e grezzo. Un pozzo infinito, da cui posso attingere, che posso controllare. Sento ululare gli spiriti della morte. Mi stanno chiamando.

Poiché l’oscurità chiama oscurità.

Il potere risponde al potere.

Questa Medea è l’emblema delle donne che, come dice l’autrice nella dedica, sono sempre state considerate non abbastanza, oppure troppo. E’ una donna che è stata sfruttata per tutta la vita da uomini che volevano solo il loro tornaconto; ma non è amore quello che vuole qualcosa in cambio, quello che ti adula solo finché sei utile e ti abbandona quando non servi più, non è amore quello che ti cambia e ti fa diventare la versione peggiore di te stessa.

Mi ha usato… E io gliel’ho permesso.

Mi sono fatta tenebra perché lui potesse brillare.

La Medea che prende tante decisioni sbagliate è una donna che ancora una volta, quando ormai pensava di aver raggiunto la felicità, viene tradita, abbandonata e di nuovo allontanata per quello che sa fare, per la potenza che le appartiene. Forse è per tutto il dolore che ha passato, per tutti i torti che ha subito, che supera il confine che Circe le aveva imposto. Se non è di certo una giustificazione per il suo comportamento, è quantomeno una spiegazione più accettabile di quella che la vede semplicemente come una figura cattiva per natura, che ricerca la gloria e il potere. E’ una donna spezzata che ha sacrificato la sua coscienza per un amore che si è rivelato bugiardo. La figura di Rosie Hewlett è tra le più interessanti dei retelling mitologici che ho letto finora e si unisce a una scrittura delicata e ammaliante, che sa disegnare con maestria i vari personaggi e ti trascina attraverso alcune delle storie più conosciute della mitologia greca grazie a una conoscenza della materia davvero approfondita. Uno stile narrativo così piacevole che avrei potuto ascoltarla parlare all’infinito. Se amate la mitologia non perdete quest’opera, non ve ne pentirete.

Una volta Atalanta mi disse che il mondo avrebbe fatto di me la cattiva della storia , ma aveva torto.

Il mondo ha cercato di fare di me la vittima, quindi sono diventata la cattiva.


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