
Meet me in another life – Catriona Silvey

Titolo: Meet me in another life
Autore: Catriona Silvey
Editore: Mondadori
Genere: fantascienza
Pagine: 364
Prezzo: 15,00
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Trama libro
Sotto la torre dell’orologio di Colonia, Thora e Santi stanno per incontrarsi per la prima volta. Di nuovo. Entrano subito in perfetta sintonia. È come se si conoscessero da sempre. E, in fondo, è proprio così. Dai ricordi delle numerose vite passate che riaffiorano, poco a poco, mettono insieme i pezzi di ciò che sono stati: amici, nemici, amanti, fratelli, colleghi. Ma ora devono risolvere il mistero del legame che li unisce, prima di giungere entrambi a un’unica, definitiva fine.
Recensione libro
Ho letto questo libro con l’erronea convinzione che fosse prevalentemente un romance e quando alla fine ho realizzato lo sbaglio è arrivata anche la consapevolezza che se lo avessi visto fin da subito per quello che era, ossia un romanzo di fantascienza, lo avrei apprezzato molto di più. Quindi, a voi che vi accingete alla lettura, consiglio di collocarlo nel genere corretto e non vi deluderà. L’amore è ovviamente parte importante della storia, ma inteso come sentimento che può esserci tra genitore e figlio, tra amici, tra fratelli, e infine tra innamorati. Su questo sfondo, l’autrice avvia una discussione filosofica sulla differenza tra destino e libero arbitrio che vi trascinerà nelle innumerevoli vite dei due protagonisti. Thora e Santi si incontrano di continuo, ogni volta in una vita differente, e ogni volta il loro è un rapporto di affetto o di amore totalmente diverso: possono essere amanti, fratello e sorella, professore e studente, colleghi di lavoro. Tanti diversi modi di conoscersi, che forse permettono loro di essere davvero l’uno parte dell’altra.
Non puoi mai conoscere una persona fino in fondo. Dovresti essere il suo tutto, e questo non è possibile.
Un elemento molto affascinante, che confonde le idee al lettore, è che l’ambientazione è invece sempre la stessa, Colonia, in Germania; così come la cerchia di amici, mariti, mogli o compagni dei due protagonisti. L’autrice è stata bravissima, ora me ne rendo conto, a disseminare la storia di piccoli indizi che ti portano a formulare delle ipotesi per questa sorta di punizione eterna, e alla fine, in modo del tutto inaspettato, ti mostra l’unica possibilità che non avresti mai previsto. L’elemento più coinvolgente del libro è la continua discussione tra Thora e Santi che, vita dopo vita, quando i loro ricordi iniziano a riaffiorare, si ritrovano divisi dalle loro convinzioni. Santi crede infatti nel fato, è convinto che ci sia un Dio che ha predisposto l’andamento della sua vita o quantomeno lo ha messo davanti a scelte che determineranno sempre lo stesso cammino. Deve esserci una spiegazione per quello che sta accadendo, un fine più alto, ma è una risposta che devono essere loro a comprendere. Thora, al contrario, si rifiuta di accettare che il destino possa decidere della sua vita, che tutto sia predeterminato, ed è terrorizzata dalle scelte: passa ogni vita a chiedersi quale sia il mondo migliore, quello in cui ha fatto la scelta giusta, quello in cui ha vissuto la versione migliore di se stessa. Perché è proprio lei, ancora prima di Santi, a ricordare tutte le sue precedenti esperienze di vita.
Sa esattamente cos’ha visto. I suoi incubi che avevano preso vita: infinite versioni di se stessa che, come una spirale, si sono generate dalle decisioni che ha preso. Tutte tranne una, che ormai è persa per sempre.
Seguirli nelle loro infinite rinascite, in ogni loro primo incontro, è stato entusiasmante ma anche spaventoso, nel momento in cui finalmente i due ragazzi si riconoscono contemporaneamente. In quel momento c’è stato un cambiamento che non ho compreso o meglio che ho frainteso, perché continuavo ad attendere il lieto fine.
La terra trema. Santi cade. Si sente il rumore di qualcosa che si strappa, come se l’universo si stesse lacerando, spaccandosi in due. Una fessura divide il pavimento. Thora è dall’altra parte. Poi la gravità prende entrambi, mentre si dividono come due pianeti attirati dalla forza di soli distinti.
Il finale della storia mi ha lasciata quindi spiazzata e sorpresa, e anche se ho compreso il senso dell’intera storia, devo ammettere che ho qualche riserva sulla scelta narrativa finale. “Meet me in another life” è un libro piuttosto profondo, riflessivo per gran parte delle pagine, e la chiusura mi è sembrata non all’altezza della storia e un po’ frettolosa. È stata comunque una lettura piacevole, ma vi ricordo che per poterla apprezzare davvero dovete considerarlo un romanzo di fantascienza che indaga l’animo umano e la sua concezione della vita e dell’amore. Se non aspetterete il lieto fine amoroso, non resterete delusi.
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