Morgana – M. Murgia, C. Tagliaferri

Morgana – M. Murgia, C. Tagliaferri

libro morgana

Titolo: Morgana

Autore: M. Murgia, C. Tagliaferri

Editore: Mondadori

Genere: narrativa

Pagine: 228

Prezzo: 18,00

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Trama libro

Ci sono state, nella storia, figure femminili che oggi ricordiamo spesso per il loro essere fuori dalle regole, contraddittorie, moralmente discutibili, eccessive, strane, streghe addirittura. Ma ci siamo mai fermati a osservare i cambiamenti radicali che le loro vite hanno contribuito a realizzare? I miglioramenti che hanno apportato alla condizione e alla considerazione delle donne negli ultimi duecento anni?

A parte per la dichiarata e scandalosa attività di pornostar, sapete che Moana Pozzi ha regalato alle donne la libertà di parlare di desiderio sessuale senza che questo fosse legato all’amore, rompendo la tradizione comune che condannava e puniva qualunque femmina avesse un comportamento sessuale ambiguo o anche solo pubblicamente espresso? Oltre ai miracoli che le vengono riconosciuti e il suo fedele e feroce tentativo di cambiare la Chiesa del suo tempo per purificarla e aiutarla a sostenere le masse, sapete che Caterina da Siena fu un’adolescente ribelle e poco socievole, che rifiutò il matrimonio impostole dal padre e si permise per tutta la vita di parlare con il Pontefice come se fosse un suo pari, dandogli consigli sulla politica da adottare con le masse? (Tutto questo in un’epoca in cui la donna non aveva facoltà di intervenire in una discussione). Siete al corrente delle violenze subite in famiglia da artiste di fama mondiale come la pattinatrice su ghiaccio Tonya Harding, che fu implicata nell’aggressione alla sua rivale, o come l’artista balcanica Marina Abramovic, le cui performances si basano spesso su un uso del suo corpo come oggetto di autolesionismo?

Dieci donne, dieci rivoluzionarie, dieci streghe, dieci figlie che molti genitori non vorrebbero avere. Dieci vite che hanno contribuito a cambiare per sempre il mondo femminile, pur non essendo mai state considerate eroine.


Autore

Michela Murgia, classe 1972, è stata una scrittrice, drammaturga, opinionista e critica letteraria, scomparsa prematuramente a causa di un tumore. Ottiene i primi successi con “Il mondo deve sapere“, critica contro lo sfruttamento degli operatori di call center, per i quali lavorava, che sarà oggetto del film di Virzì “Tutta la vita davanti”. Raggiunge il successo con “Accabadora“, vincitore del Premio Campiello, dopodiché pubblica vari testi molto eclettici, dai pamphlet politici alle raccolte di storie illustrate, a svariati racconti.

Chiara Tagliaferri ha lavorato a lungo come autrice di trasmissioni radiofoniche per Radio2, occupandosi soprattutto di musica, cinema e spettacolo. Oggi è una delle ideatrici di Storielibere.fm, una piattaforma di narrazioni audio.


Recensione

Morgana” è il primo romanzo di Michela Murgia che leggo e pur non potendo giudicare al meglio la sua scrittura, visto che è scritto a quattro mani con Chiara Tagliaferri, e soprattutto che si tratta di un saggio-biografia-raccontosociale, devo ammettere che mi ha colpita piacevolmente. Questo tipo di antologia di vite umane straordinarie mi è sempre piaciuto, fin da quando ho rubato alle mie figlie “Storie della buonanotte per bambine ribelli“. Se lì ho trovato esposta brevemente la vita di cento donne che potrebbero benissimo definirsi eroine nel senso classico del termine, ossia donne mosse da buoni sentimenti, sani principi e fini sociali ammirevoli, qui invece ho approfondito la conoscenza di dieci donne che non tutti hanno saputo apprezzare.

Lo stile di scrittura delle due autrici si fonde perfettamente e crea un’antologia di brevi biografie che si legge facilmente e con piacere. Non è la storia della loro vita, ma la storia di come il mondo le ha viste e di come loro si sono lasciate guardare. Ho scoperto piccoli particolari della loro vita che non sapevo e che me le rende ancora più interessanti di prima. Il linguaggio utilizzato è scorrevole e spesso ironico e sarcastico, il che rende la lettura ancora più attraente.

nelle sue lunghe estasi (…) il corpo di Caterina diventa del tutto insensibile e lei può anche entrare nel camino acceso e – molto prima di Kalheesi, la madre dei draghi – uscirne senza una minima scottatura.

Le Morgane delle due autrici, così come la loro madrina d’eccezione, strega complessa e biasimata, temuta e disprezzata del ciclo arturiano, sorella maligna del buon Re Artù, sono figure femminili che molti genitori non vorrebbero avere come figlie. Libere fino all’estremo, passionali in modo eccessivo e oltre il buon costume dell’epoca in cui sono vissute, caparbie, contraddittorie, a volte violente e spesso insensibili alle regole, sono donne cresciute spesso in contesti anaffettivi, con famiglie assenti o violente, che hanno creato ragazze costrette a sopravvivere alla vita a modo loro (anche se questo modo è stato a volte considerato sbagliato)

Alcune hanno avuto famiglie terribili che hanno fatto di loro delle sopravvissute, altre sono cresciute in famiglie felici e hanno dovuto farci i conti lo stesso, ché quando sei fuori dagli schemi pure la felicità è qualcosa a cui dovrai sopravvivere.

Famiglie così difficili hanno creato in loro la convinzione che a volte la violenza è l’unica via per comunicare con il mondo esterno, portando per esempio Tonya Harding, la pattinatrice di fama mondiale, al centro dello scandalo per l’aggressione nei confronti della sua più grande rivale, oppure l’artista Marina Abramovic, a caricarsi di disturbi psicosomatici che sfogherà nelle sue performances, in cui il suo stesso corpo viene ferito, usato, graffiato, ferito con coltelli e sottoposto a eccentriche torture per superare ogni barriera, soprattutto quella del tempo che vuole spaventarla con il futuro, lei che vive solo del presente. La maggior parte di queste figure è stata accusata di non riuscire a rispettare nessuna regola: la verità, fastidiosa da accettare, è che ognuna di loro vive delle regole proprie, molto più severe di quelle comuni, solo non condivise dalla società che tanto vorrebbe incanalarle e mitigarle.

l’indisciplina, intesa come riottosità alle regole condivise, è uno dei tratti caratteristici di tutte le Morgane, ma questo non significa incapacità di darsi delle regole

La cosa più eclatante che hanno fatto tutte loro è stata ribellarsi alla società che le stava mettendo in panchina, se non addirittura al bando. Quando Chralotte Brontë, una delle tre famosissime sorelle della letteratura inglese dell’800, rifiuta la proposta di matrimonio che le viene offerta, siamo davanti a un atto intollerabile e assolutamente eclatante.

in questa lettera a essere rifiutato è molto più di un matrimonio, è il modello di donna remissiva e mite che l’epoca vittoriana le richiede di essere

Con il loro comportamento folle e controcorrente, queste dieci donne hanno cambiato la visione che la società ha sempre mantenuto dell’essere femminile. Questo perché loro, di normale e quotidiano, avevano ben poco. Quello che avevano in eccesso invece era un forte desiderio di raggiungere i loro scopi, vincere le loro gare, superare i loro limiti, essere più belle, più brave, più intelligenti, più desiderate delle altre. E per ottenere questo la società implica che debbano saper fare le stesse cose che fa un uomo, ma meglio e in condizioni disagiate, anche se loro questo peso non l’hanno mai sentito e hanno tirato dritto, inseguendo semplicemente la loro individualità.

La chiamano sindrome di “Ginger Rogers” e implica che per stare accanto a Fred Astaire tu faccia le stesse cose, ma all’indietro e sui tacchi a spillo.

Quello che questa raccolta di vite straordinarie ci mostra, alla fine, è che essere un’eroina è facile se si proviene da una famiglia perfetta, si hanno le condizioni economiche adatte a perseguire i propri obiettivi e si cresce in mezzo a sani principi morali. Se si è, insomma, la donna giusta al momento giusto. Ma cosa succede invece alle donne “sbagliate”? Quelle vissute nella violenza, nella povertà, quelle capaci di passar sopra a ogni regola pur di ottenere ciò che vogliono, quelle la cui libertà non può essere imbrigliata? Sono donne come Moira Orfei, Grace Jones, Zaha Hadid o Moana Pozzi. Donne che lanciano un grido di speranza: in una società che da sempre le ha considerate figure delicate e gentili, remissive e moralmente elevate, loro ribaltano la visione comune, spingendosi un po’ oltre il limite imposto dal periodo in cui hanno vissuto. La speranza è che ci sia sempre, ogni volta che l’umanità imporrà un nuovo limite, una donna scomoda che lo supererà per il bene di tutte. Che appaia sempre una Morgana che scuoterà il suo Artù.


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