Black money – Paolo Roversi

Black money – Paolo Roversi

Titolo: Black money

Autore: Paolo Roversi

Editore: Sem

Genere: thriller

Pagine: 284

Prezzo: 16,00


Trama

A Parigi, mentre tutti la attendono come ospite durante una conferenza, l’antropologa statunitense Candice Monroe viene sequestrata da un uomo che si fa chiamare Defoe e che la obbliga a partecipare a un pericoloso esperimento da cui dipenderà la sua salvezza. Dovrà inviare un SMS a un ristretto numero di persone con una richiesta d’aiuto, ma senza firmarlo, e sperare che qualcuno risponda all’appello. Nel frattempo, a Milano e a Nizza, due banchieri che lavorano per due grosse banche mediorientali, vengono uccisi misteriosamente e senza apparente motivo. Sono due eventi distinti oppure c’è un filo che lega il rapimento agli omicidi? E’ quello su cui dovrà indagare, in un crescendo di tensione, una squadra composta dai migliori agenti della Polizia francese, un agente del NSA americano e la profiler italiana Gaia Virgili, che lavora per l’Europol. Poco tempo e pochi indizi per salvare una vita e sventare una delle rapine meglio organizzate del millennio.


Autore

Paolo Roversi è uno scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano. Studioso di Charles Bukowski, al quale ha dedicato tre libri tra cui “Taccuino di una sbronza“, è conosciuto per i suoi noir metropolitani, soprattutto i gialli incentrati sul giornalista hacker Enrico Radeschi. Tra i vari titoli ci sono “La marcia di Radeschi”, “La confraternita delle ossa“, “Cartoline dalla fine del mondo“. Tra gli altri suoi romanzi “Milano criminale”, “L’ira funesta“, “Solo il tempo di morire“, “Psycokiller” e “Black money“.


Recensione

Black money” è il secondo thriller in cui compare la figura della profiler italiana Gaia Virgili (il primo è “Psychokiller“), ma le due storie sono indipendenti una dall’altra e autoconclusive, quindi potete leggere questo romanzo anche senza conoscere il primo. E’ il secondo libro di Roversi che leggo e la sua scrittura mi affascina ogni volta. Rispetto a “L’ira funesta” lo stile è leggermente diverso: se lì lo sfondo della cittadina di provincia italiana crea una storia più permeata di ironia, questo è il classico thriller. La scrittura è più seria, più adrenalinica (anche se un pizzico di ironia si può sempre trovare tra le pagine dell’autore) e l’attenzione è concentrata sull’intreccio e il suo svolgimento. La narrazione salta di continuo da una città all’altra, L’Aia, Parigi, Nizza, Milano, New York, cambiando ogni volta che le vicende passano attraverso i vari protagonisti. Questa scelta narrativa è stata a mio parere vincente, perché impedisce al lettore di distrarsi, mentre la rapidità con cui cambia il punto di vista aumenta la curiosità di sapere cosa sta accadendo nello stesso momento dall’altra parte del mondo.

Roversi è partito da una rapina realmente avvenuta nel 2013, che fece scalpore per la vastità e la precisa organizzazione che la caratterizzarono e soprattutto per l’ingente somma di denaro rubata: 45 milioni di dollari. Basandosi su questo avvenimento e ambientandolo appena prima della pandemia, l’autore è riuscito a creare un thriller convincente, dall’intreccio perfetto, che ti trascina in un crescendo di tensione fino all’ultima pagina. Non sono riuscita a chiudere il libro fino a quando non sono arrivata al tanto sospirato finale. I personaggi sono ben delineati e affascinanti e chi ha letto “Psychokiller” probabilmente già aveva un debole per la nostra profiler. Gli agenti che la accompagnano in questa indagine sono tutte figure eccentriche, che con la loro curiosa caratterizzazione si fanno subito amare.

La prima cosa che mi ha sorpreso è la capacità di Roversi di mascherare l’oggetto principale della vicenda, sviando l’attenzione del lettore con una storia iniziale tanto intricata e attraente che lo tiene occupato, mentre l’autore continua a dosare informazioni sul quadro generale. Ma quando capisci di essere stato depistato è ormai tardi e l’intreccio è al suo culmine. La prima metà del libro è quella più ricca di azione e di suspense, dove la squadra corre contro il tempo per salvare l’antropologa rapita. Nella seconda parte, quando è ormai ovvio che la posta in gioco è molto più alta, la narrazione si fa più riflessiva, mentre la squadra tenta di mettere insieme i pezzi del puzzle per ricostruire la rapina e individuare i cervelli dell’operazione.

Un altro elemento che mi ha dimostrato una volta di più la bravura e la genialità di alcune trovate di Roversi è l’inserimento, all’interno della storia, del romanzo “Psychokiller“, con il quale lo scrittore ha dato vita alla protagonista, e che qui è lei stessa a presentare, sostenendo di averlo scritto dopo la caccia al serial killer che l’ha resa famosa come profiler. Quindi, un ottimo thriller, di quelli che ti tengono col fiato sospeso fino alla fine. Ora non mi resta che recuperare la prima indagine della nostra protagonista e sperare che torni presto con un nuovo caso sa risolvere.


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