Goodwill – Manlio Castagna

Goodwill – Manlio Castagna

Titolo: Goodwill

Autore: Manlio Castagna

Editore: Piemme

Genere: horror per ragazzi

Pagine: 237

Prezzo: 17,00


Trama

1851. Dopo sette mesi di viaggio tra terra e mare, dalla costa est a quella ovest, un gruppo di coloni americani approda finalmente sulle terre dove nascerà in futuro Seattle. Nonostante le difficoltà e il clima a cui non sono abituati, sono pieni di buona volontà e gettano le basi del primo insediamento. E’ proprio qui che nasce il piccolo Ambrosius Goodwill, in una notte di tempesta e seguito da presagi funesti. Per quasi cinque anni la comunità prospera e Brosi cresce felice e tranquillo, fino al giorno maledetto in cui sparisce nel bosco insieme ad altri tre bambini. A nulla servono le ricerche disperate, i piccoli non vengono ritrovati.

Quando i genitori di Ambrosius sono ormai distrutti dal dolore, il ragazzino si presenta alla porta di casa, pallido e silenzioso. Da quel giorno, Brosi non è più lo stesso: non soffre la fame, non sente il freddo, e non dorme mai. Nello stesso momento, strane e orribili disgrazie iniziano a susseguirsi tra i coloni, che ormai guardano il piccolo sopravvissuto con diffidenza e paura, convinti che sia tornato dall’inferno portando con sé solo morte. L’unico che pare sappia davvero qualcosa sulle ombre che aleggiano su quelle terre è lo sciamano della tribù indiana, che avverte il pastore di stare in guardia dalle forze oscure che si nascondono nei boschi di Woodsburgh.


Autore

Manlio Castagna è uno sceneggiatore, regista e critico cinematografico, autore di romanzi fantasy, thriller e horror. Quando ha iniziato a dedicarsi alla scrittura per ragazzi, ha esordito con la trilogia di “Petrademone“, che ha riscosso un enorme successo. Sono seguiti “Le belve” con Guido Sgardoli, “I venti del male“, “La notte delle malombre“, “Draconis Chronicon“, “Goodwill“, prequel della saga a fumetti di Mirka Andolfo “Mercy“, e “La reincarnazione delle sorelle Klun“.


Recensione

A Seattle tutti erano convinti che bisognava stare alla larga dalla vedova e dal suo strano bambino.

Ambrosius Goodwill, dicevano le voci, era stato all’inferno ed era tornato portandosi dietro la morte.

E’ la prima volta che leggo un romanzo di Manlio Castagna, che oggi è tra le voci più importanti della narrativa horror e fantasy per ragazzi. L’uscita di “Goodwill“, che si presenta come prequel alla fortunata serie di fumetti “Mercy” di Mirka Adolfo, mi è sembrata l’occasione giusta per approcciarmi alla sua scrittura. Premetto che il libro è autoconclusivo e non necessita di conoscere la saga di Mercy, in quanto getta le basi della maledizione che, nel fumetto, sembra avvolgere la cittadina di Woodsburgh. Io sono rimasta affascinata dallo stile di scrittura, che pur rivolgendosi ai ragazzi è maturo, incisivo e diretto come di solito mi capita nei romanzi per adulti. È una scrittura secca e vivida, che usa frasi brevi e spezzate; le parole vengono usate come un coltello e richiamano le scene in modo nitido e quasi concreto. A volte dimentichi che stai leggendo un libro e ti sembra di stare guardando un film, tanta è la forza con cui l’autore disegna le scene. Questa capacità di usare il linguaggio per trascinarti nelle vicende credo sia il pregio maggiore dell’opera.

Una folata violenta dal mare. Le lenzuola si animarono con il rumore di vele di una grossa nave. Fantasmi urlanti incatenati a corde sottili.

Un altro punto forte del romanzo è l’ambientazione: siamo nella metà dell’Ottocento, quando i coloni americani intraprendono i loro lunghi viaggi per approdare sulle coste orientali e costruire nuovi insediamenti. Portano con sé le loro superstizioni e le loro credenze religiose; alcuni si scontrano con i nativi indiani, altri sono attratti invece dalle loro tradizioni e dal loro rapporto con la natura e con gli spiriti. Con un crescendo di tensione, che sa dosare con grande maestria, anticipando al momento giusto le disgrazie che stanno per avvenire, Castagna immerge il lettore fin da subito in un orrore che va oltre la ragione umana. La caverna che scopre Ambrosius è la porta verso l’oscurità, e verso forme di vita che rappresentano il male allo stato puro, quello fine a se stesso, senza sentimenti ne’ rimorsi. Senza emozioni.

Qualcosa strisciò fuori dalle tenebre. O forse era il buio stesso a muoversi intorno al bambino. Si avventò su Ambrosius. Una mostruosità senza forme, e con tante forme. Fauci oscene, artigli che raspavano. Una coda sibilante. Tentacoli che sbavavano liquami putrescenti. Suoni non di questo mondo.

Ma “Goodwill” è anche la storia di un affetto che non può essere spezzato, quello tra una madre e suo figlio. Nonostante gli indizi evidenti che le si parano davanti agli occhi, la madre di Brosi non può accettare l’idea di aver perso il suo bambino. Le emozioni umane sono forti e difficili da contenere, e alla fine pare che lo stesso Ambrosius (qualunque cosa sia ora) sia disturbato dal ricordo di sentimenti che non conosce, ma che ha vissuto prima che tutto accadesse. La sensazione di sicurezza che gli infondeva la donna che dice di essere sua madre, il dolce tocco della mano di Olive che vegliava su di lui durante i loro giochi. La fame di conoscenza dello Sconosciuto che vive in Brosi è curiosa per la sua razza e lo porta a strane decisioni. E porta noi a offrirgli un pezzettino, seppur piccolo, di cuore.

Le emozioni non si fanno addomesticare facilmente. Sono selvagge.

Posso dire che è stata una lettura splendida, inquietante e oscura. Un’avventura affascinante e irresistibile oltre i confini del male. Vi invito a salire sulla nave insieme ai coloni, per approdare in questa nuova terra dove non erano attesi e dove le forme di vita che la abitano sono felici di non essere più sole. E hanno fame.


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