Il Regno Corrotto – Leigh Bardugo
Titolo: Il Regno Corrotto
Autore: Leigh Bardugo
Editore: Mondadori
Genere: fantasy
Pagine: 476
Prezzo: 17,00
Trama libro
Jesper non smetteva un attimo di tamburellare le dita sulle cosce. «Qualcuno ha per caso notato che l’intera città ci cerca, ce l’ha con noi o vuole farci fuori?» «E allora?» disse Kaz. «Be’, di solito è solo metà della città.» Kaz Brekker e la sua banda di disperati hanno appena portato a termine una missione dalla quale sembrava impossibile tornare sani e salvi. Ne avevano dubitato persino loro, a dirla proprio tutta. Ma rientrati a Ketterdam, non hanno il tempo di annoiarsi nemmeno un istante perché sono costretti a rimettere di nuovo tutto in discussione, e a giocarsi ogni cosa, vita compresa. Questa volta, però, traditi e indeboliti, dovranno prendere parte a una vera e propria guerra per le buie e tortuose strade della città contro un nemico potente, insidioso e dalle tante facce. A Ketterdam, infatti, si sono radunate vecchie e nuove conoscenze di Kaz e dei suoi, pronte a sfidare l’abilità di Manisporche e la lealtà dei compagni. Ma se i sei fuorilegge hanno una certezza è questa: dopo tutte le fughe rocambolesche, gli scampati pericoli, le sofferenze e le inevitabili batoste che hanno dovuto affrontare insieme, troveranno comunque il modo di rimanere in piedi. E forse di vincerla, in qualche modo, questa guerra, grazie alle rivoltelle di Jesper, al cervellone di Kaz, alla verve di Nina, all’abilità di Inej, al genio di Wylan e alla forza di Matthias. Una guerra che per loro significa una possibilità di vendetta e redenzione e che sarà decisiva per il destino del mondo Grisha.
Autore
Leigh Bardugo è una scrittrice americana divenuta famosa in questi ultimi anni per aver creato l’universo Grisha. I suoi romanzi fantasy sono ormai molto attesi, soprattutto tra i ragazzi. Nel 2012 ha esordito con “Tenebre e ossa“, il primo volume della trilogia Grishaverse, seguito da “Assedio e tempesta” e “Rovina e ascesa“. Nel frattempo ha pubblicato la dilogia composta da “Sei di corvi” e “Il regno corrotto“, sempre ambientata nell’universo Grisha, e in seguito “Il Re delle cicatrici” e “La legge dei lupi“, due spin-off della trilogia iniziale. Il suo primo romanzo per adulti “La nona casa” ha riscosso un enorme successo di pubblico, seguito dal tanto atteso “Hell Bent“. Nel 2021 è iniziata per Netflix la serie tv “Shadow and bone” basata sui suoi libri.
Recensione
Se non puoi aprire una porta, cerca di crearne un’altra.
Ho aspettato tanto tempo prima di leggere il seguito di “Sei di corvi“, non perché non fossi convinta di volerlo fare, ma perché al contrario volevo rimandare il più possibile il momento in cui avrei dovuto lasciare i protagonisti. Ho già detto, parlando del primo volume della dilogia, che non solo trovo che la scrittura della Bardugo sia migliorata notevolmente rispetto alla trilogia di “Tenebre e ossa“, ma ho anche affermato che per i miei gusti personali in fatto di fantasy, è uno dei romanzi migliori degli ultimi anni. Tornare a Ketterdam e ritrovare i sei scarti del Barile è stato emozionante, ma è possibile che io avessi aspettative troppo alte. “Il regno corrotto” mi è piaciuto, molto, ma posso dire che non è stato all’altezza del primo. Non so se è stato perché i trucchi migliori ormai un personaggio come Kaz Brekker li avesse finiti, o perché in un mondo oscuro, crudele e persino cattivo e ingiusto, l’eccesso di sentimentalismo e di ironia che pervade questo secondo capitolo mi è sembrato un pochino stonato. In particolar modo ho avuto la sensazione che quel velo di umorismo, quel prendersi in giro tra loro, questa volta fosse un po’ forzato. Ma ciò non toglie che di nuovo la lettura mi ha tolto il fiato. Finalmente scopriamo il passato di quei protagonisti che ancora risultavano più offuscati: storie cupe come il mondo che li circonda, che li hanno resi quello che sono oggi, ossia geniali, abili, ma anche sempre pronti al peggio.
«Perché voi dite “Nessun rimpianto, nessun funerale”? Perché non dite semplicemente “Buona fortuna” o “State attenti”?»
«Ci piace tenere basse le aspettative»
Ho adorato come l’autrice è riuscita a ricucire il rapporto tra Matthias e Nina; ho sofferto con il giovane Wylan; ho avuto paura per lo Spettro e ho aperto gli occhi sulle debolezze di Jesper. Ma è sempre Brekker la calamita della narrazione, quel personaggio così grigio, moralmente discutibile e crudele, freddo e distaccato, che potrebbe passare benissimo per il cattivo della situazione. Uno dei protagonisti più spezzati che io abbia mai conosciuto, per i quali arrivi a perdere la speranza perché ti convinci che non sarà mai capace di liberarsi delle sue catene.
«Tu prendi le cose troppo sul personale, Brekker… sei troppo occupato a serbare rancore.»
«E’ qui che si sbaglia» disse Kaz. «Io il rancore non lo serbo. Lo cullo. Lo coccolo. Lo nutro con i più pregiati tagli di carne e lo mando alle scuole migliori. Io e miei rancori li allevo, Rollins.»
La disperazione, l’angoscia, il senso di smarrimento che in questo volume lo assale ogni volta che pensa alla morte del fratello, sono molto più vividi che in “Sei di corvi” e ti fanno capire molte delle sue scelte, spesso discutibili, e tutti i momenti in cui si lascia andare al desiderio di vendetta.
Si era domandato spesso come facesse la gente a sopravvivere in questa città, ma forse sarebbe stata Ketterdam a non sopravvivere a Kaz Brekker.
Eppure in questa nuova avventura i legami si sono fatti più intimi, ognuno ha mostrato le proprie debolezze, e i cinque compagni scelti da Kaz si sono stretti l’uno all’altro non solo per sopravvivere, ma anche per affetto. Resta solo lui; resta solo Kaz, immobile e distaccato come sempre, insensibile ai sentimenti e alle cadute altrui, alle esigenze degli altri, e apparentemente indifferente a qualunque senso di appartenenza a un gruppo. O per lo meno questo è quello che la sua incrollabile facciata deve mostrare al nemico. Manisporche non può permettersi nessun cedimento, nessun punto debole, se vuole vincere la partita contro la città più crudele di tutto il regno che adesso è interamente contro i Corvi di Brekker.
Sarei venuto a prenderti. E se non fossi stato in grado di camminare, sarei arrivato da te strisciando, e non importa se ci avrebbero ridotti a pezzi, noi ne saremmo usciti vivi battendoci insieme; con i pugnali sguainati e le pistole fumanti. Perché è così che funziona per quelli come noi. Noi non smettiamo mai di combattere.
Anche se la bellezza di questo capitolo finale non è equiparabile al primo, vi consiglio comunque la lettura perché è una storia che merita di essere terminata e che ancora una volta vi farà tremare, piangere, sorridere e battere così forte il cuore come nemmeno un Grisha Spaccacuore potrebbe fare.
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