Portami con te quando te ne vai – David Levithan, Jennifer Neven

Portami con te quando te ne vai – David Levithan, Jennifer Neven

Titolo: Portami con te quando te ne vai

Autore: D. Levithan, J. Neven

Editore: DeAgostini

Genere: Young Adult

Pagine: 313

Prezzo: 16,90


Trama

Ezra l’ha appena scoperto: Bea se n’è andata. Sua sorella non ha lasciato nulla dietro di sé. Nessun biglietto, nemmeno una parola. E lui si sente perso, confuso e proprio non capisce perché lo abbia lasciato indietro, visto ciò che li lega e i segreti terribili che per anni hanno custodito tra le mura di casa. Poi, Ezra trova un biglietto. Sopra c’è appuntato solo un indirizzo mail. E lui inizia a scrivere. Bea è stanca di fingere che le cose vadano bene. Lo fa da quando sua madre si è risposata. Ma adesso non ha più intenzione di sopportare l’indifferenza e le umiliazioni e da mesi progetta la fuga. Una fuga perfetta in cui Bea salverà suo fratello, salverà entrambi, lei e lui, scappando lontano da una famiglia che non la ama e non le appartiene. Poi però riceve una mail. Una mail che stravolge i suoi piani e cambia la posta in gioco. Bea parte, ma senza Ezra. Deve farlo, perché insieme a lui non potrebbe trovare le risposte che cerca. Gli lascia allora una mail, nella speranza che, come per lei, anche per lui un indirizzo possa cambiare le cose


Autore

David Levithan è uno scrittore americano, classe 1972, autore del bestseller mondiale “Ogni giorno“. Insieme a John Green ha pubblicato “Will ti presento Will”.

Jennifer Niven è una scrittrice americana di Young Adult, resa famosa dal successo di “Raccontami di un giorno perfetto“, dal quale è stato tratto l’omonimo film per Netflix. Tra i suoi libri ricordiamo anche “L’universo nei tuoi occhi”, “Respiro solo se tu” e “Portami con te quando te ne vai” scritto con David Levithan.


Recensione

Questo romanzo è di sicuro una delle letture più toccanti di quest’anno, e non mi aspettavo niente di meno, visto che porta le firme di due grandi nomi del genere Young Adult. Non conoscevo la scrittura di David Levithan, ma avevo già avuto modo di leggere qualcosa della Niven e il suo stile mi aveva decisamente affascinato. In questo libro le due voci si mescolano con maestria e accordo, creando una scrittura scorrevole, delicata, intima, a volte rabbiosa, più spesso consolatoria, ma sempre specchio dell’età adolescenziale.

Cara Bea,

lo so che sei andata via. Lo sappiamo tutti. Quando la mamma è entrata nella tua stanza e l’ha trovata intatta, abbiamo capito. Che raffinatissimo vaffanculo per lei e Darren: un letto rifatto alla perfezione.

La scelta narrativa del romanzo epistolare (i due protagonisti si scambiano e-mail per tutta la storia, che dura all’incirca due mesi) non solo permette al lettore di conoscere a fondo Bea e Eszra, ma rende la lettura, a mio parere, più fluida e affatto faticosa, creando un’empatia immediata con questi due ragazzi. Maestri indiscussi delle storie d’amore, questa volta i due autori si cimentano con un affetto diverso, quello tra fratello e sorella, parlando di un tema delicato e serio, ossia la famiglia problematica e violenta. Raccontata dalle voci di due ragazzi così giovani, la storia ti trascina fin dalle prime pagine in un vortice di emozioni da cui non riesci a tirarti fuori fino a quando arrivi all’ultima riga. Ogni e-mail ti lascia con la necessità di leggere quella successiva, per cercare di capire qual è davvero la situazione, perché Bea è scappata e cosa accade da anni in quella casa. Piano piano, in modo naturale e intelligente, i due autori ci concedono piccoli tasselli che ricostruiranno un quadro finale che io davvero non avevo immaginato. La costruzione dei due fratelli è perfetta, tanto da farli sembrare quasi reali. Il tema principale è ovviamente quello della violenza, sia fisica che verbale, all’interno delle famiglie. Bea e Eszra sono cresciuti con un patrigno che li ha sempre considerati un peso e che che ha cercato con la forza di piegarli alle sue regole, e una madre inesistente e anaffettiva che ha messo il nuovo marito davanti ai suoi figli. Così, fratello e sorella sono cresciuti senza a volte nemmeno rendersi conto che quella non era la normalità; forse per spirito di sopravvivenza hanno voluto credere che la loro realtà fosse l’unica che meritavano. Questo li ha portati senza volerlo a escludere anche il mondo esterno dalla loro vita, relegato dietro un muro che hanno costruito per proteggersi.

Ho trascorso buona parte della vita intrappolato in me stesso, a correre via dalle cose che cerco di evitare. Non dare nell’occhio. Mettiti al riparo. Non fare rumore. Se questo è il tuo atteggiamento dentro casa, può diventarlo anche nella vita.

Quando Bea scappa di casa e inizia con fatica una nuova vita a St. Louis, capisce di aver vissuto un’esistenza a metà, di non essere mai stata realmente libera e di non sapere che al mondo esiste anche la gentilezza e l’affetto per gli altri.

Adesso, nell’istante in cui scrivo queste parole, sono seduta qui e respiro. E’ una delle cose che faccio nella mia nuova vita. Respiro. Oggi non mi guardo le spalle (…) e più resto lontana da loro, più diventa facile. Più diventa facile respirare.

Per troppi anni Bea e Eszra non hanno avuto il coraggio di ribellarsi e sono cresciuti senza sogni, senza credere veramente di poter riuscire in qualcosa; questo perché quando ti ripetono continuamente che sei un fallimento finisci per crederci anche tu. Alla fine entrambe dovranno ricostruire quella autostima che la loro famiglia ha distrutto con anni di lavoro metodico e disinteresse.

Cerco di non prestare ascolto, ma quando ti ripetono sempre la stessa cosa è impossibile non crederci. È inevitabile, se parlano a voce abbastanza alta e abbastanza lungo. Cerco di tenere a mente che non sono io che dubito, ma loro.

E per poter andare avanti e costruire un nuovo futuro, dovranno anche capire che a volte è inutile cercare di dare un senso al passato. La ricerca disperata di suo padre porterà solo Bea ad accettare che non è possibile cambiare ciò che è accaduto, e che ci sono situazioni in cui neanche far pace col passato può salvarci: l’unica cosa che conta è il presente e il modo in cui si decide di viverlo. E’ stata una lettura splendida e molto commovente, vivida come i suoi protagonisti. Ho sentito le loro emozioni: ho pianto con loro quando hanno scoperto una verità ancora più triste di quella che credevano, ho sentito la loro sorpresa quando hanno capito che al mondo esistono anche persone buone e che la famiglia deve essere un luogo in cui tornare con piacere e non da cui fuggire. Sono certa che questi ragazzi, con la loro forza e il loro coraggio, con il loro desiderio di affetto, il loro sogno di una vita normale, vi rapiranno il cuore. Un libro dedicato agli adolescenti, alcuni dei quali purtroppo si rispecchieranno nei suoi protagonisti, ma sicuramente adatto a qualunque età. E’ non solo una storia di resilienza e di voglia di vivere, ma anche un avviso agli adulti a non dimenticare che le parole, a volte, feriscono profondamente e sono capaci di lasciare cicatrici indelebili.


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