
Glass girl – Kathleen Glasgow

Titolo: Glass girl
Autore: Kathleen Glasgow
Editore: Rizzoli
Genere: romanzo
Pagine: 460
Prezzo: 18,00
Trama libro
Bella ha quindici anni e un problema enorme: non sa come sopravvivere alle mille difficoltà che affollano la sua adolescenza. Sua madre è travolta dal lavoro, il padre è incapace di badare a se stesso, figurarsi a due figlie, e da quando i genitori si sono separati lei fa la spola tra casa di uno e quella dell’altro trascinandosi dietro la sorellina. E poi c’è la scuola, ci sono i professori che ti trattano in modo umiliante, il panico che incalza, i ragazzi che ti urtano in corridoio perché non ti vedono, nonostante la maschera di cipria e eyeliner dietro cui ti nascondi, e un ex fidanzato che ha rotto con te perché eri “troppo”. Nonché l’enorme vuoto lasciato dalla morte di tua nonna, l’unica persona che ti faceva sentire amata e che non aveva pretese su di te. Per allentare la tensione Bella ha trovato un rimedio: l’alcol. Con la vodka mischiata alla Sprite il mondo diventa più morbido e liscio, come velluto. Tutti bevono, e lei, come tutti, può smettere quando vuole. Eppure l’alcol diventa un richiamo costante, il bisogno di stordirsi si amplifica spingendola a raccontare bugie su bugie, fino a quando, il giorno del Ringraziamento, Bella si ubriacherà al punto da perdere coscienza e risvegliarsi in un letto di ospedale. Da quel momento, per lei arriverà il momento di affrontare la realtà. Ricoverata in un centro di riabilitazione in mezzo al deserto dell’Arizona, Bella incontrerà ragazzi come lei, spaventati, a pezzi, costretti ad affrontare se stessi e le proprie paure, e a ottenere almeno una vittoria: sopravvivere.
Autore
Kathleen Glasgow è una scrittrice statunitense che ha esordito nel 2016 con “Girl in pieces – E poi ci sono io“, divenuto best seller del New York Times e un fenomeno di Tik Tok pochi anni dopo. “Ora ti vorrei qui“ è il secondo libro pubblicato in Italia. Nel 2024 esce “Come fare amicizia col buio“ e nel 2025 “Glass girl”.
Recensione libro
Torna Kathleen Glasgow con i suoi adolescenti complessi, problematici, spezzati, che lottano contro situazioni per loro così insostenibili che a volte cedono alle varie dipendenze, per non sentirne il peso. Anche questo romanzo dell’autrice ha saputo toccarmi il cuore come pochi, non solo perché la protagonista è così giovane che potrebbe essere mia figlia, ma soprattutto per la delicatezza e la passione con cui ci fa sentire le emozioni di Bella. La dipendenza di questa storia è l’alcol, e forse proprio perché anche la Glasgow ha dovuto affrontarla è tanto più brava nel renderla vivida e concreta, invece di ridurla alle solite frasi fatte. Bella è una ragazza di 15 anni con una famiglia problematica, certo, ma non così tanto da arrivare a rovinarle la vita: due genitori separati, il passaggio continuo da una casa all’altra, le festività a turno con uno o l’altro. E’ la vita di tanti adolescenti..ma allora cos’è che spinge Bella a ricorrere all’alcol? Cos’è tutto questo rumore che deve attutire, per poter respirare come i suoi coetanei?
Bevo ancora. Ancora e ancora. Qui regna una calma assoluta. E’ l’unico posto tranquillo che esiste nel mio mondo fatto di rumore.
Il problema è una serie di spiacevoli coincidenze che si sommano una con l’altra e che le impediscono di gestire la sua vita: prima il divorzio dei suoi, poi la morte della nonna che era l’unica persona che sembrava capirla davvero, poi il ragazzo che la lascia all’improvviso accusandola di essere “troppo”. E così, quello che è iniziato come una cosa innocua, bere un sorso di alcol per provarne il gusto, diviene in breve un modo per sfuggire a una realtà fatta di sensi di colpa, di sentimenti di inadeguatezza, di responsabilità, che Bella riesce a superare solo grazie allo stordimento dell’alcol.
L’alcol è bello perché ti permette di essere qualcun altro. Di non sentirti sola. Di non essere silenziosa. Di non stare ai confini delle cose. L’alcol ti dà una voce e un personaggio da interpretare. Aggiunge colore a qualcosa che era brutto e banale.
Il viaggio di Bella, quello vero, doloroso e formativo, inizia quando la ragazza tocca il fondo e si ritrova in ospedale dopo aver rischiato di morire. Nel centro di riabilitazione dove la madre le chiederà di entrare Bella sarà costretta a tirar fuori, anche con se stessa, le vere motivazioni che la spingono a bere. Bella che è sempre stata troppo sensibile e che fin da quando i genitori si sono separati ha cercato di alleviare i loro problemi diventando una figlia perfetta, una ragazzina indipendente che non pesa sulla famiglia, e che anzi si preoccupa di preparare i pasti, fare il bucato, mettere a letto la sorellina di sette anni, prepararle i vestiti e lo zaino per la scuola. Bella che cerca di compensare alle mancanze di una madre sopraffatta dal lavoro e un padre che vive come se non avesse due figlie a cui badare.
Così avevo smesso di essere un peso ed ero migliorata. Avevo creato una versione migliore di me stessa. O almeno così credevo.
È stato facile per i genitori, impegnati ad accusarsi a vicenda della fine del loro matrimonio, adagiarsi su una figlia così giudiziosa e utile. Senza neanche accorgersene sono passati dall’essere genitori a essere figli, ma Bella ha solo 15 anni e come tutti gli adolescenti avrebbe bisogno di essere confortata, non di essere il pilastro della famiglia. Mi ha colpito, come sempre, rendermi conto di come noi genitori siamo a volte così presi dai nostri problemi da non vedere quelli dei nostri ragazzi. Il percorso di recupero di Bella è lungo, faticoso e pieno di ricadute, e mostra (grazie a una carrellata di personaggi secondari che vivono nella comunità) tutta una vasta gamma di dipendenze e di modi di affrontarle. Quella che ne esce è la storia dolorosa, delicata e toccante di una ragazzina che deve trovare il coraggio di ammettere i suoi bisogni, pensando a se stessa prima che agli altri. La Glasgow ci mette davanti a una triste verità: chi è affetto da una dipendenza non può guarire del tutto, imparerà a controllarla, ma la voglia di una birra, di una dose, o di qualunque cosa gli procuri quel benessere che cerca, non lo abbandonerà mai. Può solo imparare a gestire questo desiderio.
Come in tutti i suoi romanzi il messaggio finale è di speranza: una volta riconosciute e accettate le proprie debolezze, si può lavorare su come affrontarle, senza bisogno di spegnere il mondo intorno per non sentirle più. E’ stata una lettura splendida, che parte lentamente, che si prende il suo tempo per farti conoscere questa ragazzina convinta di non avere nessun problema, convinta di potersi fermare quando vuole. Con la solita scrittura scorrevole e ammaliante, la Glasgow ti porta piano piano verso il baratro, e da quel momento non riesci più a staccarti da Bella, come se sentissi il bisogno di starle vicino per non farla perdere di nuovo in se stessa. Si conferma anche con questo libro la bravura con cui l’autrice sa parlare dei ragazzi e delle difficoltà che troppo spesso devono affrontare.
Sono convinta che chi ha la forza di addentrarsi nell’oscurità, abbia anche la forza di tornare indietro.
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