Belladonna – Adalyn Grace

Belladonna – Adalyn Grace

Titolo: Belladonna

Autore: Adalyn Grace

Editore: Rizzoli

Genere: fantasy

Pagine: 432

Prezzo: 18,00

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Trama libro

Signa ha diciannove anni e da che ricordi tutte le persone che le sono state accanto sono morte. Rimasta orfana ancora bambina, è stata allevata da una serie di tutori tutti interessati più alla sua ricchezza che al suo bene, e tutti defunti prima di poter mettere le mani sulla sua eredità. Gli unici parenti che le sono rimasti sono gli Hawthornes, un’eccentrica famiglia che vive nella cupa ma ricchissima villa di Thorn Grove. Signa non ci mette molto a scoprire i segreti che gli Hawthornes celano tra le mura della tenuta: mentre il padre piange la defunta moglie organizzando feste sfrenate, il figlio maggiore lotta per mantenere alta la reputazione di una famiglia ormai in declino. Il tutto nascondendo al mondo la figlia minore, affetta da una misteriosa malattia. Quando lo spirito inquieto della donna scomparsa appare a Signa sostenendo di essere stata avvelenata e che l’assassino è ancora tra loro, la ragazza si rende conto che la famiglia è in grave pericolo. Per scoprire l’identità dell’assassino Signa ha una sola possibilità: allearsi con qualcuno di tanto pericoloso quanto affascinante che è sempre stato al suo fianco, tessendo con lei un legame potente e irresistibile che nessuno avrebbe mai creduto possibile…


Autore

Adalyn Grace è una autrice americana di fantasy best seller del New York Times, già apprezzata per una dilogia non ancora arrivata in Italia. La nuova trilogia è stata invece tradotta per noi da Rizzoli che ha pubblicato il primo volume “Belladonna” e il secondo “Foxglove“.


Recensione

Dicono che per uccidere qualcuno bastino cinque bacche di belladonna.

Signa Farrow, però, era una ragazza che non riusciva a morire.

Quando il fantasy, il romance, il mistery e il gotico si uniscono, per dar vita a un romanzo Young Adult che merita di essere letto. Adalyn Grace ha uno stile semplice e fluido, giovanile e accattivante. Non si perde in eccessive descrizioni, ma sa disegnare bene lo sfondo su cui inserisce personaggi che fin da subito fanno scintille, che siano buoni o cattivi. La storia è ambientata nel 1800 e di quel secolo segue regole e abitudini; un ottimo lavoro di ricostruzione da parte dell’autrice, che dona un pizzico di gotico a uno scenario già di per sé affascinante. Signa Farrow è una ragazza fuori dal comune, anche se tutto quello che ha sempre desiderato nei suoi vent’anni di vita è proprio essere normale. Da quando è rimasta orfana non ha fatto altro che passare da un tutore all’altro: la morte sembra infatti seguirla, togliendole tutti i parenti che si offrono di crescerla. Ma lei ha scoperto ben presto che, per quanto insistentemente provi, non riesce a morire, anzi ogni suo tentativo non fa altro che avvicinarla sempre più ai fantasmi, e a far apparire ogni volta l’unico essere che detesta con tutta se stessa: Morte.

E’ tutta la vita che non voglio altro che liberarmi di te. Ho implorato, notte dopo notte, decesso dopo decesso, che tu mi lasciassi in pace. Ti odio, e odio tutto ciò che mi hai fatto.

Su questo sfondo fantasy si inserisce un mistero che la giovane deciderà di risolvere: la strana malattia che sta uccidendo sua cugina Blythe e che già si è portata via la madre, Lady Lillian Hawthorne. Signa ha studiato per tutta la vita le regole del Galateo per giovani donne, lasciatole dalla madre, convinta che il dovere principale di una donna sia quello di sapersi comportare a modo in società, trovare un buon marito, e partecipare a tutti i balli, i tè, le occasioni mondane di cui la nonna le ha raccontato. Eppure per quanto si sforzi e per quanto forte sia il suo desiderio di liberarsi di Morte, la ragazza ne subisce il fascino. Nonostante i suoi tentativi, continua a sentirsi inadeguata in mezzo alle conversazioni sciocche delle sue coetanee, le regole le risultano soffocanti, mentre pensa con piacere a quanto sia semplice e “giusto” lasciarsi circondare dalle ombre che aleggiano intorno a Morte. Un protagonista maschile che, per quanto meno caratterizzato rispetto alla ragazza, è uno dei punti forti del romanzo, con la sua ambiguità e la sua inquietante ironia. Morte è notte e gelo, è oscurità e provocazione, ma è anche fascino e tanto potere, al quale Signa non riesce a rinunciare, come se fosse nata solo per quello .

Alla fine, il ghiaccio iniziò a scorrerle nelle vene. Era una presenza familiare, che la faceva appassire da dentro e chiedeva di essere riconosciuta. Signa aprì gli occhi e si trovò davanti Morte.

Che guardava.

E aspettava.

«Preferirei che non mi evocassi tutte le volte che ne hai voglia. Sono piuttosto impegnato, lo sai»

L’intreccio mistery è gradevole ed è di sicuro la parte centrale del romanzo; tanti sono i segreti che nasconde la tenuta degli Hawthorne, alcuni dei quali verranno svelati solo alla fine grazie alle capacità speciali della ragazza. Ma è il rapporto conflittuale tra Signa e Morte quello che ti porta alla fine della lettura col fiato sospeso, in attesa di vedere se la ragazza comprenderà che non deve essere per forza quello che gli altri si aspettano, ma solo se stessa, per poter affrontare quello che è veramente, abbracciarlo e goderne a pieno. Una favola gotica ambientata in un’epoca piena di regole, che può facilmente essere adeguata alla società moderna che troppo spesso ci chiede di uniformarci alla massa per essere accettati. Una lettura davvero piacevole che lascia aperta la strada al seguito, nel quale Signa sarà alle prese con un nuovo caso da risolvere. Ma questa volta non sarà più sola, e avrà dalla sua parte un potere tanto straordinario quanto inquietante.

Ti ho aspettato per millenni, Signa Farrow. Dall’alba del mondo ti ho aspettato. Sei mia, e io sono tuo. E insieme il mondo è nostro.


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