Due racconti – Roald Dahl
Titolo: Due racconti
Autore: Roald Dahl
Editore: Salani
Genere: romanzo per ragazzi
Pagine: 55
Prezzo: 15,38
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UNO. Hengist ha diciotto anni ed è forse l’unico uomo del regno a non aver mai avuto una ragazza. Ma d’altronde nessuna riesce a guardarlo a lungo, essendo così brutto da destare fastidio: è basso, tozzo, con la pelle rugosa. E’ quasi simile a una scimmia. E’ per questo che, distrutto dal desiderio di un amore per lui impossibile, si rifugia nella natura, dove impara a vivere furtivamente come gli animali.
Il che risolve almeno uno dei suoi problemi: la fame. Cacciando di frodo, infatti, Hengist riesce a mantenere i suoi genitori. Finché un giorno, spintosi troppo in là, nei giardini del palazzo reale, non si imbatterà nel Re, che gli farà un dono inestimabile.
DUE. Dopo essere stata per tutta la vita una bambina dolce e apprezzata dal suo popolo, ma grassoccia e affatto bella, la principessa Mammalia si sveglia il giorno del suo diciassettesimo compleanno e si ritrova a essere una fanciulla dalla bellezza così accecante da far male agli occhi.
Ma ahimé, evidentemente la bellezza non va d’accordo con la gentilezza, perché da quel momento Mammalia, sempre più consapevole del potere che ha sulle persone, che ammalia con il suo splendore, diviene scostante e altezzosa. La modesta ragazzina è ora una spocchiosa e crudele principessa, che gioca con la vita dei suoi sudditi. Le manca solo una cosa per completare il suo potere. La corona.
Autore
Scrittore norvegese del secolo scorso, Roald Dahl ha avuto una vita difficile e alquanto sfortunata, dalla quale ha saputo trarre insegnamenti e idee per le sue storie, tutte ambientate in un mondo magico, dove i bambini sono i veri protagonisti. Arruolatosi nell’Aviazione durante la Seconda Guerra Mondiale, subì un gravissimo incidente: il suo aereo cadde nel deserto africano, dove rimase disperso per giorni, riportando fratture craniche e perdita temporanea della vista. In seguito dovette soffrire a causa delle varie malattie della moglie e dei figli, alcuni dei quali morti prematuramente, dalle quali uscirà con un immenso interesse per i bambini.
Artista difficile da trattare per le case editrici, antisemita e misogino, ha saputo parlare ai ragazzi di tutto il mondo e soprattutto ai loro genitori. Oltre a “Il GGG“, “La fabbrica di cioccolato“, “Matilde“ e “Le streghe“, che sono i suoi capolavori, forse in pochi sanno che suo è il soggetto di “Gremlins” (i piccoli mostriciattoli che lo attaccarono durante lo schianto nel deserto), che scrisse originariamente per la Disney. Quando la casa produttrice lo rifiutò, i diritti d’autore furono acquistati da un fortunato e lungimirante Steven Spielberg. Tra le altre opere “Due racconti“, “Il grande ascensore di cristallo”, “Gli sporcelli“.
Recensione
Perché anche quella che sembra la più dolce delle fiabe, nelle mani di Roald Dahl riesce a tirar fuori gli istinti peggiori dell’uomo? Ancora una volta, con due testi brevissimi e veloci, lo scrittore ritrae un’umanità piena di vizi e facilmente disposta a emarginare chi è diverso. Come sempre la sua scrittura è semplice e scorrevole; il linguaggio usato è quotidiano e adatto ai bambini, anche se, come succede spesso, ti chiedi se Dahl stia davvero parlando a loro oppure a noi adulti.
Questi due racconti sono davvero brevi, solo 55 pagine; si tratta di una mezz’ora di lettura, eppure sembrano un concentrato dei temi più cari all’autore. Nel primo torna il problema del diverso, già affrontato in “Il GGG“: Hengist è la rappresentazione della bruttezza (anche se a tempo debito si scoprirà quanta belleza nasconde dentro di sé) e le donne lo tengono a distanza. Quando un grande potere sarà finalmente nelle sue mani, e il ragazzo potrà avere ciò che tanto desiderava, dimostrerà la sua vera bellezza.
Era la vecchia storia del frutto proibito: rendilo facile e l’appetito sparisce.
Nel secondo racconto, invece, la bellezza della protagonista pare essere imprescindibile da un animo cattivo. Anche la più dolce e ingenua delle ragazzine, messa davanti alla capacità di manovrare il prossimo, non riesce a mantenere pura la sua ingenuità e la sua semplicità. Il potere che ha ottenuto da tanta bellezza è troppo grande da gestire e la cambia irreparabilmente.
Il potere è di per sé un compito impegnativo. E’ impossibile averlo e non usarlo, esige di essere esercitato.
Si può dire che entrambe i racconti abbiano un lieto fine; certo, dipende dai punti di vista. E come sempre, dietro una piccola storiella dalla fantasia strepitosa si nascondono insegnamenti profondi per grandi e piccini.
Lo consiglio a tutti i bambini, soprattutto a quelli a cui non piace leggere. Cinquanta pagine sono facili da gestire e non si può dire che lo stile di Roald Dahl annoi. Quel modo di raccontare vagamente sinistro e inquietante dello scrittore mi affascina ogni volta e mi lascia con un sorriso dolce amaro sulle labbra.
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